TURBOGAS
DI APRILIA. UNA SCELTA SBAGLIATA
APPELLO
PER UNA MANIFESTAZIONE UNITARIA
Nel nord dell'Agro Pontino, i cittadini di Aprilia
e degli altri comuni limitrofi, a cavallo tra la provincia
di Latina e il sud di Roma, da 5 anni sono impegnati
in una difficile vertenza, portata avanti con le sole
"armi" della non violenza e della determinazione,
contro la scelta, sbagliata, di
realizzare in un territorio densamente urbanizzato e
a forte vocazione una centrale per la produzione di
energia elettrica a ciclo combinato turbogas da 750
Megawatt.
Le decisione di localizzare una centrale di queste
dimensioni in un'area vivono oltre 250mila persone,
gravata da seri problemi d'inquinamento atmosferico
e con la presenza di industrie ad elevato rischio ambientale,
è figlia di un'altra scelta sbagliata: il cosiddetto
decreto
"Sblocca-centrali," varato dal governo Berlusconi
nel lontano 2002, sull'onda del black-out
nazionale come misura di emergenza nazionale, che azzera
qualsiasi logica di programmazione e mortifica la partecipazione
degli Enti Locali e dei cittadini ai processi decisionali.
Ma la scelta di costruire nell'Agro Pontino una nuova
centrale termoelettrica è sbagliata per ragioni
di carattere ancora più generale: continuare
ad inseguire il trend della crescita del consumo energetico
senza pianificare dove e come risparmiare, quali e quante
energie pulite e
rinnovabili realizzare nel nostro paese, aumentando
così la nostra dipendenza dalle importazioni
di combustibili condanna la nostra Regione e il nostro
Paese ad inseguire un modello di sviluppo senza futuro.
Appare fuori da ogni ragionevolezza la scelta di continuare
a peggiorare la nostra
dipendenza energetica continuando ad ignorare i limiti
alle emissioni di gas serra previsti dal Trattato di
Kyoto e ribaditi dalle recenti decisioni della Commissione
europea, che prevede un taglio dei gas serra del 20%
nei prossimi 5 anni. Già oggi l'Italia è
abbondantemente oltre i limiti di emissione che si era
impegnata a rispettare (le produzioni di Co2 sono addirittura
aumentate negli ultimi anni del 13%) e il nostro paese
rischia ora pesanti sanzioni da parte dell'Unione europea.
Il Lazio, poi, registra un surplus di produzione di
energia elettrica, il larga parte dissipato, purtroppo,
per le dispersioni lungo la rete di distribuzione.
Anche per queste ragioni la Regione Lazio si è
impegnata con una mozione approvata dal Consiglio regionale
a redigere un nuovo Piano energetico Regionale entro
ottobre 2007, chiedendo contemporaneamente al governo
di aprire un vero e proprio tavolo di confronto sulla
"questione energetica" del Lazio, bloccando
tutte le richieste di autorizzazione di nuove centrali
(ne sono state presentate 11, per una potenza complessiva
superiore ai 7mila megawatt) e rivalutando la decisione
di costruire quella autorizzata ad Aprilia, per verificarne
l'effettiva compatibilità con il territorio,
le sue condizioni ambientali, la presenza di rilevanti
attività agricole fortemente produttive.
Inoltre,
Ci opponiamo a questo progetto anche per ragioni di
carattere locale: l'impianto è stato autorizzato
e quindi è cantierabile pur avendo collocazione
attigua ad una area popolata da ben 12.000 abitanti,
e essendo distante solo 2,5 Km dal centro della città
di Aprilia ( 70.000 abitanti).
Nel giro di 15 chilometri sono presenti almeno 120.000
abitanti ricadenti nei comuni di Aprilia, Nettuno, Anzio,
Ardea, Lanuvio, Velletri, Pomezia e Cisterna, e nel
raggio di 40 km almeno 250.000. Come se non bastasse,
in altri luoghi la presenza di industrie a rischio rilevante
( rischio Seveso) è stato un argomento per cercare
una diversa collocazione. Invece, ad
Aprilia, dove sono presenti ben 4 impianti a Rischio
Rilevante, di cui uno a 250 metri dalla futura centrale,
tutto questo viene ignorato. Non viene neppure presa
in considerazione la presenza già oggi di livelli
di inquinamento atmosferico che collocano Aprilia e
il suo territorio tra le
aree più inquinate della Regione Lazio, in cui
avviare interventi immediati per il risanamento dell'aria.
Eppure sono noti gli studi gli studi sulle polveri sottili
emesse da centrali termolettrica della grandezza prevista
per quella di Aprilia e le crescenti preoccupazioni
per quanto riguarda gli effetti sulla salute.
Il territorio di Aprilia e dei comuni limitrofi avrebbe
bisogno di ben altri interventi. Quest'area dell'Agro
pontino, infatti, è stata martoriata da anni
di abusivismo edilizio su larga scala e dallo sfruttamento
selvaggio da parte di numerosi imprenditori - predatori,
che prima hanno approfittato della Cassa del Mezzogiorno
e poi hanno tagliato la corda, dando luogo a un
consistente fenomeno di disoccupazione e di forte degrado
ambientale. Andrebbero sviluppati, oggi, seri programmi
il risanamento ambientale, di riqualificazione urbana,
di realizzazione di servizi sociali, creando vere opportunità
di lavoro, ad esempio attraverso la valorizzazione
dell'agricoltura di qualità.
Il coraggio, la determinazione di migliaia di persone
ha consentito di far valere, di nuovo, queste ragioni,
richiamando l'attenzione della stampa e delle istituzioni,
locali e nazionali. E' nato un movimento che attraverso
le sue azioni, sempre pacifiche e mai violente, ha riacceso
le speranze di chi contesta, da sempre, la scelta sbagliata
della localizzazione in questo territorio di una centrale
termoelettrica.
Il decreto "Sblocca-centrali" e tutta la
legislazione conseguente ed analoga non accenna ad essere
modificata, ed anche il centro sinistra che tanto ne
contrastò l'approvazione oggi appare incapace
dare un segnale di discontinuità.
Ad Aprilia e nei comuni limitrofi viene portata avanti
una battaglia in cui si chiede semplicemente il rispetto
e l'ascolto delle ragioni dei cittadini.
Ed è per queste ragioni che intendiamo promuovere
una iniziativa aperta alla presenza e alla collaborazione
di tutte le forze politiche e sociali, le associazioni,
i movimenti impegnati in altre vertenze importanti nel
nostro Paese. Una grande manifestazione unitaria, che
tenga insieme i momenti del confronto, della discussione
su una scelta che riteniamo sbagliata e quelli della
mobilitazione, pacifica e determinata, per chiedere
coerenza tra gli impegni per la riduzione dell'effetto
serra e le scelte concrete in materia di energia, affermare
il diritto alla partecipazione nella scelte che riguardano
la vita dei cittadini, pretendere il pieno rispetto
dell'ambiente
e l'effettiva tutela della salute.
Le nostre case, non diversamente da quelle della Val
di Susa, saranno aperte a chi con noi vorrà condividere
questa battaglia in difesa dell'ambiente, del territorio
e della democrazia.
Non lasciateci soli, ad Aprilia stavolta si gioca il
futuro di tutti.
Sabato 10 marzo ore 15:00, Assemblea del movimento.
Domenica 11 ore 11:00, Corteo cittadino.
Comitato promotore della manifestazione:
Rete Cittadini contro la Turbogas
Per adesioni all'appello: info@noturbogasaprilia.it
Roma Nord Est Social Forum
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