SAVE VENICE – SAVE THE LAGOON
APPELLO INTERNAZIONALE
Mortali speculazioni sono in atto sul
presente e sul futuro di Venezia e della sua Laguna
Dal 2008 al 2011 la “Serenissima" sarà definitivamente
uccisa dagli immani scavi e dagli altri
ciclopici lavori programmati dal Consorzio Venezia
Nuova per l'attuazione del Mo.S.E.,
finanziati per ulteriori 400 milioni di euro dal governo
Prodi prima di cadere.
FINORA, CON LE OPERE PRELIMINARI,
IN VIA DI CONCLUSIONE, AVEVANO SOLO SCHERZATO!
Lunate, dighe, isole artificiali davanti al
Bacan, porti rifugio, tutte opere che già hanno
cambiato le normali correnti e sconvolto l’idrodinamica
lagunare, NULLA SONO rispetto ai lavori che
stanno per iniziare.
Da fine marzo il transito delle superpetroliere
e delle altre mega navi, con pescaggio superiore ai
12 metri, sarà temporaneamente interdetto alla
bocca di porto di Malamocco, per l’inizio delle
opere di sbancamento per realizzare le fondazioni per
i cassoni del Mo.S.E. Si tratta di prefabbricati
grandi come condomini, dove saranno alloggiate le paratoie
e la sottostante vera e propria città sottomarina
costituita da locali, uffici e sale di regia del sistema
di opere che dovrebbe preservare Venezia dalle acque
alte.
Saranno scavati, per grandi profondità,
fin sotto al “caranto”, e completamento
cementificati, i varchi tra mare e laguna, realizzando
una soglia rigida cementificata a quota – 14
m. a Malamocco e poco meno nelle altre due bocche di
porto.
Cosa comporterà, dal punto di
vista geologico, lo scavo sotto il “caranto”,
lo strato solido di argilla compattata da millenni
che sorregge i limi e le sabbie su cui sorgono Venezia
e gli altri centri lagunari? Sotto questo
strato che, da scudo protettivo, agisce come
piastra di sostegno della città, vi sono importanti
giacimenti di gas metano. Cosa succederà quando
centinaia di piloni in cemento, lunghi 45 metri e larghi
un metro e mezzo, saranno piantati sul fondale delle
bocche di porto per consolidare il terreno e aiutarlo
a sostenere i milioni di tonnellate di peso dei cassoni
del Mo.S.E.?
Ce lo chiediamo perché non ci
risulta esista una Valutazione di Impatto Ambientale
di tali scavi di sbancamento e perché tutti
gli esperti di geotecnica dicono che lo strato di caranto,
materiale argilloso, con tracce di limo e carbonato
di calcio, molto consistente e compatto, non deve essere
interessato, né tanto meno danneggiato da operazioni
invasive dall’esterno.
Ce lo chiediamo perché non ci
risulta esista una Valutazione di Impatto Ambientale
dell’intera opera; e neppure un progetto esecutivo
complessivo del Mo.S.E., approvando, il Comitato tecnico
di Magistratura, volta per volta, i singoli stralci
del controverso progetto.
Al di là dei problemi di tipo
geologico, comunque, in conseguenza di questi interventi,
le azioni dirompenti delle maree e del moto ondoso,
invece che diminuire, aumenteranno insostenibilmente
nel numero delle frequenze, nelle ampiezze delle escursioni,
negli effetti dei maggiori e più veloci
volumi d'acqua che passeranno attraverso le bocche
di porto approfondite e completamente cementificate
e nei canali navigabili ancora più escavati
per permettere gli ingressi delle più grandi
navi porta containers e cerealicole fino alla zona
industriale, delle mega navi da crociera e dei
grandi traghetti davanti all’area marciana e
fino alla Marittima a Santa Marta.
La mastodontica ed irrazionale
macchina delle paratoie mobili, per gli immensi
costi economici ed ambientali di costruzione e per
quelli altrettanto insostenibili di funzionamento e
manutenzione, sottrarrà in perpetuo tutte le
risorse alle necessarie opere di manutenzione e salvaguardia
dei monumenti, degli edifici della città antica,
delle rive e fondamente, mentre soffocherà la
funzionalità e l'economia del porto.
Macchina delle paratoie mobili che, ben
che vada, sarà messa
in funzione due o tre volte l’anno, in
caso di marea al di sopra dei 110 cm. sul livello
medio del mare (nel 2007, se ci fosse stato il
Mo.S.E., non sarebbe mai stata messa in funzione),
costringendoci a convivere con le acque medio-alte
(dagli 80 ai 110 cm, le più comuni – fino
a 30 cm. di acqua in Piazza San Marco).
Macchina delle paratoie mobili che, mal
che vada, in caso di innalzamento
degli oceani per effetto dei cambiamenti climatici
previsti dagli scienziati nei prossimi 50 anni,
sarà inutilizzabile. Se il
mare si alzerà per più di 60 cm.
i flutti oltrepasseranno le paratoie e se si
alzerà di meno, comunque le paratoie dovrebbero
rimanere quasi sempre in funzione chiudendo la
laguna al mare. Questo vuol dire non solo che
Venezia affogherà nei reflui suoi e di
tutto il bacino scolante, visto che il ricambio
mare – laguna verrà ridotto, ma
che la sorte del Porto sarà segnata.
Già oggi tocchiamo con mano quanto
le "opere complementari" in costruzione e le aree
attrezzate (una piattaforma in cemento armato grande
quanto l’isola della Certosa - 20 ettari - a
S. Maria del Mare a Pellestrina) per pre-fabbricare
i ciclopici cassoni di fondazione delle paratoie, stiano
uccidendo una quantità di zone naturalistiche
insostituibili ed irripetibili.
L'aumento dei volumi e delle velocità dell'acqua
in laguna, provocati dalle modificazioni dell’idrodinamica
lagunare prodotta dai lavori del Mo.S.E., e l'aumento
del moto ondoso stanno già distruggendo e
in breve tempo annulleranno completamente la
maggior parte dei suoi preziosi ecosistemi (sono già in
atto lo scorticamento e la desertificazione
di moltissimi fondali - dove le alghe fanerogame,
essenziali per la vita nei fondali, stanno sparendo
-, del tutto simili agli effetti dell'onda
del Vajont sui prati di Longarone ).
Il tremendo nubifragio del 26 settembre
scorso, che si è abbattuto sull'area dei 98
Comuni del Bacino scolante in Laguna ha rammentato
a tutti poi che il pericolo, più che dal mare,
spesso, viene dalla terraferma.
La città di terraferma, l’entroterra,
il bacino scolante in laguna, la città d’acqua,
la laguna, le bocche di porto che ci mettono in comunicazione
con il mare infatti formano un unico sistema idrogeologico,
costituito da vasi tra loro comunicanti.
Stanno spendendo 4,3 miliardi
di € per un’opera controversa
che dovrebbe fermare l’acqua alta a Venezia
e invece l’acqua alta arriva a Mestre.
Possiamo dire – paradossalmente
- di essere stati fortunati il 26 settembre scorso
con l’alluvione che ha colpito i centri urbani
e rurali dell’entroterra: fortunatamente la laguna
e il mare potevano ricevere le acque piovane; sono
stati registrati solo +89 cm. sul livello medio del
mare.
Ma se le condizioni meteo e mareali fossero
state diverse? Se un forte vento di scirocco
avesse ingrossato la marea portando acqua alta eccezionale
in laguna, il deflusso dell’acqua piovana dal
bacino scolante sarebbe stato impossibile e avremmo
rischiato la catastrofe.
Tutti sanno che il 4 novembre 1966 non solo
il mare entrò in laguna, ma anche le acque dei
fiumi e del bacino scolante contribuirono all’acqua
alta record.
Ora noi ci chiediamo: e se capitasse un’alluvione
come quella di quarantadue anni fa … e se il
sistema Mo.S.E. fosse già in opera, cosa succederebbe
con le paratoie alle bocche di porto chiuse, a tenere
fuori il mare dalla laguna?
L’effetto del flusso di acque piovane
dall’entroterra, che non possono defluire in
mare perché le bocche di porto sono chiuse,
sarebbe o no devastante sia per Venezia e i centri
urbani lagunari, sia per Mestre, Marghera e tutta la
terraferma?
Nubifragi sempre più frequenti,
per i cambiamenti climatici globali, in coincidenza
con le alte maree aggravate anche dall'aumento
del livello dei mari, provocheranno delle catastrofi?
E i giovani veneziani di oggi, prima
di morire affogati nel catino chiuso dal Mo.S.E., avranno
appena il tempo di maledire i loro padri, incapaci
di capire e di opporsi con efficacia
alla miseria etica, e tecnica di ingegneri e
politici non meno cinici e/o incompetenti di
quelli invano denunciati dalla buona Tina Merlin
ben prima che il Monte Toc precipitasse nell'invaso
del Vajont?
Noi abbiamo fatto tutto quello
che era nelle nostre forze per opporci a questa pazzia
del Mo.S.E.
Finora non ce l’abbiamo fatta: ma non
pensiamo affatto di arrenderci!
Abbiamo raccolto migliaia di firme, organizzato
decine e di decine di incontri ed assemblee, prodotto
migliaia di volantini e comunicati, documentari in
cui tecnici ed esperti spiegano che il Mo.S.E. è inutile
e dannoso e che altre sono le soluzioni; ci siamo rivolti
invano a politici locali, nazionali ed europei, abbiamo
occupato più volte i cantieri, e i palazzi dei
poteri forti che sostengono questa follia, azioni per
cui saremo tra poco processati.
Ci siamo trovati di fronte la potenza
soverchiante di una casta politico-affaristica rappresentata
dal Consorzio Venezia Nuova, quel consorzio
d’imprese che da oltre vent’anni ha la
concessione unica, il monopolio esclusivo degli studi,
della progettazione, della realizzazione e pure del
controllo di tutte le opere in laguna, in spregio a
tutte le leggi e al comune buon senso.
Ci siamo trovati di fronte spesso l’indifferenza
dei pochi cittadini rimasti ad abitare una città antica
ormai ridotta quasi ad una Disneyland per il turismo
mordi e fuggi, ad un bed&breakfast per il turista
di una notte.
Ci siamo trovati di fronte spesso
l’inconsapevolezza dei cittadini di terraferma
che hanno dimenticato di vivere in una gronda lagunare
dove terra e acqua convivono in un equilibrio che è stato
rotto dagli interventi scriteriati del secolo scorso.
ORA SIAMO ARRIVATI AL DUNQUE!
O LI FERMIAMO ORA, PRIMA DELL’INIZIO
DELLE OPERAZIONI DI SCAVO PER LE FONDAZIONI DEL MO.S.E.,
O NON LI FERMIANO PIU’!
Le donne e gli uomini
dell’Assemblea Permanente
NoMOSE
Venezia, 6 febbraio 2008
Assemblea
Permanente NO MOSE |