Il comitato dei cittadini e lavoratori di Vicenza
Est si rivolge al movimento per la pace: per un presente
senza basi di guerra.
Una serie di proposte sociali di immediata attuazione
rivolte a chi lotta contro la guerra e la militarizzazione:
subito una nuova grande manifestazione internazionale
dopo l'estate. Blocchiamo il Dal Molin e poi chiudiamo
la Caserma Ederle. Assemblee e scioperi dei lavoratori.
Rilanciamo la lotta ed esigiamo la fine delle guerre
in corso. Creiamo l'inospitalità ai progetti
di guerra. Manteniamo alto il profilo politico. Il
governo sia inequivocabilmente la nostra controparte.
Manteniamoci coerentemente sempre dalla parte dei deboli.
Il Comitato Vicenza Est da mesi è molto impegnato
nella lotta contro la costruzione di una nuova grande
base di guerra e della definitiva trasformazione di
Vicenza in città militare. Non abbiamo nessuna
intenzione di fermarci. Anzi, siamo molti interessati
a rilanciare la mobilitazione come a febbraio 2007.
Il disegno e i promotori della militarizzazione sono
a noi noti: il progetto di Vicenza come città militare è un
progetto di guerra del Pentagono, che sta avvenendo
con il pieno consenso delle massime istituzioni in
Italia, a cominciare dal Governo.
Comitato Vicenza Est: una breve presentazione
Abbiamo organizzato per molte settimane le proteste
rumorose con le pentole davanti alla Caserma Ederle,
i picchetti al mattino, per quindici giorni di seguito,
con messaggi in inglese contro la guerra rivolti ai
soldati, conferenze informative molto partecipate contro
il progetto Dal Molin e a favore della conversione
ad usi civili della Caserma Ederle nel quartiere. Abbiamo
dato la parola ai disertori americani reduci dall'Iraq
e al gruppo Emergency alle nostre iniziative, e invitato
a collaborare tutti i gruppi e comitati contro la guerra
e per la conversione dei siti militari. Abbiamo partecipato
al contro G8 di Rostock 2007 e stretto rapporti internazionali
con il movimento contro la guerra (Germania, Slovenia,
Stati Uniti, Giappone ...). Abbiamo stretto gemellaggi
con analoghi comitati in Italia che lottano contro
la guerra e propongono la conversione ad usi civili
delle basi militari. A nostro avviso bisogna mobilitarsi
affinché le basi militari siano chiuse oggi,
non in futuro: sulla Caserma Ederle abbiamo diffuso
un questionario nel quartiere. Siamo in contatto con
studiosi di fama internazionale.
Abbiamo girato l'Italia con i nostri relatori, diffuso
articoli, partecipato a trasmissioni radiofoniche e
televisive, collaborato e favorito la nascita di comitati
affini al nostro, portato la nostra posizione al presidio.
Abbiamo partecipato come Comitato a tutte le manifestazioni
contro la nuova base e siamo favorevoli al blocco popolare
dei lavori allargato al massimo e ad un fronte unico
che si organizzi contro la guerra e contro la nuova
base.
Abbiamo appoggiato scioperi e proposto iniziative sul
tema dell'economia civile e del lavoro.
Per noi è evidente: il raddoppio della base
militare avviene a causa della presenza della Caserma
Ederle e della scarsa protesta degli anni passati e
vogliamo invertire questa situazione.
Abbiamo sempre lottato per mantenere alto il livello
della protesta e non ridurre la questione a un problema
tecnico/urbanistico. Siamo consapevoli dell'impatto
devastante delle basi militari, ma vi abbiamo sempre
collegato la loro finalità, la guerra contro
il Sud povero.
Sin dall'inizio abbiamo lavorato non solo contro la
base al Dal Molin, ma anche contro tutte le strutture
collegate (lavori alla Caserma Ederle, nuovi villaggi
militari.)
Trasparenza e democrazia interna hanno sempre regolato
i nostri rapporti con tutte le realtà del movimento,
abbiamo posto le questioni con forza ma con chiarezza,
nella convinzione che paura e ipocrisia rappresentino
un grave pericolo per il movimento e la sua unità.
Il quartiere è il luogo in cui si svolge la
nostra attività a favore della pace, dell'ecologia
e della solidarietà internazionale.
Siamo consapevoli che non è abbastanza e che
siamo solo all'inizio: dobbiamo intensificare la protesta
e potenziare l'attività di studio e ricerca.
Ritenendo urgente entrare nella logica di un movimento
popolare che coinvolga ancora grandi numeri e
porti avanti proposte avanzate, a pieno titolo nel
movimento contro la guerra e nel movimento No Dal Molin
proponiamo da oggi che:
1) Si diffonda urgentemente ed ampiamente un appello
per una nuova manifestazione internazionale (che abbia
più partenze, dalla Caserma Ederle e dagli altri
siti ad essa collegati,e finisca al Dal Molin, ) contro
la scelta del governo di militarizzare la politica,
l'economia e il territorio per i prossimi decenni.
Riteniamo infatti che la scarsa pressione sul governo
e le illusioni sui suoi rappresentanti, locali e nazionali,
abbia reso facile la sua firma a maggio.
2) Ci rivolgiamo a tutto il movimento contro la guerra
affinché la questione della conversione della
Caserma Ederle (caserma delle guerre in Iraq e Afghanistan)
sia posta in termini concreti: corsi per i lavoratori,
progetti, raccolta fondi, assemblee sul tema .
Tutto il movimento "No Dal Molin" si unisca
con noi per chiedere la chiusura della Ederle.
3) Invitiamo tutti a unirsi nelle iniziative a favore
della diserzione dalla guerra.
Aiutiamo i soldati che si rifiutano di partire in guerra
e coraggiosamente decidono di disertare per non commettere
altri crimini contro i civili.
Per tutte queste iniziative il Comitato richiede il
vostro appoggio, anche economico, e vi invita a visitare
il nostro sito... Sul sito compare il doc completo. |