L'acciaieria Beltrame può lavorare
La Provincia concede l'«Autorizzazione ambientale integrata» Sorpresi amministratori e cittadini: «Nessuno ci ha consultati»
Luna Nuova, 25/7/06
BRUZOLO - Venerdì la Provincia ha concesso alle acciaierie Beltrame l'Autorizzazione ambientale integrata (Aia), ovvero quel documento che permette allo stabilimento di continuare a produrre perché in regola con le normative vigenti. Il documento è adesso al vaglio dei tecnici, consulenti dei comuni di Bruzolo e San Didero, ma da una prima analisi la relazione, seppur articolata, non sembra essere in grado di dare quelle garanzie che le amministrazioni e i cittadini si aspettavano (soprattutto in riferimento alle soglie di diossine e Pcb emettibili). Dure, infatti, sono le reazioni sia da parte dei primi cittadini sia da parte del comitato Emissioni zero, che proprio due settimane fa aveva diffidato la Provincia dal concedere l'Aia senza il dovuto approfondimento.
«L'Aia è molto diversa dalla relazione illustrativa che aveva reso pubblica la Provincia - commenta a caldo Marina Clerico, uno dei consulenti delle amministrazioni - dobbiamo valutarla con la dovuta attenzione ma sembra che autorizzi le acciaierie a lavorare in ogni caso. Rimanda, è vero, a una serie di controlli, ma pare che questi non siano presupposto indispensabile per poter continuare la produzione».
I sindaci dei due Comuni su cui sorge lo stabilimento si dicono amareggiati per la decisione presa dalla Provincia dopo una sola riunione della conferenza dei servizi. «Siamo un po' sorpresi di questa decisione - dichiara Mario Richiero, primo cittadino di Bruzolo - non siamo mai più stati convocati dopo quella riunione. La Provincia ha preso la decisione anche se esistono delibere comunali (sia di giunta che di consiglio) che chiedono controlli particolareggiati prima di procedere. L'unica cosa che è stata fatta è stato citare le delibere all'interno dell'Aia. Siamo anche sorpresi del fatto che il controllo richiesto sia sostanzialmente a carico delle stesse acciaierie e non a carico di enti terzi preposti a farlo come dovrebbe essere. Ci riserviamo di esaminare il documento con i nostri tecnici e ci muoveremo di conseguenza, sentendo anche i risultati degli studi dell'Istituto superiore di sanità. Certo, però, non ci aspettavamo questo rilascio».
Del medesimo parere il sindaco di San Didero, Loredana Bellone. «Come sempre siamo stati poco considerati - commenta - si è parlato del fatto che ci si doveva incontrare per decidere e invece l'assessore provinciale Piras ha operato in modo completamente diverso. Siamo amareggiati». La preoccupazione principale deriva dal fatto che l'autorizzazione ambientale permetta all'azienda di proseguire su una linea che, dì fatto, non soddisfa per nulla né le amministrazioni né gli abitanti della zona oltreché rischi di continuare a incidere sulle produzioni locali di ortaggi, latte e carne.
«Siamo indignati per quanto accaduto - scrivono Paola Rando ed Enrico Vair del comitato Emissioni zero - l'assessore alla qualità dell'aria, Dorino Piras, si era formalmente impegnato, prima di rilasciare tale autorizzazione, a convocare una nuova conferenza dei servizi a cui avrebbe invitato, oltre ai sindaci dei comuni coinvolti, anche il comitato Emissioni Zero. Nulla di tutto ciò è accaduto: si tratta di uno schiaffo istituzionale ai Comuni, ma anche di un'offesa per i cittadini, che per mezzo del comitato vogliono far sentire la propria voce. Ricordiamo che è in corso un procedimento della magistratura contro la stessa acciaieria. Il pubblico ministero ha richiesto all'Istituto superiore di sanità una perizia che stabilisse quali livelli emissivi sarebbero tollerabili per l'ambiente e per la salute dei cittadini.
Ci sembra un atto di inconcepibile arroganza che la Provincia abbia rilasciato l'Aia senza attendere i risultati di questa perizia della magistratura, che avrebbe dovuto essere completata a giorni. Per quanto riguarda i contenuti dell'Aia, ci riserviamo di commentarli non appena i nostri tecnici avranno potuto esaminare il documento. Nel frattempo, ci è stato comunicato un solo dato, più che sufficiente ad allarmarci: la Provincia avrebbe stabilito un limite per il flusso di massa annuo per quanto riguarda le emissioni di diossina pari a quella di 20 mega-inceneritori che operino al massimo consentito per legge. E' evidente che non possiamo tollerare tutto questo. Come avevamo già annunciato intraprenderemo tutte le iniziative democratiche possibili per impedire che questa autorizzazione possa entrare in vigore, inclusi tutti i ricorsi legali del caso».
Paola Meinardi