Ora indagato anche il geometra del Comune di Chiomonte (nota a cura del Comitato No Tav Torino)
A distanza di sei mesi il geometra che firmò l'ingiunzione di rimozione delle recinzioni esterne al cantiere si ritrova indagato dalla solerte procura torinese "per false comunicazioni al pm": i giornali riferiscono di un interrogatorio durato 7 ore! La vicenda riguarda la posa, da parte di Ltf, di molte reti di recinzione in aree (vigne, strade interpoderali, museo archeologico...) diverse dal cantiere definito in progetto ed approvato dal Cipe.
Ecco quanto avevamo riferito il 7 Febbraio 2013 in proposito:
Per tornare ai giorni nostri, la questione di carattere legale è, in termini semplificati, la seguente: - per le recinzioni dell'area di cantiere esiste la "dichiarazione di pubblica utilità dell'area", connaturata con la delibera di approvazione del progetto da parte del Cipe; la forza di questo provvedimento è di rendere non più necessarie concessioni ed autorizzazioni edilizie degli enti locali; - per le recinzioni nelle restanti aree dovrebbero essere invece presentati al Comune i progetti e chieste le relative autorizzazioni edilizie. Esistono, è vero, ordinanze prefettizie che dichiarano esigenze di protezione delle aree per motivi di ordine pubblico, ma sulla superiore "forza" rispetto alle leggi in materia di edilizia e sulla reiterabilità nel tempo di tali ordinanze esistono fondati dubbi; su questa materia venne anche presentato un ricorso al Tar del Piemonte.
Sollecitato da cittadini ed associazioni ad intervenire contro il presunto abuso, l'ufficio tecnico del Comune di Chiomonte non potè sottrarsi, pena il rischio di "omissione di atti d'ufficio". Dura la vita dei tecnici di un Comune "toccato" dal Tav! |