Sindaci No Tav delusi: «Quali tavoli contano davvero?»
di Marco Giavelli da
Luna Nuova del 29/10/10 – pag. 3
Osservatorio, conferenza
di servizi, gruppi di lavoro, riunioni per la "demarche grand
chantier". Chi ci capisce qualcosa è bravo. Anche per i sindaci,
districarsi in questa matassa di tavoli e sottotavoli sta diventando
un'impresa. Mentre ancora tutto tace sulla data del tavolo di Palazzo Chigi,
vanno avanti gli incontri indetti dall'assessorato regionale ai trasporti
nell'ambito della conferenza di servizi. Di questi incontri ce n'è ormai quasi
uno al giorno: per ora ci stanno andando anche i sindaci No Tav rimasti fuori
dall'Osservatorio, in prima persona o delegando i rispettivi tecnici comunali.
Ma la loro impressione è che «siamo in una fase di confusione totale»,
denuncia il presidente della Comunità montana, Sandro Plano. «Questi tavoli
non servono a nulla», fa outing la sindaca di Bussoleno, Anna Allasio, che
solo una settimana fa aveva annunciato l'ingresso del suo Comune nel gruppo di
lavoro su cantieristica e smarino. «Ma soprattutto - si chiede
provocatoriamente il primo cittadino di Vaie, Lionello Gioberto - quali sono
i tavoli che contano qualcosa?».
Alla riunione di
mercoledì su geologia, idrogeologia e idraulica, per altro paragonabile al
tavolo sulla cantieristica che ha scatenato un'autentica bufera sulla
maggioranza di Bussoleno, erano rappresentati soltanto la Comunità montana e
diversi comuni di centrosinistra e No Tav. Tra quelli di centrodestra
convocati, l'unico presente era invece Meana: assenti Condove, Chiomonte e
Susa, che finora aveva comunque sempre partecipato. «Comincio a non
capire più a che gioco stiamo giocando - dichiara indispettito Gioberto -
continuano a tacciarci di essere sindaci che non si siedono ai tavoli,
chiusi al dialogo e incapaci dì rappresentare i nostri territori, quando vedo
che poi i comuni di centrodestra favorevoli al Tav e dentro l'Osservatorio a
queste riunioni non ci vengono, mentre noi siamo andati a dire quello che
pensiamo, anche con una forte connotazione politica. A questo punto mi chiedo:
ma i tavoli giusti quali sono? Questi o l'Osservatorio?».
E Plano rincara la
dose: «L'impressione finora è pessima. Stanno mandando avanti
parallelamente conferenza di servizi, tavoli tecnici non meglio identificati
all'interno dell'Osservatorio e dichiarazioni a mezzo stampa che annunciano
variazioni progettuali - attacca il presidente delle valli Susa e Sangone
- C'è uno stato di fibrillazione totale: continuano a fare promesse
senza uno straccio di copertura finanziaria seguendo la filosofia berlusconiana
dell'effetto-annuncio, com'è stato per la questione smarino. Per non parlare
della governance unitaria del progetto con cui più volte si sono riempiti la
bocca, mentre ora ci convocano solo su metà progetto: dell'altra metà non
abbiamo ancora visto traccia».
Intanto anche la
Allasio torna alla "linea dura" preannunciando che Bussoleno non
parteciperà più a nessun tavolo: «Devo ammettere che sono delusa.
Mercoledì ho proprio avuto l'impressione che ci convocano per riunioni che non
servono a nulla. Tra l'altro avevo pure un sacco di questioni da seguire in
Comune. Ribadisco che Bussoleno non è mai entrata nell'Osservatorio e non ci
entrerà: avevamo deciso di mandare l'ingegner Vela al gruppo di lavoro che
doveva discutere le tre opzioni sullo smarino, almeno così ci era stato detto.
Ci è andato una volta come uditore, ma non andrà più da nessuna parte. D'ora in
poi ci atterremo solo più a ciò che farà la commissione tecnica della Comunità
montana».
Ma dal centrodestra il
sindaco di Chiomonte Renzo Pinard, assente all'incontro di mercoledì, invita il
centrosinistra a non fare strumentalizzazioni: «II loro ragionamento
non fa una grinza, ma non mi si venga a dire che la conferenza di servizi è un
posto dove ci si confronta perché non è così. È una sede in cui ogni ente
manifesta la sua posizione. Da Chiomonte, per motivi di lavoro o di salute, non
ero materialmente in grado di mandare nessuno all'incontro di mercoledì. È
anche una questione di impegni: quando ci sono riunioni con tempi così
serrati, si fanno delle scelte. La nostra posizione l'abbiamo già espressa più
volte in più sedi e anche se non riusciamo a partecipare a tutti gli incontri
non credo caschi il mondo».