«I Cs? Armi di
distruzione di massa I danni possono essere permanenti»
Lo
scienziato/ ZUCCHETTI SUI GAS SPARATI IN VAL DI SUSA
INTERVISTA di Alessandra Fava da Il Manifesto del 7/7/11
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20110707/manip2pg/06/manip2pz/306248/
«È un'arma di
distruzione di massa». Usa parole forti Massimo Zucchetti a proposito dei
gas Cs (orto-cloro-benziliden-malononitrile), sparati contro i dimostranti in
Val di Susa nei giorni scorsi e a Genova nel 2001. Ingegnere nucleare di
formazione, oggi docente di protezione dalle radiazioni al dipartimento di
energetica del Politecnico di Torino, Zucchetti è anche consulente della
Comunità montana della Val di Susa sull'impatto ambientale per la presenza di
uranio e amianto nella montagna, nonché membro del Comitato scienziate e
scienziati contro la guerra.
Perché i Cs sono pericolosi?
Prima di tutto tra i
composti c'è il cloruro, quindi ha le caratteristiche tipiche dei composti
urticanti e rientra nella definizione di arma chimica. Contiene sostanze
liquide, solide e gassose che producono lesioni di varia natura in via
definitiva o temporanea, in più viene metabolizzato sotto forma di cianuro: se
non è cancerogeno quello! Insomma è un'arma chimica a tutti gli effetti, anzi
direi un'arma di distruzione di massa. Che ne sia permesso l'uso in tempo di
pace è assurdo. Anche perché la convenzione internazionale sulle armi chimiche
del '93, è stata ratificata dall'Italia nel '95, è in vigore dal '97 e dice che
non si possono usare in tutte le guerre internazionali.
La polizia dice: dobbiamo tenere lontano la
folla....
Ero in Val di Susa, tra
le istituzioni, e mi sono beccato io stesso i Cs: ho la raucedine da quattro
giorni. Bisogna che si sappia che il Cs è anche cancerogeno perché ha gli
stessi effetti degli idrocarburi policiclici aromatici. Inoltre dentro i Cs c'è
anche un anti-agglomerante a base di silicone, perché si nebulizzi quando viene
sparato. Quindi si deposita al suolo e rimane attivo per giorni e in un
ambiente polveroso, va in sospensione, per cui si continua a respirare il
materiale anche a distanza di tempo. Insomma ci sono effetti immediati e
ritardati.
A Genova, a parte dieci denunce con referti
depositate in procura nel 2001, non si fecero altri studi. Come avete intenzione
di procedere in Val di Susa?
Per sgomberare mille
persone, domenica ne sono stati sparati almeno 500 e altrettanti prima.
Considerando che ogni lacrimogeno crea una nuvola di 6 metri di diametro e che
nel centro della nube la concentrazione è di 2.500 milligrammi a metro cubo -
cinque volte al di sotto della concentrazione letale che crea un danno del 50%
ai polmoni - è chiaro che se ne sparano troppi, si rischiano danni permanenti.
Se colpiscono le cellule germinali, oltre che un tumore è possibile avere anche
figli malformati. È lo stesso meccanismo dei materiali radioattivi. E fa male
anche ai poliziotti. Domenica mica tutti gli agenti avevano le maschere
anti-gas.
Insomma farete uno studio epidemiologico?
Sto costruendo un
modello in base ai codici dell'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati
Uniti (Epa), per capire quanta sostanza cancerogena è stata inalata e i danni
attesi. Questo della Val di Susa, a parte la guerra in Vietnam, mi pare il
primo caso di esposizione prolungata su umani, visto che ci sono stati già due
episodi in una settimana e su una popolazione ridotta. Per il medio termine,
non sarebbe male che i medici locali raccogliessero i danni alle vie aeree.
Si è parlato anche di danni ai vigneti,
soprattutto in occasione degli scontri della scorsa settimana...
Hanno sequestrato dei
terreni nonostante l'opposizione dei proprietari. Hanno costruito una specie di
Guantanamo, altro che cantiere! Ed è talmente militarizzato che è impossibile
lavorarci. Poi abbiamo calcolato che se continua a permanere questa tensione,
spenderanno solo per il mese di luglio 45 dei 650 milioni dell'Unione europea
solo per tenere lì 800 poliziotti. Ma tornando ai Cs, è inaccettabile che venga
permesso il lancio di un materiale conclamatamente cancerogeno. Che lancino
peperoncino, non il Cs.
Nel 2001 fu presentata anche un'interrogazione
in parlamento. Lo considera uno strumento utile?
Sì. Sulla base di
denunce, si potrebbe fare un'interrogazione all'Istituto superiore della sanità
e anche al parlamento. In sostanza ci devono spiegare come sfruttano una piega
della legge: il fatto che non ci sia scritto esplicitamente che non potendolo
usare in guerra non si può usare neppure in pace. È un po' come quando sono
state bandite le bombe a grappolo.