il "caso Campania"
Appello
per una manifestazione nazionale di Napoli |
Per aderire all'appello invia un email a:
insurgencia@email.it |
Il "caso Campania" è diventato sui media italiani
ed internazionali un
simbolo di cattiva gestione, di malaffare, di clamoroso
fallimento per
un'intera classe dirigente che dovrebbe solo dimettersi,
incapace di
articolare un piano di smaltimento dei rifiuti minimamente
razionale ed
efficiente e di sottrarre il territorio all'azione
delle ecomafie ed alla
voracità di profitto dei potentati economici.
Con i numeri sconcertanti del disastro ambientale
e sanitario (il 45% almeno
del territorio campano inquinato, malformazioni
infantili dell'84% sopra la media nazionale e aumenti
della mortalità
tumorale del 12%, secondo i dati dell'OMS) si è alimentata
una
retorica cinica e rassegnata sull'eterno degrado del
meridione italiano, su
una sorta di cronica e quasi "antropologica" incapacità di
tutelare il
bene comune.
La realtà però è più complessa:
nel dramma campano, intrecciati con le servitù sociali
che affondano le
radici in tutto il secolo scorso, si manifestano gli
aspetti più aggressivi
della modernizzazione autoritaria e liberista.
Una minaccia sul presente e il futuro delle nostre
comunità, un monito
contro popolazioni, cittadini e comitati che resistono
alla devastazione del
territorio, dai No-Tav al No-Mose, dalla battaglia
contro le centrali
turbogas alla smilitarizzazione del territorio fino
alla
difesa dei beni comuni come l'acqua pubblica.
Innanzitutto un capitalismo parassitario, incontrollato
e autodistruttivo,
disponibile a sventrare il territorio per massimizzare
i profitti: in
Campania al disastro nella gestione dei
rifiuti solidi urbani si somma uno smaltimento abusivo
di enormi dimensioni
di rifiuti tossici e industriali che va avanti da decenni.
Larghe fette
del territorio sono state svendute alla funzione di
pattumiera di cicli
produttivi inquinanti per ammortizzarne significativamente
i costi
economici. Con un giro d'affari per miliardi di euro,
non è eccessivo
rimarcare che oggi la "pattumiera campania" contribuisce
in
maniera significativa al mantenimento del tasso di
profitto e alla
composizione del Pil nazionale! Come vi contribuisce
del resto con una mano
d'opera ancora sottopagata e a nero e con la forza
lavoro migrante
meridionale che ha ripreso ad aumentare in maniera
esponenziale. Un ruolo
garantito da comitati d'affari legali ed "extra-legali",
ma anche dal ceto
politico locale e nazionale.
Un destino simile a quello di parecchie aree del Sud
del mondo, come la
Somalia, zone magari in ombra rispetto all'attenzione
dei media mondiali. La
logica, del resto, è la stessa delle continue
aggressioni militari
finalizzate allo sfruttamento incondizionato delle
risorse ambientali ed
energetiche.
Altro elemento chiave è la questione democratica,
sempre più svuotata di
contenuti e strettamente connessa all'emarginazione
dei ceti
subalterni.
In Campania, in circa 14 anni di commissariamento "straordinario" sulla
gestione dei rifiuti, la "politica dell'emergenza" è diventata
una
strategia, un dispositivo per drenare soldi pubblici
sottraendo le scelte ad
ogni espressione di volontà popolare. Da Rastrelli
a Bassolino, dal
centrodestra al centrosinistra, un accordo trasversale
e consociativo ha
espropriato ogni luogo democratico per consegnarsi
agli interessi di
comitati d'affari come il gruppo Romiti (oggi
sotto inchiesta della magistratura). In più,
la resistenza sociale contro
gli inceneritori mortiferi e le mega-discariche, viene
diffamata come
rigurgito egoistico e localista, incapace di un discorso
pubblico generale,
quando non addirittura finacheggiatrice di interessi
mafiosi.
Un incredibile ribaltamento di ruoli, se pensiamo all'illegalità di
molte
scelte istituzionali, come le discariche di immondizia
"tal quale", o la scelta di aree protette e cave
precedentemente
sequestrate, dove gli sversamenti commissariali finiscono
per funzionare da
sanatoria di quelli abusivi...
Il muro di gomma dei poteri e degli interessi continua
così a ostacolare una
messa in discussione vera del piano rifiuti, una valutazione
autentica delle
alternative possibili nel rispetto di salute ed ambiente
e garantisce invece
la riproduzione di gruppi dirigenti delegittimati dalla
gente e dai fatti.
E' questa una condizione emblematica di quello che
in diverse forme avviene
in tutto il paese:
l'autismo dei poteri forti prevarica i voleri delle
comunità e porta avanti
piani regionali di gestione del ciclo dei rifiuti,
obsoleti e
dannosi, fondati esclusivamente sull' utilizzo di inceneritori
e discariche,
costruzione di centrali termoelettriche a olio combustibile,
a carbone, a
turbogas, progetti di rigassificatori oltretutto ancora
da sperimentare,
proliferazione di
insediamenti industriali altamente inquinanti
e nocivi in aree urbanizzate
e a ridosso di aree agricole. La politica delle grandi
e piccole opere che
vede una sostanziale continuità tra Berlusconi
e Prodi. In un contesto in
cui corruzione, commissariamento dei poteri democratici,
istituto della
"concessione" in regime emergenziale, diventano altrettante
strade per
tutelare l'arricchimento privato contro il benessere
collettivo.
Una situazione che accomuna le battaglie dei comitati
ambientalisti campani
a quanti, dalla Val di Susa e Vicenza fino alla Sicilia,
si scontrano con
l'impermeabilità della decisione istituzionale
rispetto alla volontà delle
comunità. Una situazione che ha spinto comunità,
comitati e associazioni a
riunirsi nel patto di mutuo soccorso ed a produrre
dal basso un nuovo
discorso pubblico, autonomo in difesa dei beni comuni.
Una solidarietà e una
condivisione che si è già espressa
anche a Napoli nella manifestazione nazionale del 19
maggio.
In questo quadro, tra i momenti chiave che nell'autunno
attendono il
movimento nazionale, c'è "l'inaugurazione" dell'inceneritore
di Acerra
prevista in ottobre. Bloccare questo passaggio scellerato è fondamentale!
Stiamo parlando dell'inceneritore più grande,
inquinante e obsoleto d'Europa
in una cittadina assurta a simbolo della devastazione
ambientale, che per un
colmo paradossale e beffardo è stata riconosciuta "Comune
in emergenza
diossina" già al tempo del governo Berlusconi...
In questi giorni è stato chiuso l'inceneritore
di Montale (Pistoia) per
immissione di sostanze tossiche fuori norma, poche
settimane fà la Corte
Europea ha condannato Brescia per il suo inceneritore
costruito senza una
vera valutazione d'impatto ambientale, mentre giorno
dopo giorno
vengono alla luce nuove informazioni scientifiche sul
carattere mortifero di
questi impianti, non solo per la diossina ma anche
per l'impatto delle
patologie da nanoparticelle e per il difficile
smaltimento delle polveri residue (circa un terzo della
spazzatura bruciata
si trasforma in ceneri altamente tossiche da smaltire
discariche speciali
Acerra, inoltre, è davvero un simbolo della
privatizzazione delle forme di
governo pubblico: l'appalto che consegnò alla
FIBE, oggi sotto processo ma
comunque a lavoro in quel cantiere, lo smaltimento
del ciclo rifiuti, le
delegò anche la scelta dei territori dove dislocare
gli impianti!
Quest'inaugurazione avverrebbe in contemporanea allo
sblocco dei progetti di
incenerimento in Sicilia e al rilancio degli altri
inceneritori in Campania,
da quello di Santa Maria la Fossa Ce) alle rinnovate
indicazioni in tal
senso del sindaco di Salerno sul proprio territorio.Il
mega-inceneritore di
Acerra è una minaccia per tutta la regione,
il fondamento di un piano
rifiuti inquinante come quello attuale, una barriera
potenzialmente
insormontabile per l' avvio di una seria politica della
raccolta
differenziata, perchè diventerebbe automaticamente
antieconomico.
Ma soprattutto rappresenta l'estrema ancora per il
mantenimento di una
gestione istituzionale che, pur delegittimata dal disastro
attuale, ha già
annunciato l'arrivo di circa 30 miliardi di euro(!)
per le "politiche
ambientali". Un enorme pioggia di denaro, dalla nuova
gara sullo smaltimento
dei rifiuti alle bonifiche. Risorse che rischiano di
essere nuovamente
gestite e sprecate secondo le pratiche opache che da
quasi trent'anni
(commissariamento alla ricostruzione del terremoto
e poi commissariamento
all'emergenza rifiuti) asfissiano la regione, con effetti
distruttivi sulla
qualità della vita sociale e della salute .
La Rete campana dei comitati in difesa della salute
e dell'ambiente, che in
questi mesi ha connesso le resistenze sociali da Serre
a Terzigno, da
Giugliano a Lo Uttaro e Napoli, insieme alla rete nazionale
Rifiuti Zero,
rivendica una radicale alternativa alle scelte attuali,
la partecipazione,
il controllo.
Chiediamo di abbandonare inceneritori
e megadiscariche per:
- Investire da subito in forme generalizzate di raccolte "porta
a porta", a
partire dalla frazione putrescibile e con finalità di
riciclaggio.
- Chiudere con le fallimentari gestioni dei commissari
straordinari,
costosissime e antidemocratiche.
- Restituire - dovunque sia stato calpestato - il potere
di programmazione e
di gestione alle comunità attraverso un percorso
di reale partecipazione
democratica e dal basso, previsto anche nelle convenzioni
europee (Aarus,
Alborg) e sistematicamente violata .
- Chiudere da subito e totalmente - senza deroghe di
sorta - con la truffa
dei sussidi all' incenerimento (Cip 6 e Certificati
Verdi )
- Puntare alla riduzione a monte dei rifiuti e far
decollare davvero
produzioni pulite, progetti estesi di riciclaggio e
di compostaggio,
sostituire gli inceneritori con sistemi di trattamento
meccanico/biologico
TMB.
- Il monitoraggio costante contro gli sversamenti abusivi
e un'operazione
trasparente di bonifiche del territorio, sotto controllo
pubblico.
Tutto ciò
consentirebbe di creare anche migliaia di nuovi posti
di lavoro.
Al tempo stesso sono indispensabili finalmente norme
nazionali come quelle
sugli imballaggi per perseguire l'obiettivo progressivo
dei rifiuti zero,
gia adottato da molte grandi città e stati.
Un obiettivo realizzabile a patto di abbandonare l'ideologia
della crescita
indifferenziata che è distruttiva dell'ambiente
e della salute. Un
alternativa praticabile anche in Campania, dove, a
dispetto della propaganda
più opportunista, ovunque è stato applicato
un progetto serio di raccolta
differenziata porta a porta (da Acerra a Grumo Nevano)
ha prodotto risultati
considerevoli in brevissimo tempo.
La continua mobilitazione delle comunità e delle
realtà di base, malgrado le
campagne intimidatorie della stampa, una dura repressione
e l'autoritarismo
del potere, ci dimostra che le popolazioni non hanno smesso
di credere nel
proprio ruolo e nella fattibilità delle alternative
per questo affermiano il
diritto di resistenza.
Pertanto facciamo appello ai comitati di cittadini,
alle comunità
resistenti, alle reti nazionali (acqua pubblica, No
centrali, No
elettrosmog, NO Mose, NO Tav, No Dal Molin, Altragricoltura),
ai movimenti,
al mondo del lavoro, all'associazionismo, per costruire
una mobilitazione
nazionale a Napoli alla metà di Ottobre .
Per dire no all'apertura del mega-inceneritore di Acerra
e alla devastazione
ambientale, per un piano rifiuti radicalmente diverso
senza inceneritori e
megadiscariche, scritto con la partecipazione di comunità e
comitati in
lotta.
Con una piattaforma comune che, insieme alle
altre mobilitazioni
dell'autunno, dai No-Tav, ai No Dal Molin, abbia come
obiettivo primario
nello scontro per un altro modello di sviluppo, il
rilancio del protagonismo
popolare e della democrazia dal basso in tutte le scelte
decisive sul futuro
delle comunità, sulla salvaguardia dei territori,
della salute e dei beni comuni!
Rete Campana dei Comitati per la difesa della
salute e dell'ambiente Rete Nazionale Rifiuti Zero
Adesioni :
Comitato contro il megainceneritore di
Acerra, Coordinamento
comitati emergenza rifiuti -Caserta, Coordinamento
dei comitati in difesa
del territorio Area Vesuviana, Comitato Serre per la
vita, Comitato Carmine
Iurio 23 febbraio - Campagna , Comitato Allarme rifiuti
tossici - Napoli,
Comitato Salute e Ambiente - Salerno, Assise cittadina
per Bagnoli,
Coordinamento dei comitati in difesa dell'acqua di
Napoli e Provincia,
Comitato in difesa del Vallone di San Rocco, Comitato
di Lotta Vele di
Scampia, Comitato contro la centrale termoelettrica
di Vigliena, Comitato
acqua pubblica Salerno, Comitato contro il termovalorizzatore di Acerra,
Attac Giugliano Fronte Popolare, Comitati in difesa della salute
Giugliano-Qualiano-Villaricca, Rete Campana Salute e Ambiente, Rdb Precari Autorganizzati
(Banchi Nuovi, MDA Acerra Bruno Buozzi, Udn), Confederazione COBAS, Federazione
Regionale Rdb/Cub, Mda Ex Macello Acerra,
CSOA Officina 99 - Na, Laboratorio Occupato Insurgencia - Na, Laboratorio
Occupato Ska - Na, CSOA DAMM - Na, Orientale Agitata, Rete per
l'autoformazione Uniriot Napoli, Laboratorio Sociale Diana - Sa, Red Link,
Sinistra Critica,......
Per aderire: insurgencia@email.it, diabolik61@virgilio.it
Comitato
in difesa del Vallone di San Rocco |