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LE MANI SULLA CITTA’ E SULLA LAGUNA

VENEZIA CREPA

 Dal 7 al 13 gennaio 2008
 Sale Docks ai Magazzini del Sale in Punta della Salute a Venezia

MOSTRA MULTIMEDIALE – MATERIALI FOTOGRAFICI E VIDEOINSTALLAZIONI:

NoMose – No grandi navi in laguna – No al moto ondoso – No all’esodo degli abitanti e alla trasformazione di Venezia in una Disneyland per milioni di turisti” mordi e fuggi” – No al patrimonio abitativo trasformato in Bed&Breakfast – No al degrado fisico e sociale della città - per uno sviluppo compatibile di una città unica al mondo che non ha bisogno di omologazioni e metropolitane sublagunari.

 A cura di:

Associazione AmbienteVenezia
Associazione Amici di Venezia
Assemblea Permanente NoMose
Assemblea Permanente contro il rischio chimico di Marghera
Coordinamento cittadino contro le grandi navi

Conferenza stampa lunedì 7 gennaio ore 17.00
Sarà presentato anche il video: Venezia e le grandi navi
autoprodotto da Multi Media Records S.A.S. di Fiesso d'Artico(VE).

Inaugurazione ore 18.00
Apertura ogni giorno dalle ore 14.00 alle 21.00


 SAVE VENICE

   La città sotto attacco da parte di vecchi e nuovi predoni, svenduta e violentata, lasciata al degrado, vilipesa nei sui monumenti abbandonati senza restauri continui, nonostante i fondi stanziati dalla comunità internazionale e dallo Stato negli ultimi quarant’anni per la salvaguardia di una città unica al mondo.
   Miliardi di euro dirottati per la costruzione di Ecomostri inutili e dannosi quali il Mo.S.E.
   Il massimo monumento della città, quell’Arsenal dei veneziani che ha fatto grande la Serenissima, trasformato nel magazzino per le paratoie che dovrebbero fermare il mare fuori della laguna o in sede di alberghi ed attività ancora una volta legate alla speculazione.
  Lavori di consolidamento e rialzo delle rive e delle fondamente condotti con tecniche costruttive e materiali che nulla hanno a che fare con le tecniche e i materiali tradizionali, collaudati per secoli per l’acqua e il suolo che costituisce l’ambiente lagunare.   Lavori in calcestruzzo e ferro che provocano crolli e cedimenti, ma che nessuno controlla, visto il monopolio assoluto di quel consorzio di imprese che cura studi, sperimentazioni progettazioni, realizzazioni e monitoraggi di tutte le grandi e piccole opere in laguna.
   Venezia travolta dalla marea della monocoltura turistica. Travolta e soffocata da venti milioni di turisti l’anno che la stanno trasformando in una Disneyland svuotata dei suoi abitanti.
   Turisti da “spellare” con il vetro made in Taiwan, da portare da Fusina a San Marco, da Punta Sabbioni a Riva degli Schiavoni, dal Tronchetto a Piazzale Roma con tanto di people mover sopra i palazzi.
  Palazzi ed ospedali da svuotare delle loro attività e svendere per trasformarli in alberghi.


SAVE THE LAGOON

   Una laguna manomessa da grandi opere devastanti. Un ecosistema complesso ridotto ad un braccio di mare, scavando e riscavando canali navigabili per far transitare navi transoceaniche completamente fuori scala rispetto alla città e alla sua laguna.
   Si dragano canali industriali da fanghi inquinati da smaltire a minor prezzo, costruendo isole artificiali avvelenate e collinette tossiche in gronda lagunare.
   Grandi navi da crociera che, con il moto delle eliche e delle immani masse di acqua, distruggono fondali e scavano sotto le millenarie fondamenta, inquinando l’aria con polveri sottili più che in tangenziale di Mestre.   Superpetroliere che transitano nella zona umida più importante d’Europa per rifornire di materie prime un polo industriale ormai obsoleto, che ha avvelenato gli uomini, gli animali, l’aria, l’acqua e il suolo per un secolo e che le multinazionali continuano a spremere fino a quando a loro converrà.
  Una laguna che si vuole omologare ad un futurismo di provincia, costruendo una metropolitana sub lagunare scavando un tunnel sotto il caranto per portare qualche migliaio di turisti in più da Tessera all’Arsenale.
   Una laguna in cui sfrecciano natanti che con il loro moto ondoso distruggono rive e barene.   Una laguna in cui vogliono costruire barene finte, dove non ci sono mai state, con i fanghi di risulta scavati sul fondo delle bocche di porto per lasciar posto al cemento del Mo.S.E..   Una laguna dove i fondali vengono addirittura arati dai pescatori di frodo di molluschi alla diossina made in Porto Marghera.


SAVE THE CITIZENS OF VENICE

   Venezia città intermittente, che si riempie di giorno di pendolari che portano il loro lavoro in città, di studenti e precari che vi vengono a studiare, a produrre e a vivere animando campi ed università.   Venezia città intermittente, che si svuota di notte perché le case sono troppo care per abitarle e conviene di più trasformarle in Bed&Breakfast per il turista “mordi e fuggi” di una notte.
  Venezia in vendita per l’economia globalizzata e per il turismo poco compatibile, che crea profitti immediati per pochi, ma che rischia di non lasciare nulla ai posteri.

  Venezia che ancora resiste perché attira sogni, creatività materiale e immateriale di nuovi e antichi cittadini che si possono riappropriare della città e della sua laguna, della sua cultura materiale ed immateriale volta all’equilibrio tra acqua, terra, attività umane ed ambiente.


Assemblea Permanente NO MOSE

 

Ultimo aggiornamento: Martedì, 8-gen-08