Val di Susa: Tanto fumo, poco arrosto!
Scritto da Marco Cedolin Lunedì
27 Giugno 2011 - Da megachip.info
Il
fumo è quello dei gas lacrimogeni ed asfissianti, con i quali le forze
dell'ordine hanno materialmente "soffocato" gli oltre 2000 cittadini
valsusini che presidiavano la Libera Repubblica della Maddalena contro
l'assalto della mafia del tondino e del cemento. L'arrosto quello di un
cantiere immaginifico e senza futuro, che la consorteria politica tenterà di
vendere all'opinione pubblica e alla compiacente UE, come la prima pietra di
quel TAV in Val di Susa, nato già morto e destinato ad essere solo una fonte di
guadagni illeciti, alla quale fare abbeverare animali politici e prenditori
d'accatto.
Di
questa nottata di trepidante attesa, fino al mattino, vissuto con i polmoni che
bruciano, gli occhi accecati, ma la testa alta, rimangono molte immagini,
alcune destinate a scolorire velocemente, altre a rimanere nella memoria come
segni indelebili.
L'orgoglio
del popolo, che anche in questa Italia votata al malaffare e all'opportunismo,
trova il coraggio di mettere a repentaglio la propria incolumità fisica, per
difendere la terra in cui vive e il futuro dei propri figli, riscoprendo valori
che la maggior parte degli italiani hanno dimenticato. Ed è un popolo disposto
a passare le notti all'addiaccio, rubando le ore alla famiglia e al lavoro, un
popolo che riscopre la bellezza dello "stare insieme" e del sentirsi
parte di qualcosa che travalichi l'egoismo qualunquista, ormai diventato forma
mentis imperante.....
Il
volto marcescente dei burattini della politica, completamente asserviti a
finanza e grande imprenditoria, fino al punto da arrivare a prendere
direttamente ordini da Confindustria, che ha materialmente dettato al Ministro
Maroni i tempi ed i termini di un'azione "di guerra" assolutamente
priva di senso.
La
faccia oscura degli agenti in divisa, ormai abituati a trattare i cittadini che
protestano, alla stessa stregua delle donne e dei bambini d'Afghanistan o
d'Iraq. Forze dell'ordine al soldo di poteri che nulla hanno a che fare con
l'interesse dello stato, picchiatori che agiscono militarmente contro i
cittadini, in rappresentanza di quel malaffare che sarebbero chiamati a
combattere.
I
visi fieri di una decina di signore (che potrebbero essere le nostre madri o le
nostre sorelle) abbarbicate sopra al guard rail, a fronteggiare una ruspa a
tenaglia grande come un paio di TIR, guidata da un "assassino" che
non si faceva alcun scrupolo nell'affondare la tenaglia contro di loro, con il rischio
concreto di ammazzarle o renderle storpie a vita. Perchè anche il tentato
omicidio è lecito, qualora propedeutico alla costruzione della "Grande
Opera" imposta da Confindustria.
E poi tanto fumo, centinaia e
centinaia di lacrimogeni di ultima generazione, dispensati a pioggia, a
soffocare i polmoni e accecare gli occhi. Perché soffocare e accecare era
l'unica strada praticabile, per scacciare dalla propria terra migliaia di
persone, decise a difenderla con il "peso" del loro corpo. E ancora
lacrimogeni a centinaia, lanciati sulla montagna, ad inseguire i cittadini che
si ritiravano, per essere sicuri che "avessero imparato la lezione".
Fra loro tanti anziani, tante donne, tante ragazzine, che non respiravano, che
vomitavano, ma hanno continuato a camminare, senza perdere un grammo della
propria dignità.
In
Val di Susa l'incubo del 2005 è tornato, greve come allora, la Valle è
militarizzata, le strade sono bloccate, e come allora spira il vento
dell'insurrezione popolare.
Ma
chi pensa di avere soffocato con il gas la lotta contro il TAV, con tutta
probabilità non ha mai conosciuto un valsusino, né il percorso di questa
battaglia.
Scesi
dalla montagna, con gli occhi rossi ed i polmoni riarsi, i presidianti della
Maddalena, hanno mantenuto intatta la convinzione che in Val di Susa il TAV non
passerà mai.
Asfissiando
i cittadini, oltre 1500 poliziotti, sono riusciti a prendere possesso di un
fazzoletto di terra, che ora dovranno presidiare notte giorno con centinaia di
uomini.
Non
si tratta di un cantiere, ma di una spianata di terreno che si affretteranno a
recintare.
E
di cantiere probabilmente non si tratterà mai, perché prima che lo diventi i
valsusini torneranno in decine di migliaia, come nel 2005, e se lo
riprenderanno, sempre naturalmente che Maroni e chi lo comanda, non carezzino
l'idea di gasarli tutti.