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DOMENICA 30 MARZO 2008, A CHIOMONTE, L'ATTO DI ACQUISTO DEI PRIMI TERRENI

La vitalità, la fantasia, la determinazione, la creatività del movimento NO-TAV si sono nuovamente liberate, finalmente uscite da una fase di attesa, quella in cui si è stati a vedere (senza troppe illusioni) se veramente i tavoli istituzionali, politici e tecnici, potessero avallare le dimostrazioni di inutilità dell'opera cui erano pervenuti i loro lavori.
Davanti alla martellante campagna mediatica che dava il movimento per diviso ed ormai rassegnato, ridotto ad una nicchia di romantici, illusi Don Chisciotte era necessario riprendere l'iniziativa. L'idea di acquistare collettivamente alcuni terreni su cui potrebbero in futuro insistere dei cantieri del TAV ha avuto successo: 1543 adesioni alla prima tornata ed atto notarile da Guinness dei primati: un foglio lungo quanto due lenzuola, con le 1397 firme degli acquirenti. [Vedi COMUNICATO STAMPA]

Non sarà la presenza dei nuovi proprietari sui terreni, il giorno in cui si dovessero insediare cantieri, che da sola fermerà la Torino-Lione; ma questa forma di lotta contro la realizzazione dell'opera dota i cittadini di ulteriori diritti e strumenti legali per opporsi, aprendo l'accesso a pastoie burocratiche altrimenti non utilizzabili. E' semplicemente un nuovo granello di sabbia nei giganteschi ingranaggi della mega-macchina del partito trasversale degli affari, ma ha un significato forte, di opposizione legale e nonviolenta, che rimanda alla perfezione lo spirito del movimento NO-TAV. Non a caso viene guardata come esempio dalle tante altre esperienze italiane di lotta in difesa del territorio. Se ne sono dovuti accorgere anche i media.

 


Domenica 30 Marzo, alla Maddalena di Chiomonte, migliaia di persone provenienti da varie parti d'Italia si sono ritrovate ed hanno sperimentato sentimenti di rinascita, del ritrovarsi di affetti, di rinnovata convinzione delle proprie ragioni. Molti hanno visto per la prima volta le bellezze del luogo, i vigneti dell'Avanà recuperati con anni di fatica e contributi della UE (che alri, più recenti contributi potrebbero ora distruggere); i boschi di castagni, maestosi anche se ancora brulli, il villaggio neolitico di importanza europea. Hanno immaginato come l'uscita del tunnel di base in zona cancellerebbe queste risorse naturali e storiche dalla valle e si sono rafforzati nella convinzione che la cementificazione non potrà mai portare ad un futuro con una qualità della vita accettabile.

 


I convenuti hanno fatto festa, condividendo cibo e bevande, musica e danze, ma non hanno dimenticato di firmare un appello ai sindaci che, in buona sostanza, dice: non fatevi incastrare nella partecipazione ad ulteriori organismi para-istituzionali (Comitato di Pilotaggiodella Provincia di Torino) che col pretesto di stilare un "piano strategico per il futuro della val di Susa" mirano unicamente ad incassare un altro vostro passo verso l'accettazione del TAV.

(click sulle foto per ingrandire)