Due annotazioni a cura del Comitato NO-TAV Torino.
La Conferenza dei Sindaci si è svolta “a porte chiuse”, il che non permette di conoscere in maniera trasparente il ventaglio di posizioni espresse dai diversi amministratori.
Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche un documento finale avrebbe dovuto riportare, in premessa, una dichiarazione di contrarietà alla realizzazione della linea TAV Torino-Lione: sarebbe stata politicamente opportuna, visto che l’ODG della Provincia esordisce ricordando il pronunciamento favorevole all’opera da parte dell’Ente.
Il fatto certo, purtroppo, è che il testo della lettera conclusiva non contiene alcuna premessa esplicita di questo tono.
Tav, un sì
sofferto della Valsusa alla mediazione della Provincia
In un
documento finale un messaggio di apprezzamento per il lavoro di Palazzo
Cisterna
ma ancora
parole negative sulla costruzione della linea
Di Marco Trabucco da
La Repubblica del 28/7/2005 – pag. V – Cronaca di Torino
Alla fine la proposta di mediazione è passata, ma dopo una lunga discussione e non senza contrasti, anche duri. L´assemblea dei sindaci della Val Susa riunita nella sede della Comunità montana, a tarda notte ha detto sì all´ordine del giorno che era stato approvato venerdì scorso in consiglio provinciale. E ha annunciato un documento di «convinto apprezzamento» di quella mozione. Documento in cui però sarà ribadita la contrarietà all´attuale progetto per la costruzione dell´opera e la necessità di non avere «lavori in corso» durante la fase di studio. Si tratta comunque di un passo avanti importante che potrebbe distendere l´atmosfera nella valle dopo le tensioni degli ultimi mesi. Ma che è maturato non senza contrasti. Il documento, che aveva l´appoggio tra gli altri di Antonio Ferrentino (Ds), presidente della comunità montana Bassa valle Susa, e di Beppe Joannas (Rifondazione Comunista), sindaco di Bussoleno, due dei leader del fronte anti Tav, è stato però in parte contestato da alcuni sindaci, in particolare da Mauro Carena (Lega), presidente della Comunità montana dell´Alta Valle, e da Carlo Gottero (Margherita), l´ex presidente della Coldiretti, assessore ad Almese.
La proposta di mediazione approvata in consiglio provinciale da tutta la
maggioranza di centrosinistra (mentre An si è astenuta e Udc, Forza Italia e
Lega sono usciti dall´aula) non parla più in modo esplicito della moratoria di
tre mesi sui sondaggi chiesta dai sindaci a giugno e accettata dalla giunta
Bresso. Ma che era stata respinta dalla Commissione intergovernativa italo-francese
e dal governo italiano. L´ordine del giorno della Provincia chiede invece
l´istituzione di una commissione tecnica ristretta in cui siano rappresentati
tutti i soggetti interessati (Cig, Regione, Provincia e comunità locali) e la
cui presidenza sia affidata «a una autorevole e condivisa figura politica». A
questo tavolo verrebbe affidata la responsabilità di stabilire modi e tempi per
approfondire le criticità che da anni gli abitanti della Val Susa e i loro
amministratori rilevano nel progetto per la costruzione della linea ad alta
capacità.
Tutto questo per arrivare a stabilire un cronoprogramma condiviso, che
alla fine potrebbe far ripartire anche i sondaggi geologici (oggi bloccati dai
presidi anti-Tav a Borgone, Venaus e Bruzolo). Sondaggi che però non dovrebbero
essere finalizzati, come fino ad ora è stato, solo alla costruzione della linea
e delle sue gallerie. Ma soprattutto a verificare la presenza di sostanze
pericolose per la salute (amianto e uranio in primo luogo) e i rischi cui sarebbero
esposti gli abitanti della Val Susa nel caso di scavi giganteschi e prolungati
nel tempo. I sondaggi, più numerosi di quelli fino ad oggi previsti nel
progetto, sarebbero effettuati e controllati anche da tecnici scelti dalle
comunità locali. E dovrebbero riguardare anche quella parte della linea, al di
sotto di Bruzolo, che non è ritenuta «internazionale». E per cui le Ferrovie
italiane non hanno mai previsto ricerche geologiche.