"Tutto ciò che non vogliamo; tutto ciò che vi
chiederemo"
Le contestazioni presentate dal Comitato per pretendere
garanzie
da Repubblica del 22/6/2005 –pag II Cronaca di Torino
Questo
è l´elenco, sommario, delle richieste che i sindaci e gli abitanti della Val
Susa fanno riguardo alla linea ad alta velocità. Richieste che ieri il
presidente della Comunità montana Antonio Ferrentino ha ripetuto davanti ai
consiglieri regionali. Ma che sono portate avanti da anni, in documenti
ufficiali, appoggiati anche da prestigiose perizie tecniche, e non hanno mai
avuto risposte (o ne hanno avuto solo di negative). Anche da questo nasce il
netto no alla linea.
1)
Va valutato il modello di esercizio dell´opera, specie per ciò che riguarda il
collegamento con la linea ferroviaria storica della Val Susa e quello con lo
scalo merci di Orbassano (attraverso la bretella di corso Marche che oggi le
ferrovie non vogliono).
2) Analisi accurata del rischio di
dissesto idrogeologico profondo che la costruzione della galleria porterebbe in
valle.
3)
Affrontare la questione dell´alimentazione elettrica della valle in
considerazione del grande consumo di energia richiesto dai treni ad alta
velocità.
4)
Valutazione accurata dell´inquinamento acustico che secondo uno studio del
Politecnico, nei tratti dove la linea scorrerà all´aperto sarà altissimo (è
previsto il passaggio di 400 treni al giorno).
5)
La cosiddetta questione dello «smarino» e cioè del dove e come verranno portati
i detriti (che potrebbero contenere materiali pericolosi come amianto e uranio)
causati dai lavori di scavo per oltre un decennio. Come ha detto ieri
Ferrentino, «se questa è un´opera davvero strategica per l´Europa, perché non
lo è quando si tratta di investire di più e meglio per risolvere questo problema?».
6)
Analisi del problema idrico è cioè quali problemi porterebbe la linea alle
acque superficiali.
7) Le fasce di salvaguardia: in
Francia per le linee ad alta velocità è prevista per legge la cosiddetta
«fascia di salvaguardia» di 150 metri ai due lati della linea. In sostanza lo
Stato acquista, a prezzi di mercato, tutte le abitazioni in quella zona. Salvo
esplicita richiesta contraria degli abitanti. In Italia quella fascia è molto
ridotta.
8)
I problemi della piana di Bruzolo (dove la linea corre all´aperto) e della val
Cenischia (che sarà tagliata in due da un grande viadotto) dove, per ammissione
degli stessi progettisti, il danno ambientale, con l´attuale tracciato, sarebbe
forte e irreversibile.
Infine
c´è la questione posta dal sindaco di Venaria Nicola Pollari per la tratta di
pianura: «La progettazione della Tav deve interagire con i territori. Dobbiamo
poter dire la nostra sul come e dove la linea passerà, in una zona che è già
fortemente urbanizzata».