La Provincia blinda Tav e tangenziale Est. Vietato costruire

Piano operativo entro la fine dell'estate

 

di Maurizio Tropeano da La Stampa del 12/2/10 – pag. 57

 

Si chiama Piano Ter­ritoriale di coordi­namento e la Pro­vincia ha deciso di usare  il  progetto preliminare della seconda edi­zione per mettere in salva­guardia i corridoi della Tori­no-Lione, di corso Marche e della tangenziale Est da possi­bili incursioni urbanistiche di amministrazioni comunali che si oppongono alla realizza­zione di grandi opere. La salvaguardia scatterà con l'ap­provazione del documento da parte del consiglio provincia­le «ragionevolmente prima dell'estate», spiega il presi­dente Antonio Saitta.

 

Nel Ptcp2 vengono acquisi­ti le alternative di tracciato definite dall'Osservatorio del­la Torino-Lione dal confine di Stato fino a Settimo; il corri­doio di corso Marche compre­se le aree di sviluppo definite nel progetto dell'architetto Augusto Cagnardi e quello della tangenziale est presen­tato dalla Provincia. La salva­guardia scatta nel caso i sin­goli comuni decidano trasfor­mazioni urbane - dalla localiz­zazione di aree di servizio alla costruzione di scuole, presidi ospedalieri, chiese - che ne­cessitano di una variazione del piano regolatore. «La va­riante del Prg - spiega l'archi­tetto Paolo Foietta che ha co­ordinato il progetto - finisce alla conferenza di program­mazione per verificare che non esistano interferenze con i corridoi e che la variante sia compatibile con l'interesse ge­nerale a realizzare l'infrastruttura. In caso di incompatibilità l'amministrazione dovrà ritira­re o modificare la variante».

 

Il principio di salvaguardia dei corridoi infrastrutturali vi­sti come occasione di sviluppo e rispetto ambientale si inseri­sce all'interno di un documento che privilegia il «suolo come ri­sorsa» e punta al recupero dei siti esistenti arrivando fino a rendere inedificabili le aree li­bere, soprattutto quelle agrico­le. I confini di queste zone off-limits per le nuove costruzioni saranno definiti in un percorso condiviso con i 315 comuni. Toccherà a loro recepire queste norme prescrittive. Il divieto di­venterà vincolante con l'appro­vazione del documento da par­te del Consiglio regionale.

 

Ci vorrà del tempo, proba­bilmente molti mesi, e si do­vranno superare gli ostacoli della lobby politica trasversa­le che ha già affossato l'appro­vazione nella legislatura che si sta concludendo della riforma urbanistica portata avanti dall'assessore regionale Sergio Conti. Saitta però spiega: «Fermare il consumo di suolo libero, soprattutto quello agri­colo non equivale a bloccare lo sviluppo dell'edilizia ma a indi­rizzarlo verso il riutilizzo degli spazi esistenti».