MUTUO SOCCORSO -
di Chiara Sasso
Gioia Tauro
CARTA settimanale 1/7 Febbraio 2008
A proposito di pattume. Detto così è sbagliato
perché questo presidio risponde a tutto, meno
che ad una immagine negativa che la parola si porta
dietro. Anzi, è una vera Resurrezione. Capita
a Gioia Tauro un luogo segnato pesantemente sul piano
ambientale. Centrali turbogas, megarigassificatori,
il più grande inceneritore del meridione, anzi
l’unico, in via di raddoppio, un mega-elettrodotto
da 380.000 V, un mega-depuratore mal funzionante,
il porto, il più grande scalo commerciale del
mediterraneo con tutto il suo indotto. Capita anche
qui, come da molte parti d’Italia. Dal 17 gennaio
esiste un presidio permanente davanti all’inceneritore
di Gioia Tauro. Si sono organizzati dopo le segnalazioni
dei cittadini del Bosco/Sovereto dell'arrivo di numerosi
camion scortati dalla polizia. Subito un gazebo, una
brandina per trascorrere anche la notte, un fornello
per cucinare e stare insieme. Il presidio è promosso
da Mdt Movimento per la difesa del territorio in Calabria
insieme ad altri cittadini. Esiste un sito: (www.mdtcalabria.org)
dove sono elencati interventi: da Montanari e i suoi
studi sulle nano particelle, a Zanotelli. E’ proprio
il padre comboniano che rassicura i presidianti e li
solleva da eventuali sensi di colpa (non sentirsi solidali).
Non è in questo modo, trasportando la munnezza
da un luogo all’altro per l’Italia, che
si risolvono i problemi.
La Piana di Gioia Tauro è un territorio prevalentemente
coltivato ad ulivi e agrumi, un rapporto stretto con
la terra che viene sempre più stravolto, l’olio
presenta tracce di diossina. Cosa stiamo facendo? Grandi
opere, ricatto lavorativo per dieci-dodici persone in
cambio di una distruzione ambientale totale. Cosa stiamo
facendo? Si chiedono al presidio. Si chiede Renato giovane avvocato
il quale corre fra il presidio e lo studio, manda fax
e scrive lettere al prefetto. Piccoli risultati fino
ad oggi insperati si stanno ottenendo, una commissione
d’inchiesta che verifichi la compatibilità del
raddoppio dell’inceneritore con gli altri impianti
inquinanti e l’ambiente circostante ed un controllo
preventivo da parte dell’Arpacal sulla spazzatura
in arrivo da Napoli. Cosa stiamo facendo? Forse si sta
inventando altra politica. Ma è una brutta parola
cerchiamone un'altra. |