Cronache dal Seghino - 4
(di Piera Favro - pubblicato su Luna Nuova)

 

(continua da...)

Uno, due, tre… libera tutti!

Da bambina non mi piaceva giocare a nascondino, perché, essendo la più piccola, toccava sempre a me “stare sotto”.

Sabato 10 dicembre la parola d’ordine sembrava “Libera tutti!”; tutti tranne il Seghino, il più piccolo. Già  avevo assaporato la speranza della libertà; al mattino avevo ricevuto la notizia che era stato tolto il posto di blocco giù al confine con Susa. Sembrava che anche quello su al ponte del Seghino fosse in via di smobilitazione: c’era una sola pattuglia della polizia, la casetta sembrava deserta, ma il fuoco era sempre acceso e stavano raccogliendo ancora legna… Alla sera le mie illusioni sono svanite: i fari accesi, tre pattuglie della polizia, un solerte poliziotto che mi ripete la solita domanda:”Residente? Favorisca un documento.” Neanche la gigantografia della mia carta d’identità lo fa sorridere ed alla mia domanda sul perché non se ne siano andati anche loro e su quanto tempo intendano restare, mi fa capire di essere stato fin troppo paziente con me e mi  invita ad andare a casa. Giunta a casa intravedo quale sarà, presumibilmente, la nostra nuova situazione: luci blu che scendono dalla montagna, ben sette autoblindate ed un pulmino dei carabinieri in fila, luci blu che salgono, pile che si aggirano per le poche case del paese facendo abbaiare furiosamente i cani. Auto civili, ma non sono quelle dei nostri amici: loro non possono salire e se glielo concedono sono seguiti da quelle auto civili che, ormai, dopo ben 42 giorni, abbiamo imparato a conoscere. Anche a San Giuseppe, in via Bosconero, all’imbocco del sentiero G.T.A. che passa accanto  alla trivella, è ricomparsa una camionetta dei carabinieri.

Il Seghino, lo dice già nel nome, conta veramente poco, ne sono consapevole; è importante che vengano raggiunti tutti gli obiettivi che la lotta antitav si è prefissata, ma, per favore, non dimenticateci…(continua)