Tav, stop a Plano da Bresso e Saitta "Avanti con i tecnici"
Prorogati i quattro: lui non rappresenta tutti
La replica: rivedere il ruolo dell'Osservatorio
di Maurizio
Tropeano da La Stampa del 6/01/10 – pag. 56
La spaccatura tra i 43
sindaci della Comunità Montana Valsusa e Valsangone consumata lunedì sera a
Bussoleno ha portato il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e la presidente
della Regione, Mercedes Bresso, a firmare un decreto che proroga l'incarico ai
quattro tecnici che hanno fatto parte dell'Osservatorio sulla Tav guidato da
Mario Virano. Una scelta che apre uno scontro istituzionale con il presidente
della Comunità montana. Secondo Sandro Plano, infatti, «la maggioranza dei
sindaci ha affidato a me la rappresentanza tecnica temporanea dei territori.
Saitta e Bresso non hanno alcun mandato per operare: la designazione non può
essere fatta da Torino ma spetta alle Valli». Di più, nella lettera
inviata alla Provincia e alla Regione, Plano sottolinea anche la necessità di
rivedere le «modalità di confronto tra il governo e gli enti locali». Di fatto
una sconfessione del ruolo dell'Osservatorio.
Ruolo che invece
Saitta e Bresso difendono. Spiega Saitta: «II nostro intervento di
supplenza serve per garantire la partecipazione del territorio alla scelte
nazionali». Regione e Provincia,
dunque, non ritengono di accogliere una decisione presa «da una minoranza
di sindaci (20 su 43) e che contrasta con le caratteristiche stesse
dell'Osservatorio a cui è assegnato solo un ruolo tecnico». Senza
dimenticare che «l'atto istitutivo dell'Osservatorio prevede che i
tecnici assicurino un'articolata rappresentanza del territorio».
Da qui la proroga,
anche se resta da capire che cosa faranno Andrea Debernardi e Angelo
Tartaglia, i due esperti nominati dalla vecchia Comunità montana della Bassa
Valsusa. Plano, al contrario, sostiene la tesi che «i tecnici prorogati non
hanno nessun mandato». Secondo Plano, infatti, il suo ingresso nell'Osservatorio
sarebbe il frutto della scelta di 28 sindaci su 43. Tesi contesta da Daniela
Ruffino, sindaco di Giaveno. L'area di centrodestra, forte di 19 primi
cittadini, chiede con «forza la distinzione tra ruoli politici e ruoli
tecnici e chiede di essere rappresentata con tre esperti». Carla Mattioli,
sindaco Pd di Avigliana, replica: «La verità è che il rappresentante del centrodestra,
Capra, ha posto un aut aut: o ci date tre tecnici oppure non partecipiamo ai
lavori dell'Osservatorio. Poi in 16 si sono alzati e sono usciti. Sono loro a bloccare
l'Osservatorio». In queste condizioni e vista la presa di posizione di
Plano, Bresso ritiene opportuna la convocazione del tavolo politico di Roma.
La necessità della
distinzione tra ruolo politico e ruolo tecnico inizia a farsi strada anche all'interno
del Pd di Valle. Marika Del Boco, Alfio leardi e Paolo Torassa, hanno firmato
una lettera aperta dove affermano di «intravedere una deriva dell'attuale
maggioranza della Comunità Montana che non è di buon auspicio per la popolazione».
E c'è anche un coordinatore di circolo che ha inviato una lettera dove lamenta
la mancanza di coinvolgimento del partito nelle ultime scelte.
Segnali di presa di distanza che non impediscono al centrodestra di sparare a zero sul Pd. Roberto Cota, leader della Lega e sfidante della Bresso alle Regionali, attacca: «Chi ha la responsabilità di guidare il Piemonte non può permettersi una così forte ambiguità del Pd che rischia di penalizzare un territorio». Tesi sostenuta anche da Ghigo e Ghiglia per il Pdl. E Osvaldo Napoli chiede le «dimissioni di Plano perché siamo in presenza di un palese conflitto di interesse visto che è direttore dell'Autostrada Torino-Bardonecchia di proprietà della Sitaf e dunque interessata all'esito dei progetti Tav».