Russo e Pognant alla sbarra
I due
sindaci sono stati denunciati per lesioni nei confronti di due agenti di
polizia
durante la
manifestazione spontanea del 6 Dicembre 2005, a seguito dello sgombero violento
del presidio di Venaus
di Paola Meinardi da
Luna Nuova del 3/2/09 – pag. 3
LO STATO contro lo
Stato. E' questa la battaglia legale che si profila dopo l'avviso di chiusura
delle indagini preliminari giunto, circa due settimane fa, ai due sindaci di
Chianocco e Borgone, Mauro Russo e Simona Pognant. Lo scenario è ancora una
volta quello del 6 dicembre 2005, durante le manifestazioni No Tav
dell'autunno caldo. I due amministratori sono stati denunciati da due agenti di
polizia per lesioni. Lamentano uno la frattura del naso e l'altro una
contusione lombosacrale. Lesioni che sarebbero avvenute nel primo pomeriggio
del 6 dicembre a Bussoleno, nei pressi del cimitero cittadino, durante i
blocchi stradali che sono seguiti al violento sgombero da parte della polizia
del presidio di Venaus.
«C'è l'avviso di chiusura delle indagini
preliminari - spiega l'avvocato Roberto Lamacchia, che fa parte del
collegio difensivo che segue i due amministratori - A fronte dell'avviso si
hanno 20 giorni di tempo (ormai praticamente scaduti, ndr) per depositare
ulteriori memorie, documenti e chiedere di ascoltare ulteriori testimoni.
Dopodiché il pubblico ministero prende la decisione definitiva, se proseguire
chiedendo il rinvio a giudizio o archiviare il tutto. Non ci sono limiti di
tempo per prendere questa decisione ed è possibile che ci voglia qualche mese.
Quando arriva l'avviso dì chiusura delle indagini generalmente significa che il
pm ha intenzione di procedere con il rinvio a giudizio. Ma se la memoria
difensiva dimostrerà che non ci sono elementi per procedere potrà anche
cambiare idea. C'è documentazione e ci sono testimoni a favore dei due
amministratori. Vedremo come procederanno».
Tra i tanti possibili
procedimenti paventati anche agli amministratori in quei giorni, in cui le
diverse file del movimento erano compatte sul da farsi, quello a carico di
Russo e della Pognant è l'unico di cui si ha notizia.
«Era il 6 dicembre 2005, quando la polizia
stava tornando da Venaus dopo aver sgomberato il presidio e le strade erano
tutte bloccate - racconta Russo - Sono scesi verso
Bussoleno passando da Susa alta e sono arrivati a Bussoleno all'incrocio per
Mattie e l'hanno trovato bloccato. Lì. qualcuno ha detto loro che l'unico modo
per tornare indietro sarebbe stato di fare il giro dal colle delle Finestre.
Loro salgono per Mattie ma invece di tornare indietro scendono ai Baroni, dove
trovano ancora più gente. Lì ci sono alcuni scontri e abbiamo dei video che
riprendono le manganellate iniziali verso la gente. Noi sindaci, io e Simona ma
non solo, arriviamo e cerchiamo di mettere un po’ pace. Gli diciamo che da lì
non possono passare e li convinciamo a fare il giro dal colle delle Finestre».
E questo cosa e'entra con le lesioni? «Un
anno dopo vengo a sapere che uno di questi agenti ha querelato me e un altro
Simona con motivazioni pesanti - prosegue Russo - Lo
vengo a sapere attraverso il Pm, che lo dice al collegio difensivo e l'avvocato
lo comunica a noi. Io dico che è tutto infondato perché non c’è stato nessun
contatto tra noi e i poliziotti. Siamo arrivati dopo e abbiamo solo compiuto
opera di mediazione. Ora, il Pm dopo due anni ci dice di aver fatto l'indagine
preliminare e ci dice che andremo a giudizio. Ci hanno anche chiesto se
volevamo patteggiare ma noi non patteggiamo per una cosa che non abbiamo
commesso. Depositeremo una memoria difensiva dove ribadiamo, attraverso
documenti, l'infondatezza e la non esistenza di fatti di questo genere.
Oltretutto eravamo attorniati da migliaia di persone e non in un luogo
nascosto. Il ruolo dei sindaci in quei giorni molto caldi era di mediare e di
calmare gli animi per fare in modo che nessuno si facesse male e che la nostra
causa non venisse magari strumentalizzata dicendo “quelli sono delinquenti”.
Per cui abbiamo sempre fatto del nostro meglio. Sono convinto che la giustizia
alla fine farà la sua parte e la verità verrà fuori. Sono sereno».
La comunicazione di
conclusioni delle indagini preliminari ha colto di sorpresa anche il primo
cittadino Simona Pognant. «Sicuramente, nel momento in cui uno indossa una
fascia tricolore rappresentando lo Stato sa come si deve comportare, al di là
della propria vita privata e delle proprie idee - commenta la Pognant - Non
sono comportamenti assolutamente immaginabili le lesioni a degli agenti di
polizia. E’ testimoniato da chiunque che siamo persone contrarie alla violenza
in tutti i suoi aspetti. Al di là di qualche scambio verbale nulla è successo.
Se fossimo persone violente, fare da cuscinetto in tante occasioni non sarebbe
stato certamente un ruolo adatto».
La sindaca borgonese dice di essere serena per
come andranno le cose ma si sfoga: «Provo molta amarezza perché non è
successo nulla e doversi difendere da una cosa che non è successa è ancora più
difficile. Sono serena e fiduciosa che la giustizia farà il suo corso. Tutte le
mattine guardo lo specchio e continuo a vedere la persona che sono, che non è
una persona che farebbe certe cose».