Riportiamo
in questa pagina un breve estratto della relazione
"Chiaiano emergenza ambientale e democratica": la
presentazione, due capitoli introduttivi (We
haven't got gardens-Non abbiamo giardini e
CHIAIANO NON E' SOLA) e l'indice
degli argomenti.
L'intero studio è raccolto in un documento
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documento
CHIAIANO EMERGENZA AMBIENTALE E DEMOCRATICA
elaborato
fra giugno e luglio 2008
Questo documento è stato
inviato via e-mail o consegnato personalmente a cittadini,
intellettuali, giornalisti, esponenti politici, sia
in Italia che all'estero. E' composto di tre parti
che possono anche essere considerate singolarmente.
La Parte Prima contiene i punti salienti del D.L. 90
del 23/05/2008, l'analisi critica di tali punti, la
valutazione d'impatto della megadiscarica e un insieme
di proposte per affrontare la crisi dei rifiuti.
La
Parte Seconda e la Parte Terza contengono approfondimenti
agli argomenti trattati. Ringraziamo sin d'ora coloro
che riterranno a loro volta di diffonderlo. Invitiamo
ad inviarci commenti nonchè ulteriore documentazione
ad uno dei seguenti indirizzi e-mail:
eegs@libero.it
(per contattare gli autori)
staff@chiaianodiscarica.it
(per contattare il presidio di Chiaiano)
Si ringraziano:
i comitati e la gente del presidio; i tecnici che hanno
effettuato i rilievi; il Centro Sociale Insurgentia;
l'Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno
d'Italia; i promotori dell'iniziativa "Chiaiano è sola?";
gli artisti, gli intellettuali, i giornalisti intervenuti
al presidio; la Fondazione Premio Napoli; i comitati
Meet Up di Giugliano, NO TAV della Bassa Val di Susa,
NO PONTE dello Stretto di Messina, NO DAL MOLIN di
Vicenza; tutti quelli che hanno dato una mano.
We haven't got gardens
Non abbiamo giardini
Se si demolisce la memoria recente, se la memoria
storica viene negata privandola del dibattito, è il
momento di dedicarsi all'analisi. La ragione mortificata
rende deboli e infelici.
Il Presidio di Chiaiano, alla Rotonda Rosa dei Venti,
vive di informazioni quotidiane che alimentano a volte
la speranza, spesso l'impotenza. Il Poggio Vallesana è diventato
la via del Presidio, un luogo di incontro. Molti si conoscono,
altri arrivano e senza difficoltà partecipano
alle discussioni, alla creazione di eventi che servono
a non far dimenticare. Circolano notizie, si ipotizzano
soluzioni alternative. Si comunicano stati d'animo: il
racconto, quel modo di spiegare le ragioni, il desiderio
e la necessità di condividere uno scopo. Ciò che
si sta definitivamente perdendo. Bisogna spiegare, farsi
comprendere. E l'impegno è costante, ognuno a
suo modo ha dedicato parole. Le parole non sono facili
da dire, soprattutto in questo momento, le parole sono
di pietra. Alcuni vanno in crisi, giustamente preoccupati
per la legge che prevede il carcere per chi "protesta",
e non li vedi per un po'. Ma le notizie giornaliere fanno
stare così male che non resisti, non si dorme
di notte. E ci si ritrova sempre lì. Alla Rosa
dei Venti. Con qualche manifesto in più da attaccare
o da tenere in mano in bella vista, perché te
li strappano dai muri. Il silenzio della stampa per alcuni
giorni ha provocato paura dell'isolamento, della chiusura
dei contatti al di là del confine. Qualcuno temeva
un'altra Bolzaneto. Eppure proponiamo solo soluzioni
alternative per la nostra vita, che proteggano la salute
già minacciata. La nostra e quella degli altri,
in qualunque posto vivano. Not In My Back Yard, non nel
mio giardino. Ma non abbiamo più giardini. E questo
ci unisce. Sentiamo la necessità di ricordare
Acerra, Pianura, Giugliano. Sono un lungo ed impressionante
elenco di veleni e la chimera delle bonifiche. L'Italia
dei rifiuti chimici, degli inceneritori e delle discariche.
Eppure il sole, anche quando non lo vedi, sai che c'è e
così teniamo vive le speranze. Il tempo ha però perduto
i suoi tratti di silenzio, nel cervello solo sirene e
rombi di elicotteri che ci sembra di udire anche quando
c'è quiete. Una rete di voci attraversa la città fra
le montagne di spazzatura. Si cammina con i fazzoletti
appoggiati sul naso e sulla bocca. Anche se ci liberano,
dopo molti giorni, da qualche cumulo, resta un tanfo
che fa bruciare la gola. E la creolina non basta, soprattutto
sul terreno impregnato di percolato. I sacchetti neri
sono mostri che si moltiplicano per strada ma coperti
dal bianco della calce sono meno mostri. Qualche bambino
con l'indice li punta: la neve. Questo quando non c'è vento.
Altrimenti ti copre i capelli, ti secca la pelle e ti
senti più vecchio. La strada è diventata
un luogo anche di messaggi, c'è chi li prepara
a casa, li scrive con la penna in stampatello e li porta
sempre con sé in modo da lasciarli in qualche
punto fuori dai confini. Alcune donne indossano magliette
su cui hanno ricamato frasi. Sono slogan per ricordare
che non è ancora finita. Si attende. C'è chi
distribuisce volantini e manifesti, chi s'industria a
preparare striscioni e bandiere. Altri, sono sempre presenti,
con il loro block notes, ai Consigli Comunali, alle riunioni,
per raccolgliere e organizzare materiale informativo.
Dal sito web "chiaiaNodiscarica" si diffondono
notizie, dibattiti, video, forum.
Gruppi più o meno nutriti improvvisano manifestazioni
non violente come il "softwalking", per far
capire anche a quelli meno attenti come si presenterà la
circolazione automobilistica ogni mattina, quando centinaia
di autocompattatori sfileranno in fila indiana per raggiungere
la discarica. Questo è uno dei nodi che i tenici
dell'Arpac non riescono a districare e si sono rivolti
all'Università di Tor Vergata (Roma) ma ancora
non sono tornati con la soluzione. Forse costruiranno
un ponte gigantesco sulle nostre teste. Siamo, comunque,
sempre inseguiti da camionette della polizia. Addirittura
durante il softwalking al centro di Napoli, qualcuno
si è girato e ha visto un "carrarmato" dietro
di lui. E così ha riferito: gli autocarri blindati,
oggi, oltre ad essere grandi e di ferro sono anche silenziosi.
I politici sfuggono, non rispondono alla crescente insoddisfazione
di bisogni collettivi. Hanno perso la memoria: "La
democrazia si fonda su regole certe e condivise finalizzate
ad indirizzare i rapporti politici, sociali ed economici
di una comunità verso una condizione di benessere
diffuso." Siamo costretti a ripeterlo spesso. Dov'è il
dialogo da cui dovrebbe scaturire la soluzione più saggia?
Ogni decisione sembra un copione, un appunto. Quale democrazia?
Forse solo una forma rappresentativa, più teorica
che reale che ha creato una profonda spaccatura tra il
mondo della politica da una parte e noi dall'altra. Si
militarizza il territorio, la legge limita ancor più l'informazione,
si prospettano nuove impunità. Si schedano bambine
e bambini Zingari. Hanno picchiato Rebecca Covaciu (premio
Unicef) e la sua famiglia. Fuori dall'Europa la chiamano "la
direttiva della vergogna". E non c'è da affannarsi
con accuse di buonismo: siamo buonisti. Chiaiano è solo
la punta di un iceberg. Proprio dalle terre più oppresse
dalla camorra arriva un segnale che l'informazione quasi
sempre evita di cogliere. Gente offesa dai modi violenti,
che si è sentita nemica interna dello Stato. Trattati
come una massa informe, come in una centrifuga, diventiamo
sempre più piccoli. E la logica è sempre
la stessa. Vogliono convincerci che la storia delle cose è così.
E' semplice il nostro no. Rifiutiamo una storia che rende
infelici. L'emergenza rifiuti è una loro invenzione
e non possiamo continuare ad assecondarla, perdendo pezzi
di futuro. Abbiamo alternative migliori. La "nostra
spazzatura" è quella di consumatori invitati
a comprare per la felicità. Chi non consuma abbastanza
non è un buon cittadino. La pubblicità ce
lo ripete in modo martellante in ogni momento della giornata.
Dopo l'11 settembre Bush non ebbe di meglio da dichiarare
che: "Shop!". Fu l'unica soluzione offerta
alle persone: comprare! Senza occuparsi delle conseguenze,
senza cura. Solo montagne di rifiuti seppelliti insieme
alle navi in fondo al mare, nelle cave, nelle miniere,
restituite all'aria dagli inceneritori. Not In My Back
Yard, non nel mio giardino. Ma non abbiamo più giardini.
E' per questo motivo che si ritiene possibile andare
oltre, di immaginare che il presidio diventi un osservatorio
permanente, sulla convivenza civile. Quella materia
che i bambini studiano a scuola, riscontrando non poche
difficoltà nel
riferirla alla realtà. Un laboratorio di "buone
pratiche" per incoraggiare a continuare il lavoro
affrontato in questi mesi anche con la collaborazione
dei diversi professionisti, artisti e istituzioni.
emilia santoro
CHIAIANO NON E' SOLA
E' piuttosto riduttivo riferirsi alla mobilitazione
di Chiaiano come a una protesta contro l'insidiamento
di una discarica. In realtà qui, come ad Agnano,
Acerra, Salerno, si avversa radicalmente il concetto
stesso di "discarica e termovalorizzatore",
visti come uniche e imprescindibili soluzioni al problema
dello smaltimento rifiuti. La normativa europea è molto
chiara. Stabilisce che la priorità è la
prevenzione e indica inequivocabilmente in riutilizzo
e riciclaggio la migliore opzione ecologica, rispetto
alla cosiddetta valorizzazione energetica. Nel respingere
quindi l'allestimento discariche e termovalorizzatori,
in quanto altamente inquinanti ed invasivi oltre che
antieconomici, si ritiene auspicabile l'avvio nel più breve
tempo possibile di un piano di dismissione su scala nazionale.
Per quanto riguarda il problema dello smaltimento delle
tonnellate di spazzatura in strada in Campania (che vanno
ad aggiungersi a quei milioni di "ecoballe",
in realtà solo rifiuti indifferenziati, stoccati
in depositi come quelli di Taverna del Re a Giugliano),
l'unica strada percorribile è rappresentata
dalla combinazione di diversi elementi (come precisato
nella seconda parte di questa relazione): immediata
attivazione di un corretto, capillare ed efficiente
Ciclo di Gestione dei Rifiuti; assunzione di provvedimenti
volti alla riduzione a monte degli imballaggi; ricorso
alle nuove tecnologie.
In queste ultime settimane, riguardo alla crisi dei
rifiuti, alcuni rappresentanti delle Istituzioni hanno
rilasciato dichiarazioni illuminanti, non rispetto
alle cose di cui parlano ma rispetto al loro livello
di competenza. O di onestà intellettuale. Se, ad esempio, il
sindaco di Napoli dichiara, sostanzialmente, che il termovalorizzatore
ad Agnano porterà sviluppo all'intera zona, compresi
i comuni limitrofi, senza aver cura di minimamente accennare
alle possibili conseguenze sull'ambiente, può significare
solo due cose: il sindaco non sa di cosa parla, oppure
lo sa e fa finta di niente. Sull'argomento smaltimento
rifiuti è in corso da decenni un dibattito planetario
che ha prodotto una vasta letteratura (di tipo saggistico
e giornalistico), tanto dal punto di vista tecnico-scientifico,
quanto da quello socio-economico (quindi politico). A
meno che non ci si affidi esclusivamente alla televisione,
non è così difficile informarsi al riguardo.
Sembra che il potere, nelle sue varie espressioni,
non si sia accorto che, rispetto solo a pochi anni
fa, la gente non si fa convincere tanto facilmente
da argomentazioni approssimative
e frettolosamente liquidatorie. E' semplicemente più informata.
Chiunque può essere in grado di farsi un'idea
abbastanza ampia sui termovalorizzatori e se vale veramente
la pena costruirli, considerati vantaggi, svantaggi e
alternative. Oppure se sia veramente sensato allestire
una megadiscarica, specie nella zona dalla densità abitativa
più alta d'Europa. Di controindicazioni, come
detto, ce ne sono ed esistono anche diverse alternative,
tante e tali da meritare di essere prese in seria considerazione.
Altrimenti è come se a un ammalato si dicesse
che, se anche esistono nuove cure, probabilmente più efficaci,
con minori effetti collaterali, forse anche più economiche, è da
preferire la cura antica perchè è quella
che si è sempre usata. Ha senso? Certamente no,
se lo si chiede all'ammalato. Sicuramente sì,
se lo si chiede al medico corrotto dall'azienda farmaceutica
che ha costruito la sua colossale fortuna (passata,
presente e futura) sulla cura antica. A meno di non
voler ritenere che il medico sia sinceramente, onestamente
incompetente.
Dalla "Prima Dichiarazione di Guerra ai Rifiuti" (il
Presidente del Consiglio era C.A. Ciampi, nel 1994),
i "medici" designati sono stati tanti. Oltre
ai Commissari Straordinari (nove, compreso quello attualmente
in carica), bisogna tener conto naturalmente anche
e soprattutto dei responsabili istituzionali locali,
Presidenti della Giunta Regionale,
Governatori Regionali, Sindaci, Assessori, Prefetti.
Sono esponenti di formazioni politiche di ogni colore
che si sono succedute, alternandosi, fronteggiandosi,
molto spesso anche consociandosi nella gestione del
potere. Ma questi partiti non avevano nomi folcloristici.
Non esprimevano idee politiche astruse dal contesto
nazionale. Erano e sono espressione di partiti presenti
in Parlamento, sostenuti dal ceto politico nazionale,
rappresentanti di bacini elettorali indispensabili
alla conquista dei seggi, tanto alla Camera come al
Senato. Quindi le responsabilità sono
ascrivibili anche agli esponenti politici nazionali,
Capi di Governo, Ministri, Sottosegretari. Altrimenti
che "responsabili" sarebbero?
Dunque se l'emergenza era tale già diciotto anni
fa, allora proprio "emergenza" non è.
Si può ricorrere a tale espressione quando si
viene sorpresi da un evento improvviso, inaspettato,
imprevedibile. Come un terremoto, un attentato terroristico.
O come una megadiscarica da 700mila tonnellate nel bel
mezzo di un'area abitata da centinaia di migliaia di
persone. Il disastro rifiuti, al contrario, è cresciuto
nel tempo, alimentato dal groviglio di interessi politici,
imprenditoriali e finanziari di cui ogni tanto, qui e
là, dalle inchieste e dai processi in corso, riesce
ad affiorare qualche traccia. Il tutto è stato
reso ancora più marcio dalle manovre della camorra
che, fra corruzioni e connivenze, si è insinuata
nei gangli del complesso meccanismo, arrivando a dettarne
tempi e modalità.
Secondo alcuni organi di stampa la camorra si sarebbe
insinuata, strumentalizzandole, anche nelle manifestazioni
di Chiaiano. Certo non si può escludere che qualche
tentativo sia stato fatto. La camorra esiste, non è mica
una leggenda. Risiede, vive ed opera anche da queste
parti. Si era detto che la Magistratura avesse avviato
indagini proprio per far luce su eventuali infiltrazioni.
Successivamente lo stesso Capo della Polizia, Manganelli,
ha dichiarato pubblicamente che non era emerso nulla
di rilevante. Si sa di tentativi di speculazioni edilizie
proprio su terreni adiacenti la Selva di Chiaiano. Speculazioni
che però si sta cercando di neutralizzare, estendendo
anche a tali terreni l'area destinata al Parco delle
Colline di Napoli. Del resto, riflettendoci, è davvero
difficile credere che la camorra possa davvero ritenere
minacciati i suoi interessi proprio da una discarica.
Più probabile che abbia già annusato l'affare
costituito dal passaggio giornaliero sotto il suo naso
di circa 150 autocompattatori carichi di "monnezza".
Se poi si pensa ai rifiuti tossici che per anni i camorristi
hanno smaltito per conto di industrie di tutt'Italia
in gran parte della Campania, soprattutto nel casertano
e nell'area a nord di Napoli, vengono i brividi (dalle
inchieste in corso stanno venendo fuori i nomi di tante
ditte delle province di Bologna, Brindisi, Cosenza,
Milano, Novara, Padova, Pavia, Reggio Calabria, Roma,
Torino...). Al riguardo però vale la pena chiedersi, come
si chiede Isaia Sales, scrittore ed esponente politico
campano "...la camorra casertana non è nata
ieri... essa aveva avuto un lungo insediamento storico,
una consuetudine pluridecennale con il potere politico,
un controllo asfissiante del territorio, attività economiche
legali e illegali di straordinaria importanza. Com’è potuto
accadere che per un ventennio su di essa ci sia stato
una così clamorosa sottovalutazione? Più di
qualcuno dovrebbe rispondere a questa domanda".
In questo senso, la militarizzazione dei siti imposta
dal Governo è assolutamente inidonea a rassicurare
gli abitanti della zona. E' anzi motivo di ulteriore
preoccupazione. Bisogna infatti considerare che la
cava in questione è solo una delle tante esistenti
nella Selva di Chiaiano, prese in analisi negli ultimi
dieci anni, anche dal Commissariato di Governo, per
potervi smaltire rifiuti di vario genere. In tali occasioni
venne ipotizzato lo sversamento di materiali inerti
(come quelli provenienti dalla bonifica di Bagnoli)
oppure la frazione organica stabilizzata prodotta dagli
impianti di CDR campani. La popolazione ha
sempre avversato con decisione questi tentativi, sostenendo
i progetti di riqualificazione del Parco delle Colline,
oggi messi in seria discussione dal decreto. Esiste
quindi il sospetto che l’apertura della discarica possa
rappresentare solo l'inizio di un processo che comprenderebbe
l'espansione dell’attività di sversamento
rifiuti anche alle cave contigue. Almeno due di esse
sono di proprietà della FIBE (Gruppo Impregilo
della famiglia Romiti), l’azienda che ancora fino
a pochi giorni fa gestiva gli impianti di CDR campani
e l'inceneritore di Acerra ancora in costruzione. Anzi,
la FIBE nel 2002 avrebbe acquistato queste cave proprio
per sversarvi le ceneri tossiche prodotte dall’inceneritore.
Il sospetto allora diventa quasi certezza, avendo ben
presente che il decreto, all’art. 9, autorizza
lo sversamento, nei siti campani individuati, anche di
rifiuti tossici e nocivi (tra cui le ceneri prodotte
dalla combustione di rifiuti). Il ricorso alla militarizzazione
dei siti, unitamente all'istituzione della Super Procura,
serve dunque esclusivamente ad impedire qualunque controllo
democratico su queste attività. E la gente ha
paura. Ha visto, sentito, letto dei veleni sotterrati
nella discarica di Pianura e di quelli sparpagliati nel
cosiddetto "triangolo della morte" (l'area
fra Nola, Marigliano Acerra). Conosce i dati sull'aumento
della mortalità provocata dal cancro in quelle
zone. Sa della diossina, delle nanopolveri, del PCB.
Sa che gli inceneritori sono complessi impianti industriali
che ingoiano tutto quello che gli si porta da bruciare,
lasciando scorie pericolose e diffondendo microparticolato
nell'aria, mai abbastanza intossicata. Avverte di essere
in grave pericolo, si rende conto che il territorio
in cui vive e l'ambiente che la circonda potrebbero
subire un processo di degrado irreversibile.
In Campania (come in altre zone) le amministrazioni
locali non hanno mai nemmeno lontanamente provato a
mettere in piedi un Corretto Ciclo di Gestione Integrata
dei Rifiuti e la "differenziata" non ha ricevuto
alcun serio impulso, in tutti questi anni d'emergenza.
Non una diffusa e capillare campagna promozionale,
quasi totale assenza d'informazioni e soprattutto una
tangibile mancanza di volontà politica. Persino
in questi giorni, con le strade sommerse dai rifiuti,
non sono stati diramati avvisi nè lanciati appelli
nemmeno per avvertire i cittadini di trattenere il
più possibile
il materiale non organico, al fine di ridurre almeno
un po' il carico di spazzatura. Ma (sorpresa!) molti,
spontaneamente lo stanno già facendo e probabilmente
il quantitativo di rifiuti in strada è aumentato
un po' meno del previsto. Questo dato però nessuno
lo rileverà mai. Il fatto è che la spazzatura
indifferenziata costituisce un lucroso affare, trattandosi
di un carburante quasi a costo zero, soprattutto per
le lobbies (politicamente trasversali) degli inceneritori.
Saranno fantasie, ma la sensazione è che in
questo momento sia in corso una accesa lotta fra chi
vorrebbe incenerire in loco la massa di rifiuti disponibili
(in gran parte sono già impacchettati) e chi
vorrebbe portarne almeno una parte rilevante agli inceneritori
già funzionanti. Basti pensare a quello di Brescia
dove, pochi anni fa, venne avviata una terza linea
d'incenerimento che "costringerà" all'importazione
di rifiuti per decenni. Potrebbe essere la reale motivazione
della "visita" all'inceneritore della città lombarda
di una delegazione del Comune di Napoli, sindaco in
testa. Si spiegherebbero anche le strane schermaglie
politiche dei giorni scorsi, cui diede inizio una dichiarazione
pubblica di Bossi. Senza nessun segnale precedente
o successivo del Commissario straordinario o dello
stesso Presidente del Consiglio, il leader leghista
affermò che
era venuto il momento per le regioni del nord di dare
una mano e prendersi un po' di spazzatura da Napoli.
Dopo le roboanti dichiarazioni di Berlusconi riguardo
al suo personale impegno per "salvare" la
città,
lo slancio spontaneo delle regioni padane è quanto
meno dissonante. Tanto più che solo qualche
giorno prima erano stati approvati due emendamenti
della Lega: nel primo si vieta tassativamente per i
prossimi tre anni lo smaltimento dei rifiuti campani
in altre regioni; nel secondo si stabilisce che i costi
dell'emergenza dovranno essere rimborsati interamente
dalla Regione Campania.
Il che significa che tali costi graveranno esclusivamente
sugli abitanti di questi luoghi, a cui saranno addebitati
anche i costi della mancata raccolta differenziata
attraverso una maggiorazione della tariffa per lo smaltimento
dei rifiuti. Se si aggiunge il sovrapprezzo del 6%
sul costo dell'energia elettrica che, in base ai famosi
CIP 6, serve anche e soprattutto a finanziare i termovalorizzatori
e viene addebitato direttamente ai consumatori sulle
bollette, si deduce che per molti campani si profilano
anche ulteriori difficoltà economiche.
A questo punto sembra appropriato ricordare il pensiero
di Francesco Saverio Nitti. Uomo di pensiero, studioso
di economia e di finanza, attivamente impegnato nel
campo politico, Nitti fu un riformista sociale, schierato
alla sinistra liberal democratica. Presidente del Consiglio
nel 1922, fu membro della Consulta poi dell’Assemblea
Costituente, infine del Senato della Repubblica. Scrisse
numerosi saggi sulla Questione Meridionale. ”...Lo
sviluppo del Settentrione -sosteneva Nitti -è dovuto
a cause storiche ed alla sua posizione geografica. Per
circa mezzo secolo è stato un drenaggio contuinuo,
un trasporto di ricchezza del Sud al Nord. Tale ricchezza
ha permesso la formazione di grandi capitali che han
reso possibile la educazione e la trasformazione industriale
del Settentrione. La posizione geografica di quest’ ultimo,
l’ essere cioe’ situato ai confini dei paesi
piu’ ricchi e colti di Europa,ha avuto inoltre
la sua enorme e benefica influenza... ...Nel 1887 è venuta
la politica doganale e il Mezzogiorno, da colonia di
contribuzione si è trasformata in colonia di
consumo in favore dei produttori settentrionali. Al
Sud non rimaneva che un solo privilegio: quello di
pagare le maggiori imposte. Il Governo prende le imposte
ed impone la corruzione politica...”
L'attuale Governo, forte dell'inequivocabile consenso
elettorale, sforna leggi a sostegno dell'intolleranza
ai limiti del razzismo di Stato, dell'impunità travestita
da garantismo, del populismo semplificatorio. Si può permettere
di considerare degna d'attenzione giuridica la mera "percezione
del pericolo". Affatto sostenuta dai dati statistici,
tale "percezione" viene abbondantemente gonfiata
da quella consistente porzione del sistema mediatico
quasi completamente al suo servizio. Può invece
concedersi di ignorare l'inquietudine suscitata da
un pericolo reale, tangibile, suffragata da argomentazioni
scientifiche, la cui espressione
però non può contare quasi su nessun sostegno
mediatico. Approfittando inoltre di un grave squilibrio
politico, causato dalla recente pesante sconfitta della
sinistra italiana, il Governo ottiene subito l'appoggio
praticamente incondizionato di una acquiescente opposizione
che chiede di andare avanti e, nel caso, rincarare la
dose. Come già chiarito in precedenza, le responsabilità del
disastro campano vanno distribuite tra tutti gli schieramenti
politici che si sono avvicendati al potere sin dal 1994
(inizio ufficiale dell'emergenza), sia a livello locale
che nazionale. Va altresì considerato che, almeno
dal punto di vista politico, le responsabilità maggiori
vanno ascritte all'attuale Governatore, Bassolino (attualmente
sotto processo), al potere da ben otto anni, che resta
pur sempre un esponente del maggior partito di centro-sinistra
e che resta, tutto sommato indisturbato, dov'era. Detto
questo, si può escludere che all'opposizione
molti abbiano interesse a chiudere sbrigativamente
la questione?
Intanto il Commissario Bertolaso finge di essere ben
disposto verso le istanze dei comitati locali, cercando
di ridurre il problema alla mera idoneità della
cava, per poi in pratica ignorare i risultati dei rilievi
tecnico-scientifici che la escludono inequivocabilmente.
Con l'attivo sostegno del Presidente del Consiglio, tenta
di blandire (con quelle che la stampa ha definito "ormai
rituali colazioni di lavoro") presidenti di municipalità,
sindaci, vicesindaci e assessori della zona, con l'offerta
di abbozzati piani di "compensazione" che,
indipendentemente dai contenuti, risultano davvero
fuori luogo.
Ettore Latteri
Indice degli argomenti:
Parte Prima
EMERGENZA AMBIENTALE E DEMOCRATICA
ASPETTI GIURIDICO-POLITICI
ASPETTI TECNICO-SCIENTIFICI
Valutazione d'impatto
→ Impatto ambientale
→ Impatto urbanistico
→ Impatto socio-economico
Discariche e termovalorizzatori (inceneritori)
PROPOSTE PER UNA DIVERSA GESTIONE DEL PROBLEMA RIFIUTI
1Piano Loris Rossi
2Ciclo di Gestione Integrata dei Rifiuti
3Le nuove tecnologie
a) Il trattamento meccanico-biologico (TMB)
b) Il dissociatore molecolare
c) Il sistema THOR
4Bonifiche
Parte Seconda APPROFONDIMENTI: LE ALTERNATIVE
LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SUI RIFIUTI
Gerarchia dei rifiuti: prima di tutto la prevenzione
e la riduzione
Raccolta differenziata per aumentare di almeno il 50%
il riutilizzo
Prevenzione, eco-design e responsabilità estesa
dei produttori
Una gestione dei rifiuti che non danneggi la salute e
l'ambiente
Autorizzazioni, responsabilità e sanzioni
EMERGENZA CHIAIANO di Latteri, Santoro - 2 -
Non ci sono "alternative" al Ciclo di Gestione
Integrata Dei Rifiuti
La raccolta differenziata
La raccolta differenziata porta a porta
→ Tipologia dei rifiuti: organico
→ Tipologia dei rifiuti: carta
→ Tipologia dei rifiuti: tipi di carta non adatti alla raccolta
→ Tipologia dei rifiuti: plastica
→ Tipologia dei rifiuti: plastiche molli
Riciclaggio dei rifiuti
IL TRATTAMENTO MECCANICO -BIOLOGICO (TMB)
TMB: il sistema di Tel Aviv (Israele)
TMB: il sistema di Sidney (Australia)
TMB: il centro riciclo Vedelago
IL DISSOCIATORE MOLECOLARE
IL SISTEMA THOR (TOTAL HOUSE WASTE RECYCLING)
GREEN PEACE: LA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI
LA TEORIA "RIFIUTI ZERO"
IL GAP TRA NORME EUROPEE E LEGGI ITALIANE
I problemi delle leggi italiane in materia di rifiuti
L'Unione Europea boccia l'Italia sui rifiuti
Indice Parte Seconda pag 33
Parte Terza APPROFONDIMENTI: RIFIUTI
E VELENI
LE DISCARICHE
I veleni italiani sversati a Pianura
I TERMOVALORIZZATORI (INCENERITORI)
La verità sui termovalorizzatori, ecco le conseguenze
ambientali
La termovalorizzazione è il più costoso
sistema
Termovalorizzatori: che cos'è il CIP 6
Termovalorizzatori: le fonti rinnovabili
I termovalorizzatori in Campania
EMERGENZA CHIAIANO di Latteri, Santoro - 3 -
Esempi di termovalorizzatori cosiddetti "virtuosi":
lo Spittelau di Vienna
Esempi di termovalorizzatori cosiddetti "virtuosi":
il Rivalta Scrivia di Brescia
L'Unione Europea mette in mora il Governo Italiano sull'ambiente
La malagestione dei rifiuti in provincia di Brescia
Costruiremo inceneritori americani vietati negli USA!
NOx
EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
Le cause
Emergenza rifiuti: problemi generali
Emergenza rifiuti: sanità e igiene
Emergenza rifiuti: effetto NIMBY
Emergenza rifiuti: istituzione del Commissariato
Emergenza rifiuti: procedure di infrazione e inchieste
giudiziarie
Emergenza rifiuti: i Commissari straordinari dal 1994
ad oggi
LA MANCATA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN CAMPANIA
LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI TOSSICI
La diossina
Diossina, Marfella: " Mi sono contaminato mangiando"
LE ECOMAFIE DEI RIFIUTI IN ITALIA
Industria, camorra e smaltimento dei veleni
LE BONIFICHE MANCATE
Campania, la regione dei veleni
Le bonifiche mancate: in Campania 250mila persone avvelenate
dai rifiuti
Le bonifiche mancate: Campania, 2550 aeree contaminate
Le bonifiche mancate: a Napoli pure il percolato è oro
IL PENSIERO DI FRANCESCO SAVERIO NITTI
IL PARERE DELL'ASSISE DI NAPOLI SUL DL 90 DEL 23/05/08
ULTERIORE MATERIALE DI APPROFONDIMENTO
(segnalato da: emiliasantoro@libero.it)
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