Tumori: la val Susa è sopra la media
Ma lo
studio epidemiologico dell’Arpa non individua le cause
Dati
preoccupanti a San Didero, ma la colpa è dell’acciaieria?
Di Massimiliano Borgia da
Luna Nuova del 18/2/2005
E
adesso la valle si scopre anche a rischio cancro. Anzi, scopre che il cancro ha
già colpito duro, molto più che altrove. Lo studio epidemiologico dell’Arpa è
stato consegnato a metà Gennaio. Era uno studio atteso per capire se le
acciaierie di San Didero hanno causato con i loro fumi contaminati da diossine
e Pcb più tumori nella popolazione. Più tumori che in altre zone del Piemonte,
anzi della media del Piemonte, Torino compresa.
Uno studio che così com’è lascia
molti dubbi e non dà tutte le risposte. L’indagine si basa sulle banche dati
dei tumori e di alcune malattie, e mette a confronto i dati medi del Piemonte
con quelli dei comuni situati in un raggio di 10 Km dalle acciaierie: San
Didero, Borgone, Bruzolo, Bussoleno, Caprie, Chianocco, Chiusa San Michele,
Condove, Mattie, San Giorio, Sant’Ambrogio, Sant’Antonino, Vaie,
Villarfocchiardo.
In particolare è stata individuata
“l’esistenza di eccessi di patologie per le quali esistono in letteratura
evidenze di incremento di rischio in relazione a esposizione a Pcb e diossina “
per evidenziare una eventuale minor incidenza di queste malattie man mano che
ci si allontana dalle acciaierie.
“Per quanto riguarda la
mortalità generale – è scritto nello studio – si è evidenziato un
eccesso di rischio a San Didero con decremento dalla sorgente (le acciaierie,
ndr) con una più alta mortalità maschile che risulta particolarmente
incrementata. La mortalità per neoplasie (cancro, ndr) ha anch’essa un
andamento con un eccesso significativo a San Didero.”
Ma
dopo queste evidenze lo studio approfondisce di quali tumori si tratti
segnalando sistematicamente che, però, possono essere dovuti a molti altri
fattori oltre che all’inquinamento da diossine e Pcb, compreso il fumo. Insomma
lo studio dell’Arpa scopre una valle dove si muore di più di cancro, nel senso che
mette insieme dati che erano già conosciuti. Ma senza individuare ancora una
volta la causa nei fumi emessi per decenni dalle acciaierie.
“Per le neoplasie delle
vie aeree, digestive superiori e dell’esofago – si legge – esiste un
incremento di rischio generale nell’area rispetto alla media regionale con un
eccesso nella parte alta della valle e (addirittura, ndr) un decremento
del rischio in funzione della distanza dalla sorgente considerata”. Ma poi
si precisa che “queste patologie riconoscono come principali fattori
eziologici (cause, ndr) il fumo e l’alcool e non sono note relazioni
causali con i fattori esaminati. Le stesse considerazioni valgono per i tumori
alla laringe, per i quali è riscontrato un aumento di rischio tra gli uomini, e
in cui il fattore fumo è causa eziologica ben documentata in letteratura.”
E ancora: “L’eccesso
riscontrato nel comune di San Didero di tumori allo stomaco è in controtendenza
rispetto alla diminuzione generale in tutti i paesi occidentali, ma il
piccolissimo numero di casi su cui è basata la stima non consente valutazioni
più approfondite , anche perché non sono note da letteratura relazioni con
eventuali esposizioni a diossine e Pcb.”
Anche per i tumori del retto nelle
donne a San Didero c’è un’incidenza maggiore che altrove, “ma anche
in questo caso non sono note le relazioni con l’esposizione indagata.” Anche
i tumori alla mammella sono più alti a San Didero, ma occorre approfondire le
possibili cause ereditarie. Le malattie dell’apparato cardiocircolatorio come
l’infarto sono alte in tutta la zona indagata, ma non si può mettere in
relazione l’infarto con Pcb e diossine. Questi ultimi causano invece linfomi e
diabete mellito, specie tra le donne. In particolare quest’ultima malattia è
risultata alta a San Giorio e Villarfocchiardo , ma “non si è evidenziato un
andamento di rischio decrescente dalla fonte considerata.”
Le conclusioni affermano che è
stata evidenziata una più alta incidenza di alcuni tumori a San Didero e
nell’area studiata, ma “solo sulla base di questi risultati non è possibile
imputare l’origine ad un’unica causa e in particolare all’acciaieria presente
in San Didero. Ma la presenza di una struttura di rischio per patologie
tumorali anche specifiche non permette di escludere questa evenienza.”
Vale a dire che si muore di più per cancro e non si può escludere che la causa siano le acciaierie, ma potrebbe anche esserci dell’altro.
Dunque uno studio inutile? Perlomeno conferma l’alta incidenza di tumori constatata da troppi cittadini della valle per esperienza familiare diretta. Ma ora l’imbarazzo tra gli amministratori è ancora più palpabile. Le cause dei tumori potrebbero ritrovarsi nell’inquinamento complessivo della valle, in cui fa la parte del leone quello da TIR. Ma nei dati potrebbero centrare anche i flussi migratori a breve raggio della popolazione. Ad esempio gente che ha abitato in zone a rischio del torinese e che ora abita in valle.
Uno studio che non aiuta chi né
chi vorrebbe mandare via la Beltrame né chi vorrebbe comunicare una valle pulita
dove si vive e mangia senza rischi. Per il presidente della Comunità Montana,
Antonio Ferrentino, questo è certamente uno studio che andrà integrato: “Noi
non vogliamo coprire nessuna responsabilità e la salute viene prima dei posti
di lavoro nelle acciaierie. Ma è evidente che questa incidenza di tumori può
avere anche altre cause. Non ultima il traffico dei TIR. Sembra che confermi le
nostre richieste per affrontare tutti i problemi ambientali della valle e non
aumentare i fattori di rischio, compreso un maggiore flusso di TIR se venisse
scavata la seconda canna del Frejus.”