Falconara
Adè basta... Ora la palla passa... a noi
Questo gergo calcistico, "ora la palla passa a...", che in questi giorni di polemiche sulle due
nuove centrali termoelettriche che l'API intende costruire, viene ripetuto da politici locali e non, ripreso da quotidiani e organi di informazione,
si fa ogni volta più artefatto e ingannevole.
Un mantra che si ripete inducendoci al fatalismo e all'accettazione passiva del ruolo prescritto di comparse e spettatori più o meno informati e partecipi.
Degna metafora di quel rimpallo di responsabilità, tra amministrazioni destrorse e sinistrorse,
tra la Regione, i Comuni, i Ministeri competenti e i rispettivi uffici.
Ognuno ha una valida scusa, una necessità imposta e ineludibile,
per scaricare altrove le responsabilità, per renderle fumose e inafferrabili.
Perchè in realtà in questi anni, pochissime voci si sono levate a difesa della bontà, della sostenibilità ambientale, dell'opportunità e del buon senso del progetto API.
Perchè in realtà sarebbe arduo non considerare o minimizzare le critiche condizioni ambientali
in cui già versa Falconara a la Bassa Vallesina tutta, il sovraccarico di attività inquinanti e pericolose, la continuativa minaccia alla sicurezza, e il fatto oggettivo che questo nuovo progetto non possa che accrescere e moltiplicare questi fattori di criticità.
Perchè ancora, sarebbe imbarazzante non ammettere che le nuove centrali sono in palese contraddizione col Piano Energetico Regionale, che si affiancheranno alla già presente centrale elettrica IGCC e che non sostituiranno, anzi permetteranno il mantenimento del ciclo di raffinazione, proiettandosi magari verso il fiorente mercato degli scarti di lavorazione e dei rifiuti... altro che “polo energetico ambientalmente avanzato”, come recita il Protocollo stipulato con la Regione nel lontano 2003.
Di qui il gergo calcistico del rimpallo di questa bomba a orologeria, di cui nessuno
intende assumersene fino in fondo la responsabilità, al pari almeno di quanto tutti
concorrono nel pretenderne una parte del bottino.
Perchè alla fine del rimpallo i soliti a pagare saranno i cittadini che in quel territorio sono costretti,
e vogliono continuare, a viverci.
Allora visto che dopo l'autogol della convenzione Api/Amministrazione Brandoni (che invitiamo a leggere, perchè le cose da dire sarebbero molte...), mentre la palla passa alla Regione,
nel marciume generale degno di calciopoli,
ci vorrebbe un anticipo mundial alla Cannavaro o una spazzata in scivolata alla Gattuso.
Perchè solo la forza che sprigiona dall'attaccamento ad un bene comune
può resistere un minuto in più, anche nelle condizioni più avverse.
Ci riempiono di mille buone scuse per non fare assolutamente nulla, perchè niente turbi l'ordine imposto del gioco truccato, ma ce ne sono almeno altrettante di sacrosante motivazioni per dire che adesso basta, che adesso tocca, di nuovo a noi.
Perchè in ballo c'è la nostra salute, i nostri affetti, la Città dove viviamo e cresciamo, e la nostra dignità. In ballo ci siamo noi.
Un noi plurale e dalla molte facce, un noi costituito da tante differenze che parli a tutti,
e dove tutti parlino,
un noi al cui interno ci si liberi dei pregiudizi degli interessi particolari e delle etichette.
Un noi che interdica la politica e lasci esprimere i cittadini.
Un noi che appunto si esprime in assemblea.
Perchè se non si ha la forza il coraggio e la capacità di difendere i propri diritti
saremmo solo cittadini di serie B.
Perchè senza la riscoperta del valore della nostra comunità e dei suoi beni comuni
saremmo solo un ammasso di case isolate e grigi palazzi vicino ad una raffineria.
Quel noi che già raccoglie molte e diverse esperienze associative e individuali che negli anni hanno animato Falconara, ma che si apre, come sua natura, alla partecipazione all'espressione e all'esperienza di tutti,si rimette in cammino sabato, gridando adesso basta, anzi
ADE' BASTA!!!
Per una Assemblea Permanente contro le Centrali API
nocentraliapi@inventati.org
http://www.nocentraliapi.noblogs.org
da Comitato
contro l'inquinamento Api - Falconara |