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La Selva, il Leviatano, la shock economy e noi.

La Libera Repubblica di Chiaiano e Marano. Ci sembra questa la migliore definizione per descrivere questi mesi di resistenza che hanno caratterizzato le comunita' di Chiaiano e Marano all'interno dell'area metropolitana di Napoli.

La resistenza delle comunita' contro la costruzione di una mega discarica da 700 mila tonnellate all'interno del Parco delle Colline Metropolitane e' senza dubbio il conflitto attorno al quale si stanno confrontando gli interessi moltitudinari, legati alla difesa dell'ambiente e della salute, e quelli dei poteri forti, legati alla costruzione di un piano rifiuti ideato dal governo sulla scorta di quanto fatto fino ad ora dai suo predecessori e dalle amministrazioni territoriali, per difendere gli interessi dei potentati economico finanziari legati a Confindustria (Mercegaglia, Romiti, ecc.). Uno scontro, durissimo, che sta avvenendo con l'intenzione da parte del potere centrale di costruire un modello repressivo da contrapporre alle lotte in difesa dei beni comuni. Abbiamo diverse volte affermato come i movimenti in difesa dei beni comuni, l'organizzazione dei comitati territoriali, la composizione moltitudinaria delle esperienze di lotta, la loro capacita' di nascere e crescere in base ad un legame biopolitico con il territorio, abbiamo rappresentato la vera novita' sulla scena dei movimenti antisistemici nel nostro paese negli ultimi anni. Lo sono stati e lo sono tutt'ora, grazie alla loro composizione e alla loro irriducibilita' ai meccanismi di governance e di mediazione politica, proprio per la loro stessa natura, proprio per la contrapposizione degli interessi che in questi conflitti viene espressa. Il lavoro svolto negli ultimi anni in Campania attraverso le reti in difesa della salute e dell'ambiente, le esperienze dei comitati e le resistenze delle comunita' , ha messo in modo un processo di presa di coscienza collettiva rispetto al dramma rifiuti che la nostra regione vive da decenni. Il crogiuolo di interessi, le truffe sulla pelle dei cittadini, il meccanismo sistematico di smaltimento di rifiuti pericolosi dal Nord e dall'estero nella nostra regione, ma anche le alternative a quello che e' ¨ il piano rifiuti costruito dai poteri forti, la raccolta differenziata "porta a porta", gli impianti di trattamento a freddo, gli impianti di compostaggio , la riduzione degli imballaggi, i diversi stili di vita ed un altro modello di sviluppo, sono diventati patrimonio collettivo proprio grazie alle esperienze di resistenza che hanno attraversato le nostre comunita' .

Dopo la resistenza di Pianura, con tutte le sue particolarita' e la sua complessita' , la rivolta contro la devastazione ambientale e' giunta nel cuore della metropoli, innestandosi nell'architettura delle sue relazioni sociali e dei suoi conflitti. Le esperienze di lotta di questi mesi hanno attraversato diversi quartieri della citta' , non solo contro la costruzione di nuove discariche, ma anche le esperienze dei comitati di quartiere per la raccolta differenziata "porta a porta" e per un nuovo piano rifiuti, hanno costruito un bagaglio di lotte, relazioni, costruzione di comune. Sono state queste le pulsioni ed i desideri che si sono scaricati sulle lotte delle comunita' di Chiaiano e Marano. La maturita' di questa resistenza, la sua dichiarata irriducibilita' , la sua capacita' di autogoverno del territorio, la maturita' collettiva nell'elaborazione politica e nell'individuazione di tattiche e strategie, sono stati la conseguenza di cio' che sul nostro territorio e' venuto a costruirsi gia' da un po' di tempo.

In pochi mesi si e' realizzato nell'area Nord di Napoli cio' che in altri territori del nostro paese e' avvenuto in anni, in alcuni casi diversi anni, ovvero la costruzione di una comunita' in lotta in difesa del bene comune. Ma la particolarita' di cio' che stiamo vivendo, non e' solo legata all' elemento della velocita' nella costruzione di un percorso di lotta, liberazione ed autogoverno.

L'angolo dello scontro tra gli interessi dei poteri forti e quello della moltitudine si e' notevolmente ristretto. Tutti gli elementi intermedi sono saltati. Il governo ha deciso di approvare un decreto legge ad hoc, che da un lato rappresenta l'affermazione degli interessi dei vari sistemi di potere forti e dall' altro rappresenta il massimo della repressione possibile contro le comunita' . La difesa degli interessi sistemici avviene esattamente come in uno scenario da shock economy. Davanti alla tragedia vissuta dalle nostre comunita' , legata alla questione rifiuti, davanti al dramma vissuto sui nostri territori, paragonabile solo al colera del 1973 ed al terremoto del 1980, la controparte ha risposto con l'accelerazione del business plain da costruire sulla pelle delle nostre comunita' . L'aumento degli inceneritori da costruire (erano "solo" due a luglio 2007, diventano quattro a maggio 2008), la possibilita' di mandare in discarica ogni tipo di rifiuto (legalizzando in questo modo lo smaltimento di rifiuti pericolosi che ha distrutto la nostra terra), la deroga a tutte le normative comunitarie previste in materia, rappresentano la ricetta dello shock condita da miliardi di euro che vengono incassati dai potentati economici. In un quadro assolutamente nuovo nella storia recente del nostro paese si inserisce lo scontro con le comunita' che viene completato con le norme sul decreto sicurezza. L' individuazione dei siti indicati come discarica quali zone di interesse strategico militare nazionale, l'utilizzo dell' esercito per difendere i siti con funzione di ordine pubblico, l' arresto ed il carcere fino a 3 anni per chi semplicemente blocca l'accesso ai siti, l'individuazione della figura dei "promotori" delle proteste che rischiano il carcere fino a 5 anni, inseriscono le lotte in difesa della salute e dell'ambiente in Campania in uno contesto di attacco diretto ai diritti e alla democrazia. Le cariche, i feriti, i fermi, gli arresti che hanno caratterizzato fino ad ora la resistenza di Chiaiano e Marano, sono avvenuti proprio alla vigilia dell'approvazione del decreto legge sui rifiuti. Davanti a leggi speciali all'utilizzo dell'esercito ed un contesto di minacce continue ed esplicite che il premier ha fatto a piu' riprese verso le nostre comunita' , completano quel quadro di attacco generale che rappresenta una drammatica novita' nel nostro paese.
In questo contesto la contrapposizione tra interessi dei poteri forti e quelli della moltitudine non puo' che passare attraverso le forme di autogoverno delle comunita'

Laboratorio Occupato Insurgencia


segnalato da Comitato in difesa del Vallone di San Rocco

 

Ultimo aggiornamento: Domenica, 20-lug-08