"La Tav? Una sola scelta: si farà"
Intervista
alla presidente Bresso alla vigilia del vertice con i dissidenti della
maggioranza di piazza Castello
Ulivo: una pessima figura dividerci a Torino come a Roma
Di Marco Trabucco da Repubblica del 22/5/ 2005 -
pag. II – cronaca di Torino
La riunione è convocata per domani. Lì Mercedes Bresso affronterà la prima grana «politica» del suo governo del Piemonte, il contrasto che si è aperto con Rifondazione, Verdi e Pdci, sulla questione dell´alta velocità in valle Susa. Lei, appoggiata dal resto della maggioranza, decisa per il sì, gli altri contrari.
Presidente, cosa intende dire
domani agli alleati riottosi?
«La mia posizione è sempre la
stessa: se uno accetta di far parte di una maggioranza, poi deve collaborare,
indipendentemente da ciò che pensa».
Sì, ma qui non si tratta di posizioni personali, ma di partiti che da lungo tempo si battono contro la linea Torino-Lione. Non è diverso?
«No: perché c´è un programma,
quello su cui abbiamo vinto le elezioni, sottoscritto da tutti, in cui si dice
chiaramente qual è la linea sull´alta capacità in valle Susa. E le posizioni
politiche devono essere coerenti con il programma. Poi le opinioni di ognuno
possono essere diverse, non chiedo abiure anzi. Ma trovo scorretto che
posizioni personali o di partito, diventino pubbliche, quando c´è stato un
impegno preciso. Le faccio un esempio: io sono da sempre contraria alla caccia.
Ma poiché nel mio programma non ne è prevista l´abolizione, alcune forze della
maggioranza non la vogliono, io non la chiederò mai».
È vero, come è stato scritto, che
su questo argomento lei minaccia le dimissioni?
«Non mi sono ancora dimessa dal
Parlamento europeo, lo farò il 25. Quindi potrei sempre optare per quello.
Scherzi a parte, comunque, ci dobbiamo chiarire. E non tanto per la solidità
della mia maggioranza, che non è in discussione. Anche perché su quel tema, la
Torino-Lione, non è previsto nessun voto. Ma perché non possiamo dare subito,
anche a livello nazionale, un´immagine di divisione».
Anche perché a Roma, Margherita e
Ds, Rutelli, Prodi e Fassino e quant´altri, stanno già facendo del loro meglio
al riguardo. Questo potrà avere conseguenze sulla sua giunta?
««In Piemonte no. Qui governa
l´Unione, e qui già la Margherita si è presentata con una lista propria. Una
scelta alla fine condivisa da tutta la coalizione, anche se personalmente avrei
preferito la lista unica».
Quindi è per la lista unica anche
alle politiche?
«Credo che il problema oggi non
sia tanto quello, lista unitaria o no. Quanto che, così, si mette in
discussione la leadership di Prodi, l´unico oggi in grado di convincere gli
italiani che questa grave crisi economica si può affrontare e superare. E
mettendo in crisi la leadership si mettono in crisi la possibilità di vittoria
della coalizione di centrosinistra. Questa è l´ultima cosa che il paese si può
permettere».
Avete appena vinto e siete già
divisi su tutto?
«Per fortuna non è così. Ma
l´immagine che rischiamo di dare è quella: è la conseguenza classica di quando
si pensa che siccome si è vinto, si vincerà ancora. Invece la situazione è
delicatissima, i voti si possono spostare come niente».