Opere
propedeutiche alla tratta TAV Napoli-Palermo (Ponte sullo stretto di Messina)
Probabilmente
l’esempio più eclatante, al momento, di potenziale “impatto
criminale” delle grandi opere.
Così
la gestione dei Romiti ha truccato i conti di Impregilo
di Andrea Greco da Repubblica del 14/2/06
La pubblica accusa di Monza chiede il rinvio a giudizio dei vertici di Impregilo
(il presidente Paolo Savona, l´a.d. Piergiorgio Romiti) per falso in
bilancio e aggiotaggio informativo; si vuole però anche capire la regolarità
dell´appalto per il ponte sullo Stretto.
Ponte
sullo stretto: vincerà Impregilo
di Luca Fazzo e Ferruccio Sansa da Repubblica
del 3/11/05
I giudici di Monza stavano registrando le conversazioni telefoniche
dei vertici di Impregilo nell'ambito di un'inchiesta per falso in bilancio
e false comunicazioni sociali; dall’estate varie telefonate iniziano
a riguardare la gara d’appalto per il ponte di Messina (3,88 miliardi
di euro): in una di queste l’economista Carlo Pelanda confida a Paolo
Savona, presidente di Impregilo, di aver saputo da Marcello dell’Utri
che sarà la sua azienda a vincere. Così sarà, in effetti,
il 13 ottobre.
Messina,
all´ombra del ponte il business degli espropri d´oro
di Attilio Bolzoni da Repubblica del 24/3/2005
Imprenditori e professionisti, famiglie facoltose e appaltatori sospetti si
contendono i terreni dove sorgeranno i piloni. La procura nazionale antimafia
ha avviato "un´indagine conoscitiva". Ecco i nomi di chi sta
costruendo nelle zone in cui sarà realizzata una rampa.
Le
mani della mafia sullo stretto
Marino Bisso, Salvo Palazzolo e Attilio Bolzoni
su Repubblica del 12/2/2005
All’ inizio del 2005 si è alla gara d’appalto per il ponte.
La DIA di Roma scopre il tentativo di infiltrazione della mafia internazionale
per finanziare quest’opera, ma anche altri maxi appalti per ferrovie
e autostrade, con 5 miliardi d Euro provenienti dal traffico di droga: ne
scaturiscono 5 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa in
Canada, Inghilterra, Francia e Italia. La mente è un boss che dirige
dalla cella del carcere di Montreal; il braccio operativo un distinto ottantenne,
“esperto di appalti internazionali”, che aveva già realizzato
il villaggio olimpico di Montreal e altre infrastrutture negli Emirati Arabi.
Viste le dimensioni del fenomeno si richiede ora un salto di qualità
nell’inchiesta, che dovrà poter puntare ai livelli alti della
criminalità organizzata, alle eventuali collusioni con le grandi imprese
preposte alla realizzazione e con il mondo politico e governativo.