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Milano

I SOLDI NON CI SONO? BENE, FACCIAMO IL NOEXPO

Ormai non serve più neanche l’immaginario creato a nascondere i debiti e disastri che Expo2015 ci farà pagare nei prossimi anni.
Hanno svelato, non a noi, i loro veri scopi con la lotta di potere per il controllo della So.g.e.. Il Governo ha tracciato la strada riconfermando la legge obiettivo e dando il via alle regalie di beni e patrimoni pubblici (Alitalia, legge 133 e relativi tagli a università e ricerca per fare due esempi) agli imprenditori amici e interessati al business Expo.
Tra legge finanziaria e decreti collegati sono già stati destinati più di 16 mld di Euro a Expo2015 (1,5 mld) e grandi opere, parecchie delle quali legate al piano infrastrutturale di Expo (TAV, TEM, Brebemi, Pedemontana). Il solito ricatto occupazionale, il solito disco delle grandi opere che fanno da volano all’economia. Bugie, storie vecchie, film già visti con tutte le conseguenze del caso (devastazioni ambientali, costi lievitanti, mafie, lavoro nero e mortale, affari per pochissimi, danni alla salute di molti).

Ma “il banchetto” è solo cominciato, e si chiedono più soldi. Addirittura c’è chi, udite udite il PD o il PDL o il PDLD?, invoca mobilitazioni bipartisan per chiedere a zio Silvio di aprire ancora la borsa. Ma quale? Tagliamo un po’ di sanità? Privatizziamo l’aria? Licenziamo un po’ di fannulloni? La Moratti si appresta a privatizzare quanto di pubblico è rimasto, e con la scusa di fare cassa si toglie di mezzo anche qualche rompiscatole incompatibile con la città vetrina. E poi soldi per far cosa? Altri regali agli speculatori che prendono i nostri soldi, distruggono i territori arricchendosi sul lavoro senza diritti e sicurezza, magari usando cemento marcio? Soldi per salvare immobiliaristi e costruttori indebitati o per far lavorare un po’ le varie Coop? Soldi per garantirsi i finanziamenti dalle stesse banche che sono protagoniste della crisi finanziaria? Perché non raccontate queste belle fiabe nei quartieri popolari dove già la terza settimana è un miraggio, o davanti ai cancelli delle fabbriche in crisi, o andate a raccontarlo ai precari e agli studenti che con i loro soldi ci facciamo una nuova bella tangenziale attorno a Milano, così, visto che i cervelli fuggono, meglio gasarli da piccoli che arricchire la concorrenza straniera.
Basta grandi eventi, basta grandi opere. Noi non pagheremo vostra crisi e il vostro Expo.

In piena crisi economica e finanziaria l’unica cosa di buon senso da fare è il NOEXPO 2015, ossia invertire la rotta. Prendere tutti quei bei miliardi di soldi pubblici e detassare salari, stipendi e pensioni; destinare risorse e reddito per la sicurezza sul lavoro e per ridurre la precarietà; creare fondi di sostegno agli affitti e al recupero del patrimonio edilizio pubblico e non regalare ogni mq di terreno alla speculazione; investire nelle energie rinnovabili, nel risparmio energetico, nella ristrutturazione energetica degli edifici; migliorare il trasporto pubblico locale e investire sulla mobilità sostenibile; investire nei cervelli e non nel cemento.
Con queste parole d’ordine saremo sabato 6 dicembre a Torino e in Val di Susa, perché sono due facce di una lotta per noi medesima contro lo sfruttamento dell’uomo e del proprio territorio, e porteremo questa voce allo sciopero generale del 12 dicembre.
Queste parole e i saperi che i territori e le lotte esprimeranno li butteremo in faccia a chi vuole decidere del nostro futuro sopra le nostre teste, a chi vede il business laddove ci sono vite, paesaggi, habitat, beni comuni.
Al vostro Expo non abbiamo mai creduto; ora, grazie a voi, alla vostra ingordigia, siamo meno soli. Il mostro che state progettando sarà il motore del nostro consenso e del resto chi semina vento raccoglie tempesta.
NO EXPO, NO TAV, NO alla devastazione dei nostri territori e delle noste vite

Comitato No Expo

Milano, 4 dicembre 2008

info@noexpo.it 

Ultimo aggiornamento: Giovedì, 4-dic-08