Voci da presidi in marcia
Chi imbocca la Val Sangone provenendo
da Torino viene accolto alle porte di Trana da una
cava di amianto: è dismessa
da anni, incombe sulle prime case e attende ancora
una seria bonifica. Non è una buona accoglienza.
Spiegano i geologi che si tratta della stessa vena
che unisce Trana a Balangero: dalla Val Sangone alla
valle di Lanzo passando per la Val di Susa. Varrebbe
la pena di fare un bel tunnel sotto queste montagne
deve aver pensato il ministro Bianchi che di amianto
evidentemente non capisce granché e di treni
probabilmente ancora meno visto che sogna montagne
russe sotto i paesi e sopra le vallate. Ma tant’è.
E giù a dargli corda ministri dalle mani pulite
e la coscienza sporca e a seguire madama presidente
di regione ambientalista-pentita: per un business
che ci sfugge in una valle non attratta dal progresso
ecco un nuovo menù da servire
ad altri montanari forse ignari e sprovveduti. Che
si scannino tra loro devono aver pensato, e un cortile
almeno sarà nostro.
Ma quelli della Val Sangone non l’hanno presa
proprio bene: messo a tacere l’Osvaldo furioso
che credeva di regnare sulla valle intera hanno pensato
bene di mettere su in quattro e quattr’otto una
marcia di protesta. Per rimandare il trenone in val
di Susa? Ma neanche per sogno! Sentiti i valsusini
-che già da un po’ scalpitavano e da
più tempo
ancora avevano smesso di credere a Babbo Natale ed
alle sue compensazioni- hanno pensato di unire le
forze e si son dati da fare per respingere al mittente
la proposta. Proprio imprevedibili questi indiani
di valle: due diverse tribù, due valli vicine
decidono che di calumet della pace
non è proprio il caso di parlare e lucidano insieme
l’ascia
di guerra. Sempre con la benedizione della Madonna
del Rocciamelone, s’intende, che nessuno travisi
il senso delle parole!
E i sindaci? Chissà che questa volta non si
tirino un po’ fuori era la speranza dei grandi
strateghi che riprendevano a farsi scudo dell’Europa
e delle sua presunta fretta di elargire fiumi di denaro
alle cooperative rosse dopo aver deluso le aspettative
della famiglia dell’ex ministro talpa. Niente,
un'altra delusione: i sindaci, con le loro belle
fascie tricolore ancora in prima fila. E tutti a dire
NO TAV e anche NO al raddoppio camuffato del traforo
autostradale del Frejus e a chiedere il contingentamento
dei TIR. Ah, per chi si fosse distratto c’è
anche la questione dell’acciaieria che semina
in Val di Susa, con il nullaosta della Provincia, più diossina
e PCB di tutte le acciaierie della Germania .
E non si son fermati qui questi indiani irriducibili:
qualche segnale di fumo dalle alture vicine, qualche
telefonata dal cellulare sempre caldo, ancora qualche
email e in men che non si dica accorrono le tribù del
Veneto, del Trentino…
Lo chiamano Patto di Mutuo Soccorso e pare proprio
che funzioni: le diverse tribù non vivono in
poveri accampamenti ma hanno riscoperto i tendoni e
le casette di legno: li chiamano presidi e hanno scoperto
che lì dentro persone lontane milla miglia l’una
dall’altra riescono a parlare tra loro, a capirsi,
a far progetti insieme e…
Non sono tribù di nomadi, ma non disdegnano
di tanto in tanto affittare un pullman e girare per
l’Italia:
oggi a Trana, ieri a Vicenza, prima a Bolzano, poi
a Bassano, i più arditi giù in Sicilia….
Turismo militante lo chiama qualcuno con un pizzico
di ironia; fatto sta che le agenzie di viaggio dei
partiti di quella sinistra che amava definirsi radicale
cominciano a preoccuparsi e chissà a cosa pensano
i loro manager quando vedono andare in fumo quella
manciata di voti che ha scalzato il nano…
Il giorno dopo la marcia Trana-Avigliana, La Stampa
di Torino titola: “I NO TAV si fermano a 15.000” suggerendo
già dal titolo: avete
visto? Ricordate quanti erano poco più di un
anno fa? Oggi sono stanchi, rassegnati e forse convinti
che ormai non c’è più niente da
fare. E forse molti hanno capito che il TAV non è poi
così male…
Anche i Torinesi cominciano
a non poterne più di
sentir raccontar balle. Lasciamo stare i numeri e il
solito gioco delle parti che non ci appassiona: chi c’era
sa bene che erano ben di più. E chi non c’era?
Beh, a chi non c’era vogliamo regalare un’emozione:
per una volta basta un click e
ad occhi chiusi ascoltate le voci dei presidi in marcia
cercando di immaginare i volti…
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