Turbogas Aprilia
APPELLO
PER LA GRANDE MANIFESTAZIONE DELL’10 GIUGNO 2007
La nostra battaglia di civiltà continua.
Chiamiamo nuovamente a sostenerci, a manifestare al
nostro fianco, uomini e donne di tutte le l’età,
di tutte le estrazioni sociali, economiche e politiche
per la difesa del territorio, dell’ambiente e
della salute umana.
Ignorando tutti gli allarmi sullo stato di salute
del pianeta, sui crimini ambientali che l’uomo,
con il suo modello di sviluppo, compie ogni giorno
a danno della nostra madre Terra, sugli esiti
catastrofici che la perseveranza nell’utilizzo
dei combustibili fossili provocano e provocheranno,
il governo italiano, attuale e precedente, ha scelto
di autorizzare nei fatti e nel diritto una Centrale
Turbogas da 750 MW nel Comune di Aprilia.
Dopo anni di lotte, e grazie ad una mobilitazione
popolare che nell’ultimo anno ha raggiunto decine
di migliaia di persone in tanti comuni della periferia
sud di Roma e dell’Agropontino, e non solo nel
Comune di Aprilia, questo percorso sembra essere arrivato
nella fase decisiva.
Le nostre istanze sono ormai arcinote al mondo istituzionale
e politico, abbiamo esposto le nostre preoccupazione
in ogni sede, dai Comuni fino ai due rami del Parlamento
Italiano. La stessa Regione Lazio, pur avendo concesso
una determinante e non giustificabile intesa al Progetto,
ha poi chiesto con ben due Mozioni approvate dal Consiglio
Regionale, addirittura la sospensione dell’autorizzazione
emessa dal Ministro Bersani.
Negli ultimi mesi abbiamo costruito, con il sostegno
di quanti ci hanno supportato, un percorso articolato,
dal ricorso al TAR del Lazio, che si pronuncerà il
19 Luglio pv, al Tavolo della Salute, attivato dall’ARPA
regionale per monitorare i livelli di inquinamento
esistenti e la loro interazione con gli inquinanti
prodotti dalla eventuale centrale. Abbiamo sostenuto
con forza l’incompatibilità dell’impianto
con altri insediamenti industriali a Rischio Incidente
Rilevante e sottoposti alla normativa Seveso, così come
abbiamo denunciato la vergognosa collocazione adiacente
al nucleo urbano di Campo di Carne e che vede la presenza
di più di 250 mila abitanti nel raggio di 20
Km. Non in ultimo abbiamo contestato irregolarità di
rilievo penale nel processo di definizione urbanistica
dell’area interessata dall’impianto, così come
abbiamo chiesto di approfondire la valutazione dei
reperti archeologici che abbiamo scovato sul terreno
di costruzione dell’impianto.
Sono tanti quindi i tasselli ancora aperti che ci
fanno sostenere che questa partita è aperta,
che non è questo il momento delle soluzioni
di forza e dell’esasperazione del clima.
I tentativi, ripetuti negli ultimi giorni, di cingere
con una recinzione in rete metallica il terreno sono
chiari segnali di insofferenza alla nostra meravigliosa
reattività. Da quasi tre mesi centinaia di cittadini
e cittadine presidiano giorno e notte questo terreno,
con tutti i disagi che questo comporta, e solo
grazie a questa forza popolare straordinaria ed inedita
per il nostro territorio abbiamo impedito che la prima
pietra fosse posta già da un pezzo.
Il 10 giugno una nuova grande manifestazione animerà il
nostro territorio. Saremo in tantissimi per dire ancora
una volta che cambiare rotta è necessario. I
segni della catastrofe ambientale, le indicazioni dell’Unione
Europea, gli sforamenti al Trattato di Kyoto, la rinnovata
sensibilità mondiale su questi temi, non possono
rimanere solo enunciazioni di principio. Fermare queto
impianto significherebbe invertire il trend, dare terra
a idee che rischiano di restare solo enunciazioni di
principio prive di qualsiasi valore nella vita di milioni
di esseri umani.
Percorreremo ancora una volta, con la nostra gioia le
piazze e le strade fino a occupare in tantissimi il
terreno su cui dovrebbe sorgere l’impianto, in
attesa che lunedì 11 giugno, data annunciata
per un nuovo avvio dei lavori, passi senza conseguenze
e sia preceduta e sostenuta da una grande risposta
civile.
Un atto di disobbedienza alla legge che è invece
di profonda obbedienza alla propria coscienza, alla
propria dignità, all’amore per il pianeta
terra, nostra sola grande casa comune. Saremo in tantissimi.
Rete Cittadini contro la Turbogas
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