Tunnel lungo da Susa a Chiusa

Da lunedì i progettisti al lavoro sul preliminare

Addio opzione zero, svanisce la val Sangone

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 29/1/10 – pagg 2-3

 

In bassa valle di Susa spunta una gal­leria più lunga. Il "tunnel Orsiera", indicato da Ltf quando nel 2007 Di Pietro consegnò il dossier per i fondi europei e confermato nel "tracciato Ltf“ che ha raccolto le "invarianti" di Pra Catinat, potrebbe essere di 19 km. Nell'ipotesi pre­cedente sì parlava di 11,4 Km tra Coldimosso e Villarfocchiardo. Oggi a quella ipotesi si aggiunge una galleria tra Coldimosso e Chiusa S. Michele.

 

Per l’adduzione alla valle, re­stano le tre ipotesi venute fuori dagli incontri con i comuni della zona sud e ovest, mentre sparisce del tutto l'opzione val Sangone, cioè il tracciato proposto prima dalla Pro­vincia e poi aggiustato con il collegamento col tunnel di base quando questa divenne una "invariante", tracciato che prevedeva il passaggio sotto Trana e Giaveno.

 

Con queste novità dell'ultima ora, oggi l'Osservatorio licenzia le ipotesi di trac­ciato della Torino-Lione. Virano intende infatti consegnare ai progettisti le specifiche progettuali entro domenica 31 gennaio, rispettando così la scadenza della proroga concessa dall'Ue al governo italiano: Per questo, il giorno stesso della firma del decreto con le nuove rappresentanze, l'Os­servatorio ha ricominciato un lavoro serrato per bruciare le tappe in un paio di settimane. Paolo Foietta, per la Provincia, ha svolto un complesso lavoro di cucitura delle proposte che arrivavano dai territori rappresentati in Osservatorio. E ha consegnato, martedì scorso, il risultato di questo lavoro.

 

Nelle prossime sedute l'Osservatorio inizierà la trattazione del progetto definitivo del "cunicolo esplorativo" di Colombera, quella che, tra le vigne di Chiomonte, sarà anche la discenderia di servizio nel versante italiano.

 

La novità in bassa valle di Susa non è di poco conto. Anche perché in Osservatorio è data come quella più accreditata, anche se bisognerà attendere la redazione del progetto preliminare. Con questa nuova opzione di tracciato rischia di andare in soffitta, senza nemmeno essere mai stata nemmeno appro­fondita, quella che fino a ieri era accreditata come la grande occasione della bassa valle di Susa: l'interramento della Torino-Lione sotto l'attuale linea storica anch'essa inter­rata. Era questa l'idea che piaceva anche agi i urbanisti e ai costruttori, che vedevano la possibilità di "riqualificare" le aree dei cen­tri abitati lasciate libere dal vecchio spazio ferroviario. Questa ipotesi resta in piedi, ma, come detto, prende sempre più corpo l'alter­nativa di evitare Sant'Antonino, Villarfocchiardo e Vaie. In questo modo salterebbe la stazione di interscambio di Sant'Antonino. L'interscambio, cioè la stazione di passaggio tra le due linee nella prima fase di realizza­zione, sarebbe a Chiusa S.Michele. Qui ci sarebbe anche il posto di sicurezza con i binari di servizio.

 

Lo spostamento ver­so Torino dell'intercon­nessione (che fino all‘entrata in esercizio del tunnel di base potrebbe funzionare anche come punto di interscambio) chiude definitivamente lo spazio a ipotesi al­ternative a Susa per la stazione internazionale della valle. Del resto il rappresentante tecnico di Susa, Pier Carlo Si­bille, ha chiarito subito che per Susa la stazione internazionale è assolu­tamente un'invariante, cioè non si mette in discussione. Tra l'al­tro anche sulla piana di Susa le ipotesi di tracciato sono un paio, poco distanti una dall'altra, compreso l'ingresso del tunnel di base. Nello stesso tempo, la conferma della stazione internazionale a Susa, richiede che si inizi seriamente a discutere su come una stazione posta fuori dal collegamento con la linea storica potrà favorire i collegamenti turistici verso l'alta valle.

 

Con questa ipotesi, l'interramento della linea storica riguarderebbe forse solo più la breve tratta tra Sant'Ambrogio e Chiusa, ben poco per poter dire che la valle di Susa vedrà sparire per sempre quella ferrovia che ha diviso i centri abitati e che questi potranno tornare così a nuova vita.

 

La "variante" sembra sia venuta fuori dopo che il Comune di Sant'Antonino, per primo, si era espresso contro l'ipotesi di ospi­tare la stazione di interscambio. Lo stesso comune, con il sindaco Ferrentino, che non ha mai osteggiato l'idea dell'interramento (anzi per un po' l'ha accolta integrata alle "fasi" del Fare), aveva anche il timore che l'interramento potesse poi non realizzarsi per motivi economici e tecnici paventando il rischio che, alla fine, si potesse ritrovare con due ferrovie in superficie invece di una. L'allungamento della galleria Orsiera, a questo punto, sarebbe la soluzione con meno problemi.

 

Ma in realtà di problemi ne ha, e parecchi. Qualunque sia in futuro la soluzione progettuale (scatolato interrato? trincerone? galleria tra­dizionale?) nella zona pianeggiante tra Chiusa e Vaie esistono falde appena sotto il piano campagna, che scorrono anche verso valle, c'è la vicinanza di un sito archeologico su cui il Comune ha costruito un intero progetto culturale e turistico e c'è il cimitero di Vaie. Passare in zona Pradera avrebbe anche inevitabili implicazioni di impatto sulla rinomata acqua di Vaie e potrebbe riservare una sorpresa dovuta alla presenza di radon nelle rocce profonde. Problemi analoghi li presenta a Sant'Antonino e Villarfocchiardo.

 

Ma questa resta comunque un'ipotesi, anche se più accredi­tata delle altre. Negli altri comuni della bassa valle, da Bussoleno a Sant'Ambrogio, non ci sono altre soluzioni nuove sul tavolo. Anche perché né i Comuni né la Comunità montana hanno mai accettato di partecipare in Osservatorio alle riunioni di approfondimento di questa "area problema". Da San­t'Antonino resta comunque anche l'ipotesi di mettere tutto sotto la linea storica, fino a Torino.

 

Per la zona della Collina morenica sono in campo tre ipotesi. Una prevede l'incrocio con la linea storica a Rosta e una galleria tra Rosta e Rivoli con un tratto in superficie poco più a sud di Tetti Neirotti. Da qui c'è un'opzione che intercetta lo scalo di Orbassano a sud e un'altra a nord.

 

Le altre due ipotesi prevedono l'incrocio con la linea storica a Ferriera di Buttigliera Alta. Da qui la galleria sotto la Collina che poi si biforca in due tracciati: uno a nord-est di Villarbasse e a est di Rivalta; un altro sotto Villarbasse e a sud di Rivalta lambendo il Sangone. Entrambi prevedono l'entrata nello scalo merci da sud.

 

Per il passaggio della Gronda merci sotto corso Marche non c'è nulla di cambiato mentre per la zona di Venaria restano in piedi le ipotesi di passaggio in galleria sot­to la tangenziale (Ativa ne appro­fitterebbe per realizzare la quarta corsia), poco a nord dello Stadio delle Alpi e lungo la Stura.