Tav, un mese in più per l'intesa con la Francia
Il commissario Virano: ragionevole che il cantiere parta a giugno
La Comunità montana boccia il piano per smaltire gli scavi
di Maurizio Tropeano da La Stampa del 10/03/2011
– pag. 63 Cronaca di Torino
Trenta giorni in più. Alla vigilia dell’apertura della Conferenza dei Servizi che dovrà esaminare il piano di gestione dei cantieri della Torino-Lione, l’Unione Europea annuncia che la data ultima per la soluzione delle questioni ancora in sospeso per la conferma dei fondi comunitari è la fine di giugno e non maggio. Lo spiega il commissario ai Trasporti, Sim Kallas, rispondendo ad un’interrogazione dell’europarlamentare Pd Gianluca Susta. Trenta giorni in più per arrivare al nuovo trattato internazionale e per l’avvio dei lavori del cunicolo esplorativo di Chiomonte perché «è ragionevole - spiega il commissario straordinario Mario Virano - che le due questioni siano collegate».
Kallas
spiega che i servizi della Commissione stanno verificando con i due stati le
modalità per garantire che l’importo di 662,5 milioni possa essere utilizzato
nella misura maggiore possibile. Tra le condizioni poste da Bruxelles c’è la «tempestiva
conclusione del trattato internazionale» e che da questo punto di vista
Roma e Parigi hanno concordato di «raggiungere un accordo sulle questioni
ancora sospese entro la fine di giugno».
Trenta
giorni in più potrebbero servire al governo italiano per convocare il tavolo
istituzionale di Palazzo Chigi e permettere al Consiglio regionale del Piemonte
un’approvazione più agevole della legge che regola le ricadute economiche sui
territori delle grandi opere. A partire dalla Torino-Lione. E a partire dalla
norma che prevede la possibilità per gli enti locali di incassare denaro dalla
vendita sul mercato di una parte dello smarino proveniente dagli scavi delle
gallerie.
È
proprio sulla criticità del piano di gestione dei cantieri presentato da Ltf
che si concentra il no della Comunità Montana Valsusa e Valsangone. Su
indicazione dell’Osservatorio tecnico lo smaltimento del materiale di scavo
avverrà solo attraverso treni e non più con teleferiche e camion come
inizialmente previsto dalla società incaricata della progettazione del Tav.
Sandro Plano, presidente della comunità montana, però chiede «chiarezza» e
spiega: «Vorremmo capire perché per lo smaltimento di una quantità di
materiale simile a 6-7 piramidi di Cheope nel progetto iniziale ci è stata
consegnata una mole di documentazione tecnica mentre adesso la questione viene
risolta in quattro paginette».
Plano
sottolinea come «restino in piedi discariche e nastri trasportatori» e
parla di soluzione tecniche «condizionate da vincoli politici posti dai
sindaci di Susa e di Chiomonte». Plano parla di criticità legate ad
interferenze con il traffico ferroviario quotidiano passeggeri e merci
provocate dai treni che dovrebbero trasportare lo smarino verso le discariche
di pianura.