Tempi lunghi con la procedura ordinaria, almeno un anno

Luna Nuova, 25/8/06

 

L'avvio della Conferenza di servizi sulla Torino-Lione il 1° agosto è stato soprattutto un fatto simbolico e formale. Con la prima riunione significa che la Conferenza di servizi viene avviata (presieduta dal funzionario ministeriale Gaetano Fontana) come prevede la legge. Per governo e Regione significa che il Tav non è stato abbandonato e che l'iter prosegue anche se con una normativa diversa dalla legge obiettivo. Per i sindaci, che secondo la legge adesso rappresentano rigorosamente soltanto i rispettivi comuni, quelli toccati dalle proposte di tracciato, inizia una nuova "melina" dove sarà anche possibile provare a convincere la controparte che il Tav non si deve fare. La Conferenza di servizi deve infatti esaminare anche l'opzione zero, cioè la possibilità che l'opera non si faccia proprio. Non è solo una riunione periodica sulle migliorie da apportare ai progetti.

Però la discussione parte dai progetti e non dagli scenari economici europei. I progetti dovranno essere ripresentati da Rfì e Ltf tenendo anche conto di tutto il lavoro di approfondimento fatto in questi anni. Quella che di fatto sarà la prima riunione della Conferenza è fissata per fine settembre.

La valle tutta, d'ora in poi sarà rappresentata dalle due Comunità montane. I comuni presenti potranno essere solo quelli toccati dal progetto. Per la discussione politica e per scendere nel merito della ragioni economiche e geopolitiche del Corridoio 5 e della sua tratta tra Torino e Lione restano il Tavolo politico e l'Osservatorio tecnico presieduto da Mario Virano. In queste sedi la valle continuerà ad essere rappresentata da delegazioni miste, senza vincoli di legge.

Il fronte No Tav, compresi gli amministratori, ha salutato la convocazione di agosto come una seconda vittoria che dopo il rinvio del tunnel di Venaus toglie dalla Torino-Lione lo spauracchio della legge obiettivo, del resto mai veramente rispettata nelle sue scadenze. I sindaci hanno accettato la procedura ordinaria soprattutto perché pensano che questa durerà tanto tempo: anni, come dimostra l'esperienza di altre grandi opere. Poi, come sempre, la speranza è che arrivi una rinuncia definitiva o un rinvio sine die per mancanza di fondi.

Ma la procedura ordinaria attraverso la Conferenza di servizi ha anche questa dei tempi certi, almeno sulla carta. Anche questa è divisa in fasi diverse con scadenze massime, che hanno comunque parecchie possibilità di slittare. La prima è una Conferenza di servizi "preliminare", cioè giocata sull'esame del progetto preliminare così come presentato dai proponenti (Rfi e Ltf, che presumibilmente presenteranno i preliminari già approvati dal Cipe con le prescrizioni della Regione). In questa fase possono emergere "elementi preclusivi alla realizzazione del progetto" oppure si possono indicare "le condizioni per ottenere sul progetto definitivo le autorizzazioni e le intese" necessarie.

Sempre in questa fase vengono poste le condizioni per la realizzazione della Valutazione di impatto ambientale. Il ministero dell'ambiente, competente per la Via, "esamina le principali alternative, compresa l'alternativa zero, e sulla base della documentazione esistente verifica l'esistenza di elementi di incompatibilità anche con riferimento alla localizzazione del progetto". E' chiaro che, per esempio, non potrà essere considerato "elemento di incompatibilità" la presenza di amianto, se nella "documentazione disponibile" non saranno presenti analisi di carotaggi che dimostrino che l'amianto c'è e rappresenta un problema.

Comunque, tutti i possibili elementi utili a fare cambiare idea alla Conferenza di servizi possono pervenire anche successivamente, ma devono essere "elementi significativi". Se non emergono ostacoli alla realizzazione del progetto la Via indica le condizioni per ottenere "i necessari atti di consenso" sul progetto definitivo.

I lavori della Conferenza non possono superare i 90 giorni, un termine che può essere sospeso per altri 90 giorni in attesa del pronunciamento della Via sulla compatibilità ambientale (altro elemento che può fare decidere per l'opzione zero). Se la Via non arriva, il governo può esprimere il suo nullaosta entro altri 30 giorni nella stessa Conferenza di servizi che può essere prorogata di altri 30 giorni se fossero necessari approfondimenti. Per una sola volta possono essere richiesti ai progettisti ulteriori documentazioni, fatto che fa slittare la scadenza di altri 30 giorni. A questo punto siamo a 270 giorni, cioè nove mesi al massimo.

La Conferenza di servizi decide a maggioranza dei presenti. Ogni amministrazione convocata partecipa con un solo rappresentante ed esprime "in modo vincolante la volontà dell'amministrazione su tutte le decisioni di sua competenza". I rappresentanti dei Comuni non potranno quindi tornare in valle e confrontarsi con il Comitato istituzionale o l'assemblea dei comitati: una volta votato la decisione è presa. Se il rappresentante non dice come la pensa la sua amministrazione, questa posizione si considera assenso. E' contemplato soltanto un "dissenso costruttivo", cioè un parere contrario sul progetto che deve essere "congruamente motivato" e "deve recare le specifiche indicazioni delle modifiche progettuali necessarie ai fini dell'assenso".

In caso di dissenso motivato si rinvia alla Conferenza unificata che assume la decisione entro altri 30 giorni. Se anche questo organo non esprime una decisione, questa è presa dal Consiglio dei ministri entro 30 giorni. Siamo così arrivati a 11 mesi. La Conferenza di servizi o i suoi sostituti assumono un "provvedimento finale" che viene pubblicato insieme alla Via sulla Gazzetta ufficiale. I passi successivi sono l'approvazione del progetto definitivo che deve corrispondere alle prescrizioni della Via e la presentazione del progetto esecutivo che deve essere preciso al dettaglio e pronto per essere consegnato al raggruppamento di ditte che vince l'appalto.

In mezzo a queste scadenze sono possibili dilazioni per permettere il pronunciamento di organi consultivi (per esempio l'Osservatorio, che resta comunque un organismo al di fuori del procedimento ordinario). Così come sono possibili conflitti di interpretazione e di legittimità che possono ritardare ulteriormente l'iter del progetto.

 

Massimiliano Borgia