CRONOLOGIA DEL PRESIDIO CLAREA
A MADDALENA DI CHIOMONTE

L'8 di Ottobre 2010 il movimento NO-TAV acquisisce un nuovo terreno tra quelli destinati all'installazione del cantiere per la galleria di Maddalena, con l'intenzione di costruirvi un presidio volto a contrastare l'avvio dell'opera.






In meno di un mese il manufatto in muratura arriva al tetto: è realizzato con materiali locali, pietra e legno, come le storiche baite montane delle vicine borgate.






Con una celerità mai vista in nessuna parte d'Italia, l'11 Novembre 2010 vengono firmate sia l'ordinanza di demolizione del sindaco di Chiomonte, sia un decreto del tribunale di sequestro preventivo. Gli avvocati che assistono i NO-TAV entrano in azione.
Ma se le motivazioni degli impedimenti a costruire dovessero essere vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, come giustificare proprio lì la collocazione dell'imbocco della galleria, del relativo cantiere e del definitivo piazzale (a servizio del tunnel di base) che i progetti LTF contemplano?
Arrivano anche avvisi di garanzia per "abuso edilizio" alla neo-proprietaria del terreno ed a quattro militanti che hanno lavorato alla costruzione, identificati in base a delle fotografie.

 


I carabinieri appongono all'edificio i sigilli del sequestro, ma questi verranno più volte violati per poter ultimare la costruzione del tetto, in vista di imminenti nevicate: ciò discende da una scelta consapevole di disobbedienza civile, largamente condivisa nel movimento NO-TAV.
La polizia identifica tutti coloro che entrano nel presidio, passibili di denuncia per "violazione di sigilli", fotografandoli col teleobiettivo dal viadotto dell'autostrada; tra questi anche Beppe Grillo, che il 5 Dicembre visita la struttura per mostrare solidarietà ai NO-TAV.


 

L'8 Dicembre 2010, significativamente nell'anniversario della riconquista dei terreni di Venaus, il presidio Clarea viene ufficialmente inaugurato con pranzo e festa a cui partecipano, nonostante il clima, oltre 400 persone. L'assemblea svoltasi nel pomeriggio delibera che la baita, una volta esaurita la sua funzione di difesa della zona dai cantieri, sia donata al Comune di Chiomonte per divenire posto tappa sulla Via Francigena (itinerario di pellegrini fin dal medio evo) che passa a pochi metri dalla costruzione.