Ieri l’incontro plenario
con i sindaci: Bresso e Saitta provano la mediazione con Virano
di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 20/10/09 – pag. 3
Oggi l'Osservatorio
sfiorerà solo il piano dei sondaggi .Nel senso che discuterà ancora dei
criteri con cui va proposto il piano delle indagini geognostiche, escluso il
tunnel della Maddalena che sta fuori da questa prima partita. L'incontro
convocato ieri pomeriggio da Saitta e Bresso per tentare di convincere i
sindaci a dare il via libera alla trattazione dei sondaggi in Osservatorio è
finito con l'ok di Virano a discutere di sondaggi non per un tracciato ma per «l'effettiva
conoscenza del territorio in vista dell'esame di una o più opzioni di tracciato
oppure, se si vuole, di un'opzione con più variabili per sviluppare poi il
progetto».
Ieri è stata tirata fuori la lettera del ministro Altero Matteoli con cui il governo garantisce che metterà già quest'anno 20 milioni dei 200 promessi per il Nodo di Torino. Altri 10 milioni li ha promessi la Bresso. Si potrebbe quindi partire con i primi lavori per il Nodo e con i primi acquisti di materiale rotabile per i pendolari della valle di Susa. Ma a patto che i sindaci accettino i sondaggi, è stata la contropartita che è aleggiata durante le tre ore dell'incontro.
La Bresso (che ha
l'interesse elettorale a scongiurare una crociata Si-No Tav) ha però anche ricordato
che la Regione ha bisogno di sapere se può investire risorse importanti in
questo territorio secondo i progetti previsti oppure se dovrà, per ora,
dirottare i soldi verso alte zone del Piemonte. Il riferimento è al Piano
strategico per i comuni della Torino-Lione, che Saitta ha naturalmente messo
sul piatto come progettazione condivisa su cui trovarsi tutti d'accordo
(sempre a patto che partano i sondaggi).
Venerdì al ministero
delle infrastrutture a Roma, sul Piano strategico ci sarà il seminario di
approfondimento proposto da Matteoli a luglio a cui potrebbe seguire
addirittura un tavolo politico con il ministro e il sottosegretario Gianni
Letta. Anche in questo caso, il governo potrebbe parlare di finanziamento di
una parte dei tanti progetti contenuti nel piano in cambio del via libera ai
sondaggi per rassicurare Bruxelles.
«Se si parlerà dei
sondaggi lungo il tracciato proposto da Ltf i nostri tecnici si alzeranno e
se ne andranno », non molla Ferrentino. Ma si capisce che
il compromesso è stato raggiunto, e nemmeno questa volta si può parlare di
rottura. Anche perché in quella riunione solo due rappresentanti dei comuni
avrebbero forse rotto davvero con l'Osservatorio e con i sondaggi. Tutti gli
altri sindaci hanno detto che l'Osservatorio deve rimanere (e non
"tavoli" alternativi), che Virano va bene e che i sondaggi vanno
fatti, magari con un rinvio elettorale a dopo l'elezione per la Comunità
montana.
Virano ha ricordato
che «ad oggi un progetto non c'è. Ma nelle specifiche progettuali ci siamo
impegnati tutti a fornire entro il 25 novembre le indicazioni conclusive perché
i progettisti possano iniziare a lavorare. Il primo elaborato progettuale dovrà
essere validato dall'Osservatorio e poi ci saranno cinque mesi per redigere il
progetto preliminare. Su questo ci sarà lo Studio di impatto ambientale che
valuteremo e sarà avviata la procedura di valutazione d'impatto ambientale con
relativa conferenza di servizi che, per legge, dovrà esaminare anche l'opzione
zero».
«Se Virano parla di
quello che abbiamo deciso a Pra Catinat, siamo d'accordo - continua
Ferrentino - la questione è semmai che quello che fu deciso allora, oggi
viene disatteso. Ltf fa circolare un tracciato con sondaggi mentre si sarebbero
dovute discutere di ipotesi diverse di tracciato e della stessa opzione zero
partendo da indagini serie sul territorio».
«Se i sindaci vogliono
fare sondaggi in più non c’è nessun problema - ribatte
Virano - Quello di Ltf era soltanto il primo contributo, base per la
discussione successiva. Non conta nulla. Non vedo ostacoli a predisporre
sondaggi su un 'area molto più ampia, anche per conoscere meglio il sottosuolo
in zone dove potrebbe anche non passare mai la linea».
Sulla questione della
rappresentanza, Ferrentino ha chiesto, come annunciato, che sia riconosciuta
l'assemblea dei sindaci come interlocutore delle valli. Saitta ha chiesto che
i sindaci facciano una loro proposta, di fatto rinviando la
questione. «Se non sarà l'assemblea dei sindaci prevista dall'ordinamento
della Comunità montana - propone Ferrentino - Ci siano almeno tre assemblee
dei sindaci dei tre territori per esprimere ciascuna la propria rappresentanza,
compresi i tecnici in Osservatorio, che andranno confermati».
La sensazione è che si
stia ripetendo la situazione del 2005 con i sindaci che non avevano nessuna
possibilità di opporsi ai carotaggi geognostici proposti nella "Commissione
Rivalta", ma quando si presentarono le ditte furono i comitati a tentare
il blocco, fuori dal controllo dei sindaci.
Ma è chiaro che con il consenso dei sindaci oggi sarebbe molto più facile isolare la mobilitazione del movimento. La cui forza sembra venga costantemente sottovalutata a Torino. Da Roma vogliono accelerare. Oggi come allora si dice che se non partono i sondaggi si perdono i soldi europei e Matteoli ha già annunciato che per fine novembre si piantano le trivelle.