Domenica
1° Giugno
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
A CHIAIANO (Napoli)
Per la salute, per l’ambiente, per la democrazia, per la libertà di
movimento!
Concentramento alla metropolitana di Chiaiano - ore 16
Dalla selva di Chiaiano, un appello ai movimenti.
Per la salute, per l’ambiente, per la democrazia,
per lalibertà di movimento!
Chiaiano dopo Pianura, Giugliano
Serre, Acerra, Savignano… le lotte ambientali
che hanno infiammato tante
realtà della Campania non nascono, come racconta
la
disinformazione mainstream, dagli “egoismi del
popolo del
no”. Queste insorgenze sono la risposta ad un
esproprio
di democrazia ultradecennale che, come avvenne per
la lunga
stagione affaristica del Commissariamento post-terremoto,
ha
consegnato i nostri territori alla speculazione economica
e
finanziaria, alle ecomafie e agli interessi più indecenti
delle burocrazie politiche.
Le strategie della shock-economy campana hanno fatto
della
“categoria dell’emergenza” un dispositivo
di comando e
di profitto con cui ricattare continuamente le libertà
collettive, censurare il dissenso e le concrete alternative
possibili verso una indispensabile strategia Rifiuti-Zero
che protegga l’ambiente e la salute collettiva,
aprendo
anche nuove opportunità lavorative.
Le istituzioni e quell’ampio ceto politico, che
oggi
strumentalizzano retoricamente “il bene collettivo”,
hanno lavorato per oltre 14 anni alla frantumazione
di
questo concetto e alla contrapposizione tra le comunità,
oscurando l’esistenza di alternative concrete
incentrate
sul porta a porta, il riciclo, la riduzione degli
imballaggi, il compostaggio e gli impianti a freddo.
Il “decreto-rifiuti” del governo Berlusconi è la
consacrazione di questo processo e impone l’apertura
di
dieci discariche e quattro inceneritori che devasterebbero
ampie aree della regione! Proprio mentre in Sassonia
ci
dicono che riciclano almeno il 70% dei rifiuti campani
con
dei banalissimi impianti di differenziazione “a
valle”…
E’ un modello di profitto sempre più aggressivo
verso
gli uomini e la natura, che ritiene di sopravvivere
alla
crisi distruggendo il territorio. Dal rilancio del
Ponte
sullo Stretto alla TAV ai Rigassificatori fino
all’annunciato ritorno del cosiddetto nucleare
civile si
punta tutto sulle mega opere inutili e dannose e sul
rilancio del business a scapito della sicurezza del
lavoro,
della salute e dell’intera vita.
Le lotte contro le megadiscariche e l’incenerimento
hanno
invece costituito luoghi di condivisione, spesso autentici
“consigli dell’autogoverno”, magari
ancora confusi e
transitori ma capaci di fare rete tra le popolazioni
e di
ritessere dal basso nuovi modelli di bene comune.
La repressione che si sta scatenando violentemente
a
Chiaiano e che ha già ferito gravemente alcuni
cittadini
come quella che si annuncia verso le altre popolazioni
coinvolte dai provvedimenti del governo, non è però
l’ennesimo remake. E’ molto di più!
E’ la sperimentazione, con consenso pressochè bipartisan
(vedi in Campania il forte appoggio di Bassolino),
di un
modello di relazioni sociali sempre più militarizzato.
Un autentico salto di qualità nei modelli di
governance
del territorio:
c’è la produzione di norme penali “Just-in-time” per
colpire le figure sociali del dissenso, che affianca
anche
simbolicamente la decisione del sovrano e respinge
chi si
oppone nell’area della criminalità e dei
“comportamenti antinazionali”. Lo “stato
d’eccezione” – quindi - diventa categoria
fondamentale
per sostenere la qualità della decisione, rivelando
in
controluce la sua stessa debolezza, la sua delegittimazione
sociale.
La repressione violenta, l’ostentazione di forza
militare,
la diffusione sul territorio regionale di una infinità di
basi e depositi bellici, l’arrogante indifferenza
alle
sorti di intere popolazioni ne sono un corollario
inevitabile. La generalizzazione del collaudato meccanismo
della fabbrica della paura con cui provano a ghettizzare
interi gruppi sociali, come i migranti e i rom, nei
loro
intenti deve allargarsi e intimidire ogni forma di
conflitto
sociale.
Perciò “il destino di Chiaiano” (e
poi di Terzigno e
Savignano e Ferrandelle…) è così cruciale.
Lo sa bene
il governo che si prepara a riprodurre lo stesso dispositivo
per tutte le altre lotte ambientali (e non solo) ed
ha fatto
della “discarica a Chiaiano” un proprio
manifesto
politico. E non lo ignorano certamente i movimenti
che in
questi anni hanno declinato in autonomia ed indipendenza
politica alcune pratiche di decisionalità e
di democrazia
dal basso che sono sempre più minacciate e represse
dalla
militarizzazione delle pratiche di governo e dalla
limitazione degli spazi di lotta e di autorganizzazione.
Perciò facciamo appello ai cittadini, ai movimenti,
alle
comunità in lotta, dai No-Tav, ai No-Dal Molin,
ai
No-Ponte per una manifestazione a carattere nazionale
a
Napoli, domenica primo giugno. L’urgenza di questa
mobilitazione è dettata dall’importanza
generale della
posta in gioco che in questi giorni si sta palesando
in
Campania.
Per infrangere la cappa repressiva e l’accerchiamento
mediatico e politico contro le lotte sociali. Per fermare
la
deriva securitaria, la loro arroganza e la loro violenza!
Perché la resistenza delle popolazioni di Chiaiano
e
Marano come quelle di tantissime altre realtà della
regione e dell’intero paese sono momenti costituenti
di un
nuovo spazio pubblico in difesa dei beni comuni. Contro
la
devastazione dell’ambiente, contro la militarizzazione
ed
il disciplinamento coatto dei territori.
Per costruire nelle lotte e nella loro socializzazione
il
Patto di Mutuo Soccorso.
Comitati in difesa delle cave di Chiaiano
Reti campane contro la devastazione ambientale
info: retecampanasaluteambiente@noglobal.org - www.rifiutizerocampania.org |