Barricate, falò e polenta
concia nel villaggio di Asterix valsusino
Qui conosciamo tutti e sappiamo
scongiurare incidenti. Pisanu parla di soggetti eversivi? Venga a identificarli
Il posto
dove si mangia meglio nei paraggi è proprio il presidio grazie alle
infaticabili donne della Pro Loco
di Sara Strippoli da Repubblica del 3/12/05 –
Pag III Cronaca di Torino
VENAUS - Capita di tutto nel villaggio Venaus-No Tav. L´Italia che si incontra ricomponendo con il buonsenso fratture che il protocollo istituzionale, più rigido, non riesce a colmare. Capita che in questo villaggio di Asterix gli agenti con il casco scambino battute scherzose in piemontese con gli uomini e le donne del movimento. Che al momento degli accenni di carica si sentano dire «vergogna, diserta» e al mattino successivo si bevano un caffè con Alberto Perino confidando che al Rocciamelone loro ci vanno volentieri a raccogliere i bulè e che quella protesta, così tenace e colorata, in fondo l´ammirano. Capita che un Gandhi locale alle tre di notte parli per ore recitando la Costituzione ai carabinieri che tentano invano di scaldarsi accendendo falò.
Con
tutte le telecamere pronte a documentare una realtà sconosciuta fino a pochi
mesi fa e giornalisti che spuntano ovunque, qualcuno, sotto la neve di ieri
mattina, suggeriva di far partire un reality: «Venghino, signori, nel primo
villaggio No Tav italiano». Un modello da esportare, visto che pare che i
resistenti di tutta Italia si siano messi in contatto per sapere se Ferrentino,
Joannas e le belle sindachesse della valle possono andare a raccontare come si
fa a fermare ruspe, invitare in valle presidenti della Repubblica e ministri e
far capire che «di qui, signori, proprio non si passa».
Ieri
è stato il turno del ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu. Il sindaco di
Bussoleno al megafono non ha esitato ad esortarlo ad «alzarsi dalla sedia e a
venire in valle per identificare i soggetti eversivi. Qui noi conosciamo tutti
e quando vediamo facce non familiari interveniamo. Abbiamo fatto di tutto per
impedire i casini e finora ci siamo riusciti. Se il ministro conosce i nomi
venga a prenderli».
Capita anche che, per nulla lontani dalla motivazione della causa, nella scuola elementare di Venaus i bambini scrivano una lettera al presidente della Repubblica: «Caro presidente, facci un regalo per Natale. Ricevi i nostri sindaci e toglici le barricate e la polizia dal Paese. Fai che tutti, poliziotti e i nostri genitori, trascorrano il Natale a casa».
Nel
reality anti-alta velocità succede che il parroco di Chianocco, Gianluca
Popolla, dal computer del Centro culturale diocesano di Susa lanci mail a tutti
gli «amici» raccontando il mattino-choc di martedì: «Io, insieme con
infermieri, maestri, postini e altri lavoratori siamo stati costretti a rimanere
al freddo, senza poter raggiungere i nostri rispettivi luoghi di lavoro. I
carabinieri e la polizia ce lo hanno impedito e ci hanno detto che "le
libertà costituzionali sono state verbalmente sospese"». Detto ciò,
protesta don Popolla, «occorre una pesante riflessione sullo stato della
democrazia in Italia».
Nel pentolone sempre acceso del
villaggio di Venaus, invece della pozione magica dove Obelix era caduto
bambino, si girano chili di polenta. Un giorno concia, il giorno dopo con il
ragù, di notte persino «fritta al momento con gorgonzola». Se non c´è la
polenta ci sono minestre di verdure che solo mamme e nonne di un tempo sanno
ormai inventare in una baracchetta di pochi metri quadri. Vin brulé per la
notte, tè per il giorno.
Una
quantità enorme di viveri. La resistenza potrebbe andare avanti per mesi senza
che nessuno soffra fame e sete. Ci pensano le donne della Pro Loco di Venaus,
infaticabili. Fano i turni ma non smettono un secondo di pelare patate,
tagliare fette di formaggio da forme giganti. La sera il cambio glielo danno
gli uomini, non meno creativi nell´alleviare la stanchezza con un nuovo piatto
di valle. «Il posto dove si mangia meglio qui intorno? Di sicuro al presidio».
Un commento non così insolito da queste parti. Collaborano tutti, arrivano
torte appena sfornate, i commercianti pensano allo zucchero e al latte, i
contadini portano su sacchi di patate.
Nel
villaggio No-Tav ci sono barricate «elastiche»: un giorno si allontanano, il
giorno dopo si avvicinano al presidio. Ieri è stata la giornata della
«barricata aperta». Una conquista del sindaco Nilo Durbiano: posti di blocco
eliminati sulla strada di Mompantero in cambio di una barriera mobile. In
questo modo può anche transitare l´autobus che porta i bambini a scuola. Nel
pomeriggio sono arrivati anche gli anziani della Resistenza dell´Anpi,
l´associazione italiana dei partigiani. Scesi dall´auto del Comune di
Bussoleno. Testimoni di quello che fu e di un paese, ha ricordato il sindaco,
che ha vinto la medaglia d´oro per la sua lotta partigiana.
Ieri,
al villaggio, è stata la giornata del rifornimento di legna. Come farla
arrivare quassù, senza essere fermati ai posti di blocco? Protetti dalle reti
arancioni, vivono e si muovono anche i tecnici della Cmc. Nessuno comprende
bene cosa stiano facendo ma poco importa. Anche questo fa parte della strana
pantomima in corso al villaggio.
Al presidio, i sindaci si incontrano con fascia e senza. Anche loro costretti a
fare i turni per garantire la presenza senza rischiare di cadere stremati da stanchezza,
freddo e fatica. Oggi una nuova conferenza, altri incontri, l´agenda che si
infittisce di appuntamenti, le lettere da scrivere, le interviste da
rilasciare, gli uomini della politica e non da cooptare quando e se sarà
necessario.
Oggi
i riflettori si accendono per la visita di Pecoraro Scanio, atteso alle
barricate per le 11,30. Sotto la neve, il primo vero reality della protesta
prosegue.