Venezia 19-01-08: siamo
tutti campani
SABATO 19 GENNAIO 2008 -
GIORNATA DI SOLIDARIETA',
PER DARE VOCE , ANCHE
NEI NOSTRI TERRITORI, A TUTTE LE COMUNITA’ CAMPANE
CHE DA SETTIMANE, CON BLOCCHI E PRESIDI, DIFENDONO
LA PROPRIA SALUTE E IL TERRITORIO.
Mass-media e potere politico sulla
vicenda dei rifiuti in Campania stanno mostrando il
peggio del peggio.
Il partito trasversale dei rifiuti
fatto di mille intrecci tra interessi mafiosi collusi
col potere economico e politico, con il supporto di
buona stampa e tv locale e nazionale, spingono per
imporre dall’alto agli abitanti del territorio
napoletano la riapertura di una vecchia discarica incontrollata
e pericolosa e di due nuovi inceneritori.
L’’’emergenza’’ rifiuti
a Napoli e dintorni, per amministratori locali e nazionali,
va risolta con i soliti rimedi pericolosi e nocivi
quali discariche e termovalorizzatori, presentati dalla
stampa, dentro una campagna di disinformazione, come
la migliore tecnologia possibile e scagliandosi perciò contro
tutti quei cittadini che invece giustamente denunciano
tutti i problemi di questo piano di smaltimento rifiuti,
arrivando a presentare chi difende il proprio territorio
e i beni comune come un come un egoista ed irresponsabile.
Chi protesta viene criminalizzato,
militarizzato il territorio, gli spazi di democrazia
partecipativa cancellati e per chiudere il cerchio
si da’ pieni poteri ad un commissario straordinario
De Gennaro, tristemente noto per essere stato a capo
della polizia durante le cariche del G8 di Genova,
con lo scopo di risolvere la questione in termini
di ordine pubblico.
Ma giornali, tv, amministratori
non danno spazio alle vere ragioni della protesta,
del perche’ tanti uomini e donne si organizzano
dal basso per difendere il loro territorio e la loro
vita.
Non descrivono la situazione sanitaria
disastrosa in quei territori fatti di percentuali di
tumore anche del 98% superiore alla media; non parlano
della sofferenza e del dolore di chi ha avuto
figli con malformazioni genetiche o tumori incurabili
frutto dell’inquinamento prodotto dalle 900 discariche
incontrollate piu’ le 156 pseudo controllate
che ci sono in Campania che raccolgono quel 30% di
rifiuti tossico-nocivi industriali prodotti in Italia
che spariscono senza lasciare traccia .
Gli enormi interessi che generano
profitti da capogiro, legati al traffico di rifiuti,
bloccano da anni tutte le proposte dei cittadini di
avviare il riciclaggio, il riuso, la differenziata
spinta, altre forme non invasive di smaltimento.
Speculazioni, interessi illeciti,
aziende di smaltimento rifiuti sotto il controllo della
mafia hanno utilizzato e stanno utilizzando il sistema
produttivo Veneto che sforna ogni giorno l’oro
nero sotto forma di tonnellate e tonnellate di scarti
inquinati di lavorazioni chimiche da P.Marghera, ma
non solo, per distribuirli nelle discariche Campane
eludendo controlli e costi.
Per decenni questi scarti sono stati
utilizzati per imbonire il nostro territorio o versati
nelle tante discariche locali, dandoci il primato di
territorio tra i piu’ inquinati d’Italia
mentre oggi con il loro carico di morte prendono altre
strade.
Capiamo e condividiamo fino
in fondo, le ragioni delle comunità Campane,
il loro rifiuto degli inceneritori che dagli anni 70
fino a meta’ ottanta hanno nei comuni della Riviera
del Brenta, secondo una recente ricerca di Provincia,
Regione, ASL, per l’esposizione a diossina, causato
un grande eccesso di tumori ai tessuti molli.
Le lotte delle popolazioni locali
negli anni 80 hanno imposto la chiusura degli inceneritori
di Sacca Fisola e Mirano costringendo anche a Venezia
l’amministrazione a ripensare ai metodi di smaltimento
rifiuti.
Oggi Venezia non e’ sicuramente nella
situazione di Napoli; ma ancora molta
strada deve essere fatta per garantire una gestione
dell’intero ciclo rifiuti veramente sicura;
cosa che nessun incenerimento sebbene di piccole
quantità puo’ garantire.
Bisogna evidenziare che ci sono
dei limiti strutturali dell'impianto integrato di Fusina:
dal 1998 è attivo un inceneritore
(che qualcuno chiama termovalorizzatore), che sicuramente
non è di ultima generazione, e che brucia 56.000
tonnellate/anno di rifiuti tal quali, che arrivano
in prevalenza da Venezia insulare e che non sono differenziati
in alcun modo.
Le emissioni atmosferiche prodotte
dall'inceneritore ( chiamate anche "perdite gassose" )
sono il 68% di quanto bruciato ( 38.000 tonnellate
anno) contengono prodotti estremamente pericolosi come
Diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli
pesanti, polveri sottili e schifezze varie.
Inoltre dalla combustione dei rifiuti
restano 15.000 tonnellate anno di scorie e 3.000 tonnellate
anno di ceneri pericolose che vanno poi collocate
in apposite discariche.
Altri limiti dell’impianto
di Fusina, sono relativi alla non sempre controllabile
purezza della composizione del CDR che viene prodotto
e che arriva, i controlli non sempre puntuali, ci fanno
capire che l’obiettivo difesa totale della salute
e territorio non e’ ancora raggiunto e che bisogna
fare passi ulteriori.
Per quanto riguarda poi la sperimentazione
di utilizzo di quote di CDR miscelato al carbone
nella centrale ENEL di Fusina ( che qualcuno considera
un esperimento estremamente positivo), sottolineiamo
che da sempre siamo contrari all'utilizzo del
carbone che crea gravissimi e pesanti inquinamenti
atmosferici;
la soluzione dell'utilizzo del metano
come materia prima, proposta fin dagli anni '80, eliminerebbe
del tutto gli ossidi di zolfo, le ceneri e le polveri
e diminuirebbe di quasi il 50% l'inquinamento derivante
da ossidi di azoto e anidride carbonica.
Ricordiamo che due sezioni
della centrale sono già strutturate per funzionare
a metano.
Inoltre la produzione di energia
potrebbe abbonbantemente provenire da fonti veramente
pulite come dal settore solare (pannelli solari e fotovoltaico)
La soluzione al problema rifiuti
rimane la strategia rifiuti zero fatta di varie azioni
che vanno:
all’informazione e formazione,
alla riduzione all'origine della
produzione dei rifiuti (gli imballaggi sono dal
30 al 40% dei rifiuti e sarebbero facilmente e drasticamente riducibili
),
al riciclaggio spinto,
alla stessa eliminazione alla base
del componente piu’ pericoloso nel rifiuto cioe’ la
PLASTICA.
L’eliminazione della plastica
nei rifiuti sotto forma di sacchetti di plastica e
di imballaggi permette di abbattere la produzione di
diossine orientando cosi’ la società dei
consumi verso altre opportunità ecologiche.
La lotta portata avanti da tanti
cittadini di questo comune contro il ciclo del cloro
di Porto Marghera che produce tutti i derivati della
plastica non va solo nella direzione di eliminare il
rischio chimico ma anche un prodotto pericoloso nel
suo uso e smaltimento
Associazione AmbienteVenezia
Associazione Gabriele Bortolozzo
Associazione "non è che
l'inizio"
Medicina Democratica
Assemblea Permanente contro il
rischio chimico
Assemblea Permanente NoMose
Coordinamento cittadino Contro
le Grandi Navi
Assemblea
Permanente NO MOSE
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