di Massimiliano Borgia - Luna nuova n. 91 venerdì 12 dicembre 2003
Per Caprie sparisce l'incubo dello svincolo
del Tav. Nel progetto preliminare depositato mercoledì e presentato oggi
da Rfi alla Regione e ai Comuni, è stata eliminata l'interconnessione
di Caprie che prevedeva un tratto di linea all'aperto, un tronco in discesa
e un ponte sulla Dora con il successivo allacciamento alla linea storica. Adesso
è prevista un'unica galleria da Grange di Brione a Chiampano. A Caprie,
probabilmente, resterà comunque una finestra della galleria.
Le altre modifiche del progetto riguardano la parte più vicina a Torino.
A Venaria la linea passerà a ridosso della tangenziale ma accanto al
lato sud (verso lo stadio delle Alpi) senza il difficile collegamento sotterraneo
sotto corso Grosseto osteggiato dal Comune di Torino. A Pianezza, il tracciato
è stato spostato verso Druento-S.Gillio per non interferire troppo con
la futura circonvallazione.
Come temevano Comune e Provincia di Torino,
e con il forte disappunto della stessa Regione, nel progetto non c'è
il collegamento allo scalo di Orbassano sotto corso Marche. Rfi cerca così
sia di risparmiare soldi che tempo rimandando a tempi migliori un'opera che
non è mai piaciuta al suo amministratore delegato, Mauro Moretti. Uno
stralcio che di fatto condannerebbe lo scalo merci di Orbassano al declassamento
e a un conseguente rapido declino. Un'ipotesi questa che renderebbe lo stesso
Tav, la stessa linea Torino-Lione, di fatto inutilizzabile da Torino e dal suo
distretto industriale rendendo inutile la lunga azione di lobbing esercitata
sia dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che dalla presidente della Provincia,
Mercedes Bresso. Anche gli sforzi compiuti dal presidente della Regione, Enzo
Ghigo, sarebbero di fatto senza esito se Torino venisse tagliata fuori dal traffico
merci ad alta capacità a favore dell'area novarese; Ghigo, che ancora
martedì scorso ha disertato il Comitato di regia sulle Olimpiadi per
pranzare con l'ambasciatore francese e fare così, ancora una volta, pressioni
sulla Francia per la Torino-Lione.
Sul collegamento per Orbassano sotto corso Marche Rfi ha inviato alla Regione
una nota di accompagnamento al progetto dove si stabilisce la compatibilità
con il progetto stradale (la bretella che da corso Francia dovrebbe arrivare
al Gerbido in sotterranea, la cosiddetta "tangenziale interna ovest").
Ma per la Regione la partita si gioca su corso Marche e l'assessore regionale
ai trasporti, William Casoni, promette che farà pressioni su Rfi perché
nel nuovo progetto della "gronda nord" sia inserito il collegamento
sotto corso Marche fin da subito.
Con la presentazione del nuovo progetto della
"gronda" inizia oggi una nuova querelle tra Regione e Rfi da una parte
i Comuni e la Comunità montana bassa valle di Susa dall'altra. La Regione
cercherà di chiudere al più presto il progetto preliminare. Il
fronte dei sindaci anti-tav ha già incassato il successo del rinvio del
progetto da parte della Commissione ministeriale per la valutazione di impatto
ambientale quando al ministero giunse la grande mole di prescrizioni chieste
dalla Regione con l'accordo di Provincia e comune di Torino. Adesso i sindaci
e la Comunità montana cercheranno di fare chiudere il progetto preliminare
il più tardi possibile. Per il presidente della Comunità montana
si parla di un anno, almeno.
Per Casoni, invece, il progetto di Rfi è già stato esaminato per
tutto il tempo concesso dalla legge obiettivo e questa nuova versione, visto
che accoglie le osservazioni della Regione, potrebbe essere spedita al ministero
delle infrastrutture e alla Commissione Via appena terminati gli incontri illustrativi
della nuova versione del progetto: cioè verso fine gennaio. In questo
caso, secondo Casoni, basterebbe una nota di accompagnamento con cui la Regione
riconosce che il progetto (a parte corso Marche e il collegamento con lo scalo
di Orbassano) è conforme alle prescrizioni regionali. Se dovesse iniziare
un nuovo esame secondo l'iter della legge obiettivo i tre mesi previsti come
tempo massimo per l'esame da parte della Regione, "sentiti gli enti locali
interessati", terminerebbero il prossimo 10 marzo. Il Cipe potrebbe, in
questo caso, approvarlo, in teoria, nel prossimo maggio. Se invece il progetto
riuscisse ad avere una procedura spedita il Cipe potrebbe esaminarlo già
in febbraio.
«In ogni caso ci sono 30 giorni per le osservazioni - dichiara Ferrentino
- e intendiamo non solo utilizzarli tutti ma vogliamo anche prendere più
tempo. In ogni caso adesso il punto è capire il clima che si registrerà
intono a questo nuovo progetto. Da questo punto di vista partiamo male. Noi
avevamo chiesto a Casoni di garantire che il progetto venisse sottoposto all'esame
dei sindaci prima della sua pubblicazione, invece Rfi lo ha pubblicato mercoledì
senza farcelo vedere prima. Vogliamo capire se Casoni non è riuscito
oppure non ha voluto fare spostare a Rfi l'avviso pubblico».