Prodi sacrifica Manghi sull'altare della Tav
Il sociologo critica l'opera e perde il treno per la Camera: al suo
posto il portavoce del Professore
La Bresso applaude la scelta: una dimostrazione di coerenza.
Ma l'ex sindacalista Cisl accusa: un'epurazione in puro stile Comintern
di Maurizio Tropeano da La Stampa del 3/3/06 –
pag 39 – Cronaca di Torino e Provincia
Sacrificato da Romano Prodi sull'altare della Tav, di quel sì alla Torino-Lione sostenuto dai vertici tutti gli enti locali piemontesi, dal comune di Torino alla provincia di Torino fino alla Regione. Un sacrificio necessario per evitare di creare imbarazzo ai vertici di quelle istituzioni, soprattutto di Mercedes Bresso. Il Professore ha deciso la sostituzione di Bruno Manghi con il suo portavoce, Silvio Sircana: l'ex sindacalista della Cisl, così, non sarà più il numero 3 della Lista Unitaria alla Camera dei Deputati nel collegio del Piemonte 1.
E'
stato lo stesso Prodi ad anticipare la decisione, ufficializzata ieri, nel
corso dell'incontro con le istituzioni locali torinesi in occasione
dell'accensione della fiamma Paralimpica. Durante la visita in Comune l'ex
presidente della Commissione Ue ha spiegato al sindaco, Sergio Chiamparino, al
presidente della Provincia, Antonio Saitta, al vicepresidente della Giunta,
Gianluca Susta, al presidente del Consiglio comunale, Alessandro Altamura, di
aver capito come la candidatura di una personalità come Manghi, critica nei
confronti del Tav, avrebbe potuto creare difficoltà a chi era impegnato in
prima linea per il corridoio 5.
Così
per evitare polemiche, come quella esplosa in occasione della presentazione del
programma dell'Unione che non citava tra le opere prioritarie la Torino-Lione,
il Professore ha offerto all'ex sindacalista un posto in Lombardia. Rifiutato.
Spiega Manghi: «Io avevo dato la mia disponibilità a candidarmi ma senza
particolari entusiasmi. Alla fine quando il numero di posti a disposizione di
Romano si sono ridotti io non ho avuto difficoltà a farmi da parte». Certo
hanno pesato anche le riflessioni critiche sul Tav: «Credo che ci siano state
pressioni per non inserire in lista una persona che sostiene tesi
"eretiche". Che io sia stato vittima di epurazioni in puro stile
Comintern è probabile ma chi ha agito in questo modo non creda di aver risolto
i problemi legati alla realizzazione del Tav».
Già,
chi ha fatto pressioni su Prodi? Manghi non vuole fare nomi ma giura «che non è
stato Sergio Chiamparino». Spiega: «Sulla questione Tav abbiamo litigato e
continueremo a litigare ma siamo e restiamo amici». Del resto un conto «è
esprimere le proprie critiche e poi informare il diretto interessato, un altro
è esprimere le critiche senza informare il criticato. Questo è uno stile
Comintern che non credo sia nella tradizione della Margherita».
E'
stato Saitta, allora? Manghi non risponde. I boatos, però, parlano di
presidente della Provincia preoccupato dalla possibilità di inserire Manghi
nella lista unitaria e della sua decisione di comunicare le sue perplessità ad
alcuni amici che frequentano l'entourage del Professore. Niente di più anche se
ai suoi ha fatto sapere di «essere sollevato dalla decisione». Resta la Bresso.
E' lei la colpevole? Da Bruxelles la presidente della Regione si schernisce:
«Le telefonate sono riservate e private. Io, comunque, non ho partecipato alla
compilazione delle liste». Subito dopo, però, conferma: «Non c'è alcun dubbio,
sono contenta per questa scelta perché conferma una coerenza politica della
lista unitaria tra Ds e Margherita». Aggiunge: «Nessuno contesta la legittimità
di criticare il progetto ma i distinguo ci possono essere all'interno della
coalizione. Tra forze politiche diverse ma non sono ammissibili all'interno
della stessa lista».
A
meno di sorprese delle ultime ore Ds, Margherita e lo staff del professore
hanno definito la composizione della lista unitaria sul Piemonte 1. Capolista
sarà Piero Fassino seguito da Rosi Bindi e da Silvio Sircana. Poi i segretari
regionali dei Ds (Pietro Marcenaro) e della Margherita (Gianni Vernetti), la
sindacalista Titti Di Salvo e i parlamentari uscenti Mauro Marino, Mimmo Lucà,
Giorgio Merlo, Mauro Chianale. Infine il vicesindaco di Torino, Marco Calgaro.