«Abbiamo respinto le loro frottole»
di Marco Giavelli
da Luna Nuova del 15/6/10 – pag. 3
«E per oggi, uno a zero
e palla al centro». Per i No Tav la ritirata decisa da Mario
Virano ha il sapore di una vittoria a tavolino. Una vittoria suffragata
dall'imbarazzo con cui la stessa Regione ha accolto la scelta di spostare a
Torino, per motivi di ordine pubblico, il convegno inizialmente previsto nel
castello di Susa, a cui il movimento aveva risposto annunciando una grande manifestazione
con tante bandiere lungo le anguste vie di accesso al maniero. Sul volantino
che lanciava "l'assedio al castello delle bugie", i promotori
l'avevano definito "un gioco No Tav" in stile medievale, forse con
tanto di costumi. «E’ bastato un volantino e la proposta di un gioco No Tav
per far dare forfait alla castellana di Susa», commenta Alberto Perino, uno
dei leader del movimento No Tav, chiamando con un appellativo scherzoso la
sindaca Gemma Amprino, che aveva messo a disposizione dell'Osservatorio il
castello fresco di restauri per il seminario sulle ricadute economiche del Tav
in valle di Susa.
«È stata una ritirata degna della volpe di
Fedro, che dopo essersi rotta le unghie a forza di saltare disse: "II
buon senso lo mette chi ce l'ha", e se ne andò a cercare viti più facili»,
prosegue
Perino con evidente ironia, tirando in ballo le dichiarazioni con cui
lo stesso Virano ha giustificato il cambio
di sede. Nonostante questo, i No Tav non hanno rinunciato a
"piantare" simbolicamente la bandiera col treno crociato sull'antico
maniero medievale di Susa: lunedì mattina un gruppo di attivisti ha infatti
posizionato alcuni vessilli sulle cancellate e sui portoni del castello. «A
Chiomonte - conclude Perino – Ltf è venuta a raccontare un sacco di
frottole, ma nessuno li ha aggrediti. A questo punto sorge il fondato dubbio
che Virano temesse che i francesi potessero vedere con i loro occhi gli
"antagonisti " valligiani e magari cominciassero a dubitare su ciò
che va dicendo in giro per I 'Europa».