PREMESSA a cura del
Comitato NO-TAV Torino
L’articolo qui sotto riportato conferma un copione del tavolo politico romano sempre uguale: dichiarazione che il TAV si fa; lodi al lavoro del commissario Virano; promesse di milioni di Euro (stavolta 20 del Governo e 16 della Regione per migliorare il servizio pendolari in Valle di Susa).
Nei casi precedenti però, si sa,
alle promesse non sono mai seguiti dei fatti:
-
i propositi contenuti nel documento conclusivo dell’ultimo tavolo politico prima dell’attuale (29/7/2008): «miglioramento
del trasporto pubblico in valle di Susa da Settembre, misure per il
trasferimento di quote merci da gomma a ferro da Ottobre (saranno tolti dalle
strade 100.000 TIR in 3 anni)». MAI VISTO NULLA
DI TUTTO CIO’
-
dalla cronaca dell’accordo sulle infrastrutture tra
Governo e Regione Piemonte del Gennaio 2009: stanziamento di 300 milioni (200
il Governo, 100 la Regione). MAI ARRIVATO UN EURO
Consueti e
reiterati casi, dunque, della ben nota politica degli annunci: stavolta per
consentirle di andare in scena si è
dovuto fare ricorso ad una platea di pochi compiacenti sindaci del
centro-destra, pescati addirittura fra quelli che non c’entrano nulla con la
linea TAV; la nutrita delegazione di quelli dei Comuni davvero coinvolti, e
contrari all’opera, intanto era fuori dal palazzo a protestare: segno
inequivocabile che sul ben più difficile piano della realtà “sarà (ancora)
dura”
03/05/2011
- IL VERTICE A PALAZZO CHIGI
di Maurizio Tropeano da La Stampa del 3/5/11- http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/400630/
Entro i primi giorni di giugno partiranno i lavori del tunnel esplorativo della Maddalena a Chiomonte: l’ha detto il ministro delle Infrastrutture Altero Mattioli, l’ha ribadito anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, nel corso del tavolo politico che si è svolto oggi a Palazzo Chigi a Roma.
Il vertice è servito a dare il via libera del governo al progetto
di una Tav “low cost”: in questo primo periodo, anche in vista della necessità
di risanare i conti della Regione, le opere verranno realizzate per fasi. Si
passerà, quindi, alla realizzazione del tunnel di Chiomonte, per cui sono già
stati stanziati i fondi dell'Unione Europea. Successivamente, a partire dal
2013, inizieranno i lavori del tunnel di base e, contemporaneamente, quelli del
nodo di Torino, con la costruzione della gronda merci. Ci sarà un progetto
preliminare che copre tutta la tratta, ma in bassa Valsusa non si vedranno
cantieri ancora per molti anni: entreranno in funzione solo se ci saranno
risorse a sufficienza e il traffico merci sarà ritenuto adeguato a coprire i
costi.
Contestualmente sono stati stanziati 20 milioni da parte del
governo per comprare il materiale rotabile da mettere in servizio sulla linea
Torino-Bardonecchia, a cui si aggiungeranno 10 milioni finanziati dalla Regione
e destinati sempre allo stesso scopo. Altri 6 milioni sono stati recuperati per
organizzare un potenziamento dei treni in Val di Susa che giungeranno a Torino
a partire dall’orario invernale. Verranno trovati soldi anche per realizzare lo
studio di fattibilità dell’interramento dello scalo del nodo di Settimo, dove
dovrebbe sbucare la gronda merci.
Resta l’opposizione di buona parte dei sindaci della Valle. Questa
mattina, a lato di Palazzo Chigi, c’era una delegazione di 21 sindaci che
continuano ad opporsi all’opera, nonostante non sia previsto l’inizio dei
lavori per i prossimi 10-15 anni. Per Sant’Ambrogio continua ad essere «dannosa,
inutile e costosa». Molto soddisfatto, invece, il presidente della giunta
regionale Roberto Cota che ha espresso la sua approvazione al termine
dell’incontro: «Finalmente si parte, adesso non c’è più niente che può
bloccare la realizzazione dell’alta velocità. È la migliore risposta a chi in
qualche modo continua a dire che non c’è volontà politica. Chiomonte sarà la
prima tappa di questo percorso».
Ha approvato l'esito dell'incontro anche il presidente della
Provincia Antonio Saitta, il quale si è visto riconfermare la validità del suo
piano strategico di accompagnamento all’opera, che sarà finanziato con il 5%
del costo totale delle compensazioni. Con questo nuovo progetto definito “low
cost” - che prevede di posticipare nel tempo una serie di interventi non
ritenuti strettamente necessari fin da subito - si risparmierebbero 2 miliardi
e 600 milioni, da recuperare in una fase successiva.