Tavolo politico, il 3 maggio tutti a Roma

Fuori la Comunità montana, dentro i sindaci Sì Tav più Avigliana e Chiusa

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 22/4/11 – pag. 2

 

Dopo quasi otto mesi che se ne parla, il sottosegretario alla presi­denza del Consiglio Gianni Letta ha convocato per martedì 3 maggio la riunione del Tavolo politico di Palazzo Chigi. All'ordine del giorno, naturalmente, l'avvio della galleria geognostica della Maddalena «nel rispetto del calendario europeo» e non ben definite «intese per il terri­torio». Poi è prevista la trattazione dello stato di avanzamento della progettazione della Torino-Lione e l'illustrazione del programma di attività future dell'Osservatorio «in vista di uno sviluppo del progetto definitivo per fasi attuative».

 

Come alle riunioni convocate fino a due anni fa sono invitati i ministri indicati nel decreto del 2006 che istituisce il Tavolo politico e cioè i responsabili: delle infrastrutture, del­l'ambiente, degli esteri, dell'interno, del lavoro, dei beni culturali, dei rapporti con le Regioni. Non è detto che siano presenti tutti. E' successo solo la prima volta. Quasi certamente saranno presenti solo Matteoli e la Prestigiacomo, i due ministri mag­giormente coinvolti. Sono invitati ovviamente l'Osservatorio, Ltf, Rfì, la Cig più Regione, Provincia e co­mune di Torino.

 

Ma a tenere banco per i prossimi giorni sarà sicuramente la polemica sulla convocazione dei sindaci. La scelta è stata fatta un anno fa sulla base delle indicazioni di Regione e Provincia, quando si discuteva ancora di regia sul Piano strategico e sulla partecipazione si tavoli dopo la definizione del nuovo tracciato. Innanzitutto è esclusa definitiva­mente la Comunità montana. Sono invece ammessi tutti i Comuni che accettano l'Osservatorio più due che hanno scelto di starne fuori ma che rappresentano realtà importanti toccate dal tracciato come Avigliana e Chiusa S.Michele. Sono anche invitati il sindaco di Giaveno e quello di Claviere, rispettivamente comune dove il Tav non passa più e sindaco che rappresentava l'alta valle di Susa.

 

Così non sono ammessi al tavolo, pur avendo attivamente partecipato nel 2005 alla battaglia che portò alla sua istituzione per decreto, i comuni interessati dalla linea: Mompantero, Giaglione, Gravere, Mattie, Bussoleno, San Giorio, Villarfocchiardo, Vaie e soprattutto Sant'Ambrogio, dove pure è previ­sto un grande cantiere per la tratta nazionale.

 

«Il criterio di scelta dei sindaci che potranno partecipare è davvero incomprensibile - sbotta Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Anto­nino e un tempo leader del fronte istituzionale No Tav - Mi auguro che ci sia la volontà di rivederlo. Non si spiega perché siano invitati sindaci di comuni che non hanno più nes­sun ruolo e siano misteriosamente esclusi sindaci come il collega di Sant'Ambrogio che dovrà spiegare ai suoi cittadini l'impatto di un grande cantiere».

 

Stessa posizione quella di Carla Mattioli, sindaco di Avigliana. «Non si capisce perché sia stata invitata la sindaca di Giaveno, comune che ha deciso di creare un'unione di comuni in val Sangone solo per delegittima­re la Comunità montana, mentre i sindaci che hanno il progetto che gli passa sui piedi non sono stati invitati. Questa non è l'Italia che vuole discu­tere per il bene dei territori».