Osservatorio, la rottura è rinviata
Ferrentino e il fronte comune con la Bresso, che però vuole i sondaggi
di Massimiliano
Borgia da Luna Nuova del 18/9/09 – pag. 4
Una rottura in
Osservatorio sarebbe una bomba politica per il centrosinistra e per la presidente
della Regione Mercedes Bresso, impegnati in una difficile rimonta per provare a
vincere in regione nel marzo prossimo. L'innesco lo avrebbe dato Antonio
Ferrentino che oggi, con Sinistra e libertà, è un alleato organico al
centrosinistra in Provincia e presto anche per le elezioni regionali. Pdl e
Lega ne approfitterebbero subito per accusare di nuovo il centrosinistra di
frenare la Torino-Lione e di dare retta all'estremismo dei No.
La Bresso e il Pd
invece sono impegnati ad accusare il governo di non mantenere le promesse.
Quindi, va bene alzare la voce sui soldi per in nodo di Torino e per il
Servizio ferroviario che non arrivano, ma l'Osservatorio non è in discussione.
Anche perché è un palcoscenico irrinunciabile, in questo momento, per manifestare
le critiche degli enti piemontesi (governati dal centrosinistra) al governo, e
fare i titoli sui giornali.
Così, la rottura di
Ferrentino e dei sindaci della bassa valle non poteva andare oltre. Il rischio
era di vanificare i risultati politici ottenuti con l'annuncio di martedì
fatto di fronte alla prefettura, mentre dentro l'Osservatorio terminava i suoi
lavori. Mercoledì sera si è così svolto un incontro tra la presidente
dellaRegione Piemonte, Mercedes Bresso, accompagnata dall'assessore ai trasporti
e infrastrutture, Daniele Borioli, il presidente della Provincia di Torino,
Antonio Saitta, e il presidente dell'Osservatorio sulla Torino-Lione, Mario
Virano, presente anche Antonio Ferrentino, per ricucire lo strappo.
Al termine il
comunicato finale recita: «Come affermato più volte, anche in questi
giorni, Regione e Provincia confermano piena fiducia all'Osservatorio e al suo
presidente. Offrire garanzie al territorio, non spetta né all'Osservatorio e
neppure al suo presidente, ma al governo di concerto con la Regione, per
quanto riguarda l'accordo sul 'nodo di Torino' (impegno da 300 milioni, 200
Stato più 100 Regione, ndr), e con la Provincia per quanto riguarda il Piano
strategico per lo sviluppo della valle di Susa. In questo senso abbiamo già ricevuto
rassicurazioni che, però, non sono sufficienti. Nei prossimi giorni intensificheremo
l'azione di pressione politica sul governo. Ribadiamo che a breve convocheremo
un incontro con gli enti locali per illustrare questa azione».
Ma, il problema per Ferrentino e per
l'Osservatorio sta nell'ultima parte del comunicato: «E' assolutamente
indispensabile che il lavoro dell'Osservatorio continui nei tempi concordati e
che si affronti il tema della valutazione del piano dei sondaggi, del progetto
definitivo del tunnel geognostico della Maddalena, successivamente la
definizione del tracciato finale nei tempi necessari per arrivare alla
progettazione dell'opera entro i termini stabiliti, ovvero maggio del prossimo
anno».
E così, di fronte a
questo invito a riprendere i lavori per discutere di tunnel geognostico della
Maddalena e di sondaggi, i sindaci e Ferrentino si trovano di nuovo costretti
a prendere le distanze. E rischia di saltare l'intesa politica dettata da una
parte dalla necessità che Ferrentino ha oggi di continuare a svolgere il ruolo
di referente unico della valle a Torino e Roma e di non rimanere isolato in
valle di Susa; dall'altra, dalla necessità della Bresso di apparire come la
presidente che ricuce i rapporti e così facendo assicura un futuro senza
conflitti alla realizzazione della Torino-Lione. Due necessità che
difficilmente riusciranno ancora a conciliarsi quando si parlerà di tunnel
geognostico e di sondaggi, mentre in valle riprenderà la protesta dei comitati
e degli amministratori No Tav.
Così, ora i tecnici
della bassa valle di Susa non interrompono il lavoro in Osservatorio ma solo a
patto che nei prossimi ordini del giorno il presidente Virano non inserisca
l'attesa trattazione del cunicolo della Maddalena e dei sondaggi. «Vedremo
la prossima convocazione (mercoledì prossimo, ndr) - mette le mani avanti
Ferrentino - Ma anche se dovessimo rimanere dentro l'Osservatorio, di
sicuro Virano non parlerà più a nome nostro. Alla fine di ogni seduta
convocheremo una nostra autonoma conferenza stampa per spiegare le nostre
posizioni».
Sulle rassicurazioni,
espresse dal ministro Matteoli direttamente alla Bresso con un fax martedì
sera, che il governo è intenzionato a mantenere le promesse di stanziare 200
milioni per il sistema di trasporto passeggeri di Torino e della valle, la
Bresso ha constatato che per ora restano solo i 10 milioni stanziati nel Dpef.