Documento della Riposa
I sindaci passano la prova del voto
Disco verde alla
fase 2 dell’Osservatorio, ma si aprono crepe in molti consigli comunali
di Marco Giavelli da Luna Nuova del 23/9/08 – pag. 3
I "conti della serva" danno un verdetto chiaro solo in apparenza. I consigli comunali sul documento della Riposa hanno confermato le previsioni della vigilia almeno per quanto riguarda la bassa valle, dove il testo che da il disco verde al la fase-2 dell'Osservatorio è passato nella gran parte dei comuni. Su un totale di 23 assemblee coinvolte (Villardora è fuori dai giochi in quanto commissariata), finora ne sono state convocate 16: in 14 casi iI documento è stato approvato (per ora sorvoliamo sul come), mentre in due (San Didero e San Giorio) è stato rivoltato come un calzino e trasformato in una delibera No Tav in perfetto stile "duro e puro".
Ma si sbaglia chi
pensa che Antonio Ferrentino porti a casa una vittoria schiacciante. Lo
sarebbe solo se ci si fermasse ad una lettura del tutto superficiale dei dati.
Invece, scorrendo i numeri comune per comune, viene fuori un quadro variegato
e pieno di lacerazioni. Sono ben sei le maggioranze che sulla Riposa si sono
spaccate tra voti contrari e astensioni molto pesanti: Condove (Alleri),
Sant’Ambrogio (Regis Gavin e Tucci). Sant’Antonino (Cantore, Del Vecchio e
Pent), San Giorio (Richard Garnero, Bar e Pellizzari, che hanno votato contro
al maxi emendamento proposto in modo trasversale dall'ala No Tav di maggioranza
e minoranza), Susa (Fontana, Sayn e Liuzzo) e Vaie (Basso, Serra e Margaira).
Tra l'altro proprio a Vaie si è consumala una frattura interna che non può
passare inosservata: se il voto contrario di Ivan Basso (Rifondazione
comunista di Bussoleno) era noto a tutti, non lo erano affatto le astensioni
del l'assessore Elisabetta Serra e del consigliere Sandro Margaira, entrambi
del circolo Prc di Sant'Ambrogio, molto più vicino alle posizioni di Ferrentino
rispetto a quello di Bussoleno.
In sette casi, voto
più voto meno, sono stati confermati i normali rapporti di forza tra
maggioranza e minoranza: Almese (dove però le assenze non sono trascurabili),
Caprie, Chianocco, Mattie, Novalesa, Villarfocchiardo e la Comunità montana.
Quasi unanimità a Venaus, con maggioranza e minoranza unite nel votare il
documento, passato con la sola astensione di Rita Marzo: un risultato che il
sindaco Nilo Durbiano considera un successo, visto che a luglio, sul Fare, la
sua consigliera aveva votato contro. Unanimità a San Didero, che ha invece
approvato una delibera alternativa che respinge sia il documento della Riposa,
sia gli otto punti del governo usciti dal tavolo di Palazzo Chigi del 29
luglio. Unanimità, ma nella direzione opposta, anche a Borgone, l'unico comune
ad essersi espresso in modo compatto sulla Riposa. L'unico comune, per altro,
dove la giunta vede rappresentati sia il centrosinistra che il centrodestra, e
forse non è un caso che alla fine la votazione sulla Riposa sia andata proprio
così.
Per quanto riguarda
invece l’invito di Ferrentino a non emendare il documento nei sei punii
cardine, la direttiva è stata rispettata quasi ovunque: hanno fatto di testa
loro solo Villarfocchiardo, dove il punto 4, quello che entra nel merito della
progettazione unitaria e delle fasi del Fare, ha subito parecchie modifiche;
Borgone, con modifiche comunque lievi sempre al punto 4; Mattie, che ha
cambiato il titolo del punto 1 in "proposta metodologica Fare". Tutti
gli altri consigli hanno mantenuto il lesto tale e quale a quello uscito il 1°
settembre dalla conferenza dei sindaci: Almese, Condove, Mattie, Sant'Ambrogio,
Sant'Antonino, Villarfocchiardo e la Comunità montana hanno però inserito in
premessa alcuni emendamenti che vanno a rafforzare la contrarietà al tunnel di
base.
Anche negli altri
sette comuni che non hanno convocato il consiglio comunale, il quadro si
presenta comunque tutt'altro che uniforme. Bussoleno ha ribadito il suo no al
documento della Riposa e al proseguimento dell'Osservatorio: anche stavolta,
però, lo ha fatto convocando un vertice di maggioranza in cui a quanto pare il
no, a differenza di ciò che era successo a dicembre, è passato per il rotto
della cuffia. Ancora più ingarbugliala la situazione a Chiusa S.Michele, dove
se il documento fosse stato portato in consiglio comunale sarebbe stato quasi
sicuramente bocciato, posto che la minoranza votasse no: in maggioranza, visto
anche il cambiamento di passo di Domenico Usseglio, prevale comunque il sì, ma
davvero per un soffio.
Per non parlare di
Avigliana, dove per l'ennesima volte il sindaco Carla Mattioli è chiamata ad
una prova di equilibrismo politico se vorrà tenere in piedi la sua maggioranza:
il consiglio comunale si terrà domani, ma la mediazione tra Pd e Indipendenti,
ammesso che venga raggiunta, si preannuncia anche stavolta estenuante. Divisa
anche la maggioranza di Caselette, che proprio per questo, nel consiglio
comunale di lunedì scorso, ha chiesto di rinviare la discussione sul documento.
Bruzolo, favorevole a livello di maggioranza, lo porterà in Consiglio lunedì
29: la stessa cosa faranno Rubiana, che al suo interno ha una situazione piuttosto
composita, e Mompantero, la cui maggioranza, allineata con la
"Riposa", chiede però qualche piccola modifica al punto 4. Per quanto
riguarda i comuni della gronda, sul cui appoggio Ferrentino conta molto per
potersi presentare più forte davanti al governo, hanno sin qui approvato il
testo soltanto in tre: Rivalta in Consiglio (col volo contrario del gruppo
"Rivalta sostenibile"),Alpignano e Druento in giunta.
Dunque la faticosa mediazione
della Riposa, almeno per ora, decolla sì verso Palazzo Chigi, ma con le ali un
po' tarpate. Stando così le cose, è chiaro che l'approvazione di venerdì in
Comunità montana rappresenta una boccata d'ossigeno non da poco per Ferrentino
e i sindaci, forti di un 35 a 20 che al di là di tutto conserva il suo peso,
proprio perché maturato in un contesto sovracomunale. Questa tornata di
consigli comunali consegna comunque la fotografia di un centrosinistra sempre
più lacerato dalla contrapposizione tra l'ala istituzionale legata ai partiti e
quella più movimentista, ormai ancorata al treno crociato. In tutto questo,
anche le grandi manovre elettorali in vista del 2009 hanno influito parecchio.
Le votazioni dei giorni scorsi sono state per certi versi un'anticipazione di
ciò che potrebbe accadere alle amministrative del prossimo anno, quando in
alcuni comuni il voto No Tav potrebbe anche rivelarsi decisivo nel dare man
forte al centrodestra qualora le liste del "Movimento partecipazione
popolare Valsusa" entrassero davvero in gioco.