Osservatorio, le risposte che mi competono
Lettera alla rubrica “Opinioni” su Luna Nuova del 25/4/08 – pag. 7
Cari amici, rispondo a
caldo alla vostra lettera, per quanto compete a me, naturalmente. Come ben
osservate, quanto dichiarato in campagna elettorale dai quattro esponenti
politico-istituzionali del Pd cui fate riferimento era propaganda e non molto
di più, e ricade sotto la loro esclusiva responsabilità. In realtà anche fuori
della campagna elettorale la "comunicazione" istituzionale sul
problema Tav in generale e Tav attraverso la valle di Susa in particolare, è
stata fin qui più che altro propaganda senza riferimento a fatti reali ed
argomenti razionali.
Riguardo alla prima domanda che ponete su dove l'Osservatorio abbia espresso valutazioni tranquillizzanti riguardo ai rischi per la salute dei cittadini e dei lavoratori in caso di apertura dei cantieri delle gallerie della nuova linea, la risposta è quella che voi stessi avete già dato. L'Osservatorio non si è mai occupato dell'impatto dei cantieri sulla salute di chicchessia e il motivo è che non si discute degli effetti collaterali di un'opera fin tanto che, diciamo così, sussistono fondatissimi dubbi sul senso e l'utilità dell'opera stessa. Questa è la stessa ragione per cui non si sono mai prese in considerazione ipotesi di tracciato, né l'originale sinistra Dora, né la successiva destra Dora, né il dossier presentato dal governo a Bruxelles, né ulteriori varianti su cui si sono dilungati in varia maniera anche i mezzi di comunicazione di massa.
In effetti i primi tre
quaderni dell'Osservatorio sono pubblici (ve ne sono altri due che, in verità
sono essenzialmente raccolte di documenti relativi alle numerosissime audizioni
effettuate) ed è possibile verificare direttamente quanto scrivo.
Riguardo alla seconda domanda, relativa alla "tenuta" della linea storica, le valutazioni dei quattro esponenti istituzionali da voi citati sono loro (infondate) opinioni personali del tutto gratuite. La valutazione di capacità della linea esistente è stata fatta in termini assolutamente prudenziali, con metodi scientifici e mostra un ampio margine di disponibilità. Quanto alle previsioni di evoluzione futura della domanda di trasporto merci, queste sono state fatte anch'esse con metodi del tutto tradizionali e sulla base di ipotesi palesemente e riconosciutamente ottimistiche circa l'andamento dell'economia europea nei prossimi anni. L'arco di tempo considerato va dal 2004 (anno in cui è stato messo a punto il modello) al 2030. La data finale è quella perché non è possibile seriamente forzare più oltre modelli previsionali di questo tipo; peraltro da un lato i quattro anni trascorsi tra il 2004 e il 2008 hanno ampiamente smentito nei fatti le ipotesi ottimistiche circa l'andamento dell'economia, dall'altro gli scenari finali che emergono dal modello non mostrano particolari criticità.
I lavori faticosamente
in atto in questo periodo nell'Osservatorio stanno facendo emergere quella che
non è per nulla una sorpresa e cioè che la maggiore criticità del collegamento
ferroviario con la Francia si trova in corrispondenza del nodo di Torino. I
tempi per affrontare e risolvere questa criticità sono del tutto indeterminati,
anche perché non è stato ancora nemmeno chiaramente definito il problema.
Riguardo alla necessità di smentire formalmente affermazioni inesatte e propagandistiche sono totalmente d'accordo. In più di un anno di vita dell'Osservatorio abbiamo provato a farlo molte volte, scrivendo lettere e facendo comunicati indirizzati a giornalisti e direttori di giornali: queste precisazioni sono state sistematicamente ignorate (con una recente eccezione sul Sole 24 ore). Giornali e televisioni riportano, a volte ampiamente, pettegolezzi, cronache ed illazioni sulla vicenda Tav, ma mai argomentazioni di merito e dati di fatto.
È in funzione una
efficientissima censura al riguardo.
ANGELO
TARTAGLIA Torino