MUTUO SOCCORSO -
di Chiara Sasso
Presidiare la memoria
CARTA settimanale 21 - 27 Marzo 2008
Presidiare la memoria. Lo ha fatto per anni con una
determinazione da far paura, Felicia Vitale Impastato,
abitando nella casa dove tutto ricordava Peppino. Due
stanze che si aprivano sul corso, una casa che era
diventata nel tempo una meta fissa per molte persone,
per scolaresche, per chi sentiva la necessità di
passare da quelle parti salutarla e chiacchiere di
Peppino. Una casa con appeso alle pareti un lungo racconto
fatto di fogli appiccicati, firme lasciate, poesie,
pensieri, fotografie, volti noti e meno noti che negli
anni hanno costruito una catena umana per non lasciarla
sola. Lei, Felicia, sempre più minuta, sembrava
sparire nell’abbraccio.
Oggi quella casa è su
YouTube. Casa della memoria non è solo
un nome suggestivo dato a quelle stanze, è una
realtà che molti hanno potuto conoscere. Sono
passati trent’anni da quel 9 maggio di sangue.
Mantenere viva la memoria senza trasformarla in retorica
non è cosa facile eppure ci sono riusciti.
Uno sguardo sempre rivolto ai giovani. Un Centro di
documentazione a Palermo diretto da Umberto Santino
che funziona. Una rete capillare in tutta Italia. Sarà un “Forum
antimafia dedicato a Peppino e Felicia”, una
manifestazione nazionale contro la mafia e anche un
momento che vedrà riunirsi “movimenti
dal basso nati in Italia negli ultimi anni con le lotte
sociali storiche”
L’appuntamento è a Cinisi e questa sarà l’occasione,
scrivono, per riflettere su molte tematiche, per far
sentire la propria voce, per ribellarsi: “siamo
convinti che costruire un mondo senza mafia è possibile”.
Scrive Giovanni Impastato: “Non possiamo continuare
ad aspettare, abbiamo perso troppo tempo. Se non riusciamo
a costruire un progetto e a trasmettere un messaggio
di fiducia e di speranza alle nuove generazioni, bombardate
da una strategia della diseducazione che indica come
esempi da seguire personaggi di successo cinici e sfrontati,
politici e rappresentanti delle istituzioni spesso
sotto processo o condannati per mafia, come
Dell’Utri e Cuffaro, difficilmente riusciremo
a far crescere in loro una coscienza democratica e
antimafiosa”. Per questo l’appello è esteso
a tutti. A quei Comuni che hanno dedicato in questi
anni una strada a Peppino Impastato, a chi fa cultura,
alle scuole, agli insegnanti, a chi ancora crede che
valga la pena spendersi.
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