Riportiamo il testo delle slide presentate
dal Prof. Tartaglia (*)
Considerazioni “tecniche” del Professor
Angelo Tartaglia,
membro dell'Osservatorio tecnico, su una
nuova linea ferroviaria tra Torino e Lyon
• La sua potenzialità è utilizzata solo
parzialmente: tra 1/3 e 1/5 della sua capacità attuale
• Il flusso di merci sulla ferrovia della Valle
di Susa è in calo da una decina di anni
• Il flusso di merci su strada non viene
disincentivato, anzi viene sostenuto e nonostante ciò in valle di Susa non
aumenta
• Ad oggi è progettata sulla base di un modello
previsionale del tutto campato in aria
• Ma perfino sulla base di quel modello la linea
storica continuerebbe a non avere problemi per almeno 30 anni
• Le due aree collegate (Torino e Lyon) sono
entrambe economie mature
·
Eventuali riprese economiche in europa
comporterebbero crescite di traffico in direzione nord-sud NON est-ovest
•
Il costo dell’opera è esorbitante e non vi sono prospettive di economicità se
non accollando allo Stato l’investimento in via definitiva
•
L’intero sistema di alta velocità italiano ha finora caricato sui cittadini
debiti fino oltre il 2060, debiti che pagheranno i nostri nipoti
•
Qualunque soluzione tecnica si adottasse gli impatti sarebbero altissimi
•
Una reale gestione degli impatti comporterebbe lievitazioni indefinite dei
costi
•
Gli impatti sono al momento scarsamente noti all’opinione pubblica e persino
agli enti coinvolti
Principali
strozzature sul corridoio Lione-Torino non sono sulla linea ma sui “nodi” (
grandi città)
·
Nell’area di Chambéry, fuori
dalla Valle Maurienne
·
Nell’accesso al nodo di Torino: tra Avigliana ed
il nodo di Torino, fuori dalla Valle di Susa
L’approccio
pragmatico:
Prima
di parlare di impatti e di inserimento socio-ambientale occorre:
a)
adottare delle politiche;
b)
verificarne l’efficacia;
c)
intervenire sul nodo e nell’area
metropolitana
di Torino;
d)
decidere a quel punto il da farsi.
Fin qui la ragion pratica Da
qui in poi entra in campo la ragion politica
La
politica (istituzioni, partiti) dice: Si fa a prescindere.
Cominciando…dal tunnel
Il
ruolo tecnico secondo la politica dovrebbe essere: “Ora
diteci dove si passa, come si fa, come si gestisce il contorno, come ci
regoliamo con l’acqua, dove piazziamo il cantiere…”
Ma
bisognerebbe ricordare che una qualsiasi grande infrastruttura ha
senso se il costo complessivo non soverchia il vantaggio atteso e se il
beneficio non consiste nella sola realizzazione per coloro che la costruiscono.
Anche
se l’osservatorio ha riconosciuto che l’analisi costi/benefici è essenziale.
La
politica ha detto che l’analisi costi/benefici si farà …
a valle della decisione.
La
ragione “ingenua” dice che l’analisi costi/benefici si fa PRIMA di decidere
proprio PER decidere correttamente.
Atteggiamenti
possibili da parte di cittadini ed amministratori:
•
La situazione è assurda, pertanto non si dà alcun consenso
•
Ormai è decisa, cerchiamo di limitare i danni
•
Ma a me (comune) che cosa ne può venire in tasca?
•
Ma a me (personalmente) che cosa ne può venire in tasca?
La
posizione del Professor Tartaglia:
1) Per
quanto mi riguarda sono disponibile a contribuire ad una analisi costi/benefici
scientifica ed in contraddittorio
2) Non
intendo partecipare a discussioni sul se sia “meglio” passare nell’acqua del
fondo valle o nelle rocce dei versanti
Angelo Tartaglia , 25 Luglio 2009
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(*)
Ad absurdum per
absurdius
Questo contributo è stato realizzato dal Professor Angelo
Tartaglia, membro dell’Osservatorio tecnico sulla Torino Lyon, consulente della
Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia e presentato agli
amministratori pubblici nei giorni precedenti all’incontro del Ministro
Matteoli con i Sindaci avvenuto il 30 luglio 2009 a Torino