SOS PER MALAGROTTA
Ci rivolgiamo a tutte le persone e alle
Associazioni che hanno a cuore la salute dei cittadini
e la tutela dell’ambiente.
Se non diventiamo consapevoli dei processi che nella
nostra città mettono a repentaglio il primo
dei nostri diritti, la salute, non riusciremo mai a
contrastarli e a modificarli, e tutto questo avrà conseguenze
inimmaginabili, a breve, nella vita reale e concreta
di tutti noi.
La questione ambientale, nella nostra città, è coniugata
intimamente con le vicende che si sono svolte e che
si svolgeranno a Malagrotta.
Se non si diventa consapevoli di tutto questo, avrà davvero
poca importanza, purtroppo, occuparsi di ogni altro
problema. E’ per questo motivo che invitiamo
tutti a riflettere che il nostro non è un problema
locale, di una parte della città, ma la coinvolge
tutta, nelle sue scelte più strategiche. Vorremmo
condividere il più possibile tutta la controinformazione
e il sapere che in questi ultimi anni abbiamo accumulato.
La questione rifiuti si collegherà sempre
di più alla problematica dell’energia (grazie
anche alle liberalizzazioni) e sarà il paradigma,
attraverso il quale si potrà creare una nuova
convivenza civile, rispettosa dei diritti di tutti;
o sarà il nuovo far west, la madre di tutte
le speculazioni, di tutti gli imbrogli, degli arricchimenti
facili. Gli incentivi governativi conosciuti come
Cip 6, danno una mano a tutto questo. Il comportamento
scandaloso del Governo è emblematico, ha ceduto
alle pressioni e ha cambiato di notte nella Finanziaria,
senza che si gridasse allo scandalo, quello che aveva
fatto di giorno, cioè la soppressione degli
incentivi pubblici agli impianti non ancora funzionanti.
Al danno, quindi, si aggiunge la beffa di dover contribuire
con i soldi di tutti all’esercizio del gassificatore
ancora in costruzione.
Assistiamo, non più tanto stupiti, al modo un
po’ troppo disinvolto con cui una parte della
sinistra si sia “innamorata” di tutte le
possibilità della termodistruzione dei rifiuti,
come panacea di tutti i problemi che questo tipo di
sviluppo viene a creare, e soprattutto come una possibilità di
investimenti redditizi (l’ACEA a Roma, vuole
a tutti i costi costruirsi o comprarsi il suo impianto,
così recupera guadagni, che non riesce ad ottenere
altrove).
Nel resto dell’Europa si
assiste al fenomeno contrario e anche
in molte parti d’Italia
sono state avviate delle esperienze così dette
di “eccellenza”, che hanno affrontato
il problema rifiuti nella sua interezza, agendo sulla
diminuzione della produzione dei rifiuti, e sulla
raccolta, scegliendo il modello a porta a porta,
continuando con i trattamenti a freddo del residuo.
Tutte queste esperienze hanno ottenuto risultati
positivi e duraturi.
Non è un caso che questi problemi hanno faticato
e faticano ad avere visibilità per l’intera
città. Gli interessi che governano questo pezzo
di città hanno creato una vera e propria cappa
di piombo. Ci sono personaggi che si presentano come
veri “filantropi” che hanno reso un servizio
alla città, eliminando il problema rifiuti a
un prezzo basso, a loro dire, glissando sull’aspetto
guadagni, che tutto questo ha comportato per loro,
e sui danni provocati alla salute dei cittadini e all’ambiente.
Fanno demagogia e confusione, creano comitati fantasma,
che con dovizia di mezzi chiedono la riqualificazione
dell’area, ma contemporaneamente, soffiando sul
tasto della presunta emergenza, magnificano le loro
soluzioni che, guarda caso, portano sempre alla combustione
e presentano il gassificatore come un piccolo gioiello
di tecnologia. Non potrà mai avvenire questa
sorta di magia, il risanamento dell’area (se
anche loro chiedono il risanamento, significa che ci
sono stati dei danni) attraverso il funzionamento del
Gassificatore.
La situazione attualmente è questa:
in un area ristretta di 10 - 15…kmq. sono
concentrati a stretto giro di gomito la Raffineria
di Roma (società privata francese),
la discarica più grande d’Europa (società privata), cave
di inerti (società private), un inceneritore
rifiuti ospedalieri (AMA), depositi
di carburante e un bitumificio a
cui tra poco si aggiungerà il gassificatore (della
stessa società proprietaria e gestore della
discarica).
La nocività di questo tipo di impianto è a
conoscenza di tutto il mondo scientifico, le nanopolveri,
(proprio perché più piccole delle micidiali
P10, più pericolose perchè superano la
barriera cellulare, creando gravi alterazioni alle
cellule) prodotte da questi impianti si vanno ad aggiungere
al problema delle diossine e degli altri inquinanti,
creando una vera e propria emergenza sanitaria.
Ci sono studi dell’istituto oncologico IRCCS
del Veneto, dove si evidenzia che la vicinanza a questi
impianti comporta un aumento delle malattie tumorali.
Ultimamente anche altri organismi riconoscono la fondatezza
di queste preoccupazioni, documentate dalle dichiarazioni
dell’ordine dei medici di Modena e di altre città.
Perfino L’OMS riconosce, per esempio, che in
Campania la presenza della diossina è responsabile
dell’aumento delle malattia tumorali e dell’intensificarsi
dei casi di malformazioni congenite.
Sono più di due anni che i cittadini
stanno lottando contro la costruzione di questo impianto.
Abbiamo dato vita alla Rete Regionale Rifiuti, abbiamo
prodotto una vasta serie di documenti che facevano
chiarezza, sia sugli aspetti tecnici che sanitari,
mettendo a nudo quali interessi si muovevano dietro
le apparenze.
Abbiamo partecipato ai lavori dei tavoli programmatici
fatti dalla Regione, ma i nostri documenti sono stati
quasi ignorati; le nostre proposte sono state accolte
con arricciature di naso e sorrisi di sufficienza,
ed il nostro contropiano sarà stato messo in
fondo a qualche cassetto dei loro uffici.
Il gassificatore che stanno costruendo a Malagrotta
e l’ampliamento della discarica per contenerne
le scorie, in parte molto pericolose, hanno ottenuto
le autorizzazioni, attraverso due ordinanze, da parte
della giunta Storace, due settimane prima delle
ultime votazioni regionali, quando l’attività delle
Istituzioni regionali doveva essere rivolta solo alle
questioni di ordinaria amministrazione.
Abbiamo provato in tutti i modi a far revocare queste
due ordinanze, senza nessun risultato. Gli interessi
trasversali, il poco coraggio delle sinistre, hanno
fatto in modo che non si giungesse a nessun risultato,
mentre i lavori proseguivano a ritmo serrato.
Siamo stati testimoni di così tanti episodi
di “bassa politica”, di arroganza e di
ingiustizia, che riassumerli anche in parte è cosa
non facile.
Come comitati della zona ci siamo collegati ad altre
realtà che svolgevano lotte simili, abbiamo
intrapreso seguendo l’esempio del Trentino, uno
sciopero della fame a staffetta (a giugno sarà un
anno) a cui si sono recentemente aggiunti Genova e
la Campania.
La discarica di Malagrotta è stata
da tanti anni al centro di molte lotte.
Nel 1990, grazie alla mobilitazione popolare (la
discarica fu bloccata e presidiata notte e giorno
per due mesi), si era riusciti a sventare il “Progetto
Polo Fumi”, che prevedeva il raddoppio della
discarica, due inceneritori e la creazione di discariche
speciali per i rifiuti tossici e nocivi.
Ora si è tornati nuovamente alla carica,
proponendo altri impianti nocivi, e da allora la situazione
non è certo migliorata.
Nel 1984 la società di gestione ha ottenuto la
prima di una lunga serie di autorizzazioni provvisorie
all’esercizio. Nel 1997 c’è stato un
procedimento penale da parte di una cittadina che ha
reclamato in tribunale i suoi diritti contro le esalazioni
maleodoranti e oltraggiose della discarica.
Il gestore della stessa ha però continuato
a collezionare un’innumerevole serie di procedimenti,
da parte sia della magistratura italiana che europea.
Attualmente siamo arrivati al 4° procedimento contro
l’amministratore della Colari per problemi inerenti
alla gestione del percolato.
Grazie alla vigilanza dei cittadini e alle loro denunce,
finalmente l’ARPA, (solo di recente purtroppo)
anche se a bassa voce, dichiara che ad esempio tutti
i parametri del Rio Galeria (che attraversa la zona
e lambisce sia la discarica che la Raffineria) sono
pessimi.
Non ci possiamo affidare esclusivamente alle
buone intenzioni dei politici, troppo lenti e troppo
sensibili agli equilibri di potere, per difendere
i nostri diritti e il nostro futuro.
La mobilitazione e la vigilanza sono presupposti indispensabili,
l’unione delle forze di tutti noi, sostenuta
dall’affinamento delle nostre intelligenze, ci
porterà a continuare la lotta con la consapevolezza
che la posta in gioco è la nostra salute e quella
delle generazioni future, contro il perpetuarsi dei
privilegi e degli interessi di pochissimi.
Comitato
di quartiere "Pisana64" |