Una mossa inutile
Da Borgone a Venaus, l’opposizione ai treni superveloci non si
allenta.
Il sindaco di
Susa: “Non serve riaprire le danze con un’altra ipotesi”
Il primo
cittadino di Venaus: “Un’idea altrettanto devastante di quella di LTF”
di Sara Strippoli da
Repubblica del 22/6/06 – pag III Cronaca di Torino
Sarà
dura ugualmente. Così la Bassa Val di Susa risponde all’eventualità che il
tracciato Tav cambi percorso e ad essere penalizzata in questo caso sia la Val
Sangone. “Non sono affatto d’accordo – attacca il sindaco di Susa Sandro Plano
– Inutile riaprire le danze partendo da una diversa ipotesi. Qui non è
questione di tracciato, la missione dell’Osservatorio era chiarire innanzitutto
il “se” di Tav e soltanto dopo il “come”. Avevamo chiesto un tavolo politico
che desse gli indirizzi e uno tecnico che affrontasse i problemi. La procedura
non deve essere invertita.”
Non molto diverso il parere di
Nilo Durbiano, primo cittadino di Venaus: “L’ipotesi della Val Sangone è
altrettanto devastante per il territorio del progetto di LTF. Dobbiamo fare
tutti tesoro degli errori commessi, sederci attorno ad un tavolo e sforzarsi di
arrivare a soluzioni condivise. Ricordando che finora chi ha lavorato per
trovare scorciatoie non ha fatto altro che contribuire a peggiorare il clima”.
Chi immagina che i piccoli paesi
della Bassa Valle, una volta liberati dall’ingombrante presenza del Tav sul
loro territorio, tirino un sospiro di sollievo ammorbidendo le loro posizioni,
non comprende i principi che hanno guidato tutta la lotta condotta dalla Valle
di Susa. Lo dice Simona Pognant, sindaco di Borgone, primo paesino a disfarsi
del Tav nel caso di un cambio di tracciato: “La nostra non è stata una semplice
difesa del territorio, restiamo convinti che il Tav non si debba fare”.
Lo ripete con altre parole Barbara
De Bernardi, prima cittadina di Condove: “Siamo sempre in attesa delle risposte
a quesiti di fondo: quante merci saranno trasportate nel 2010? E a quali costi?
Parlare adesso di deviare verso la Val Sangone significa soltanto costringerci
a ricomonciare da capo. Sempre partendo dalle stesse domande”.
La deviazione verso Giaveno, Trana, Sangano, Piossasco farà cambiare idea al pro-Tav di forza Italia Osvaldo Napoli, deputato eletto nel territorio di Giaveno? “Niente affatto – la replica dell’interessato – Io farei un referendum per i cittadini giavenesi. In cambio metterei sul piatto delle contrattazioni tre richieste che vorrei si realizzassero prima dell’inizio dei lavori: prima delle quali che la metropolitana leggera partisse dalla piazza di Giaveno per arrivare a Porta Susa. Chiederei poi la circonvallazione di Giaveno e mille punti luce pagati da chi costruisce il Tav. Sono sicuro che i giavenesi direbbero sì”. Comunque, aggiunge Napoli, con questa seconda ipotesi non sarebbe tanto Giaveno ad essere penalizzata, quanto la bassa pianura.