COMUNICATO DEL COMITATO EMISSIONI ZERO
Come sapete, i Comuni di San Didero
e Bruzolo, il Comitato Emissioni Zero, Legambiente Nazionale e ProNatura
hanno presentato ricorso al TAR contro l'Autorizzazione Integrata Ambientale
concessa dalla Provincia di Torino alle acciaierie Beltrame (in seguito sono
intervenuti anche l'Associazione Coldiretti, e, ad adiuvandum,
i Comuni di Borgone e Villarfocchiardo).
E' stato chiesto l'annullamento
dell'Autorizzazione, ma anche un provvedimento cautelare di sospensione della
validità della stessa (dal momento che per la discussione nel merito occorrono
alla giustizia amministrativa tempi mediamente lunghi).
Mercoledì 6 dicembre il TAR
Piemonte si riunirà per dibattere sulla sospensiva. E' senza
dubbio una tappa importante, per poter ridiscutere in modo credibile gli
assurdi limiti alle emissioni concessi dalla Provincia occorre che
l'Autorizzazione venga sospesa. Ma non si tratta di un passaggio risolutivo:
non solo continueremo a seguire anche altre strade, ma la stessa via
giudiziaria non si esaurirà qui, qualunque sia il verdetto, perché si
discuterà solo se sospendere da subito l'autorizzazione, e non se annullarla in
via definitiva oppure no.
Crediamo tuttavia di avere
ragioni sufficienti perché il Tribunale Amministrativo decida di sospendere fin
d'ora l'Autorizzazione. Abbiamo contestato tra le altre cose:
- che la Provincia non abbia
imposto all'azienda l'impiego delle Migliori Teniche Disponibili (come invece è
richiesto per legge);
- che i limiti fissati dalla Provincia
consentirebbero all'azienda di emettere in atmosfera la stessa quantità di
inquinanti che emettevano prima degli interventi di ammodernamento (che, per
quanto riguarda le diossine, equivale all'inquinamento prodotto da decine
di inceneritori);
- che i limiti fissati dalla
Provincia non sono in linea con quanto indicato nei documenti di riferimento
europei;
- che il permanere di questa
situazione causa dei rischi per la salute dei residenti e per l'agricoltura di
zona, e di conseguenza il provvedimento deve essere sospeso per cautela in
attesa della discussione nel merito.
Le risposte scritte delle
controparti presso il tribunale sono state fiacche. Il funzionario
della Provincia, Pavone, sostanzialmente ha ammesso ancora una
volta che non sono state impiegate le migliori tecniche disponibili,
cavendosela con qualcosa che suona come un "ma non potevamo fare
diversamente" (?!).
L'acciaieria NON ha risposto
in merito al fatto che l'Autorizzazione le permetterebbe di inquinare quanto
prima. Un suo consulente si è limitato a paragonare
questa Autorizzazione con una analoga -ma peggiore a suo dire- concessa in
Lombardia ad un'altra acciaieria, come se il fatto che esistano autorizzazioni
peggiori rendesse migliore quella in questione.
Non sappiamo se sul rischio di
chiusura per le aziende agricole l'Acciaieria abbia risposto qualcosa alla
Coldiretti, nel contro-ricorso a noi consegnato non se ne fa menzione.
In compenso tra la documentazione
allegata dall'Acciaieria al suo contro-ricorso c'è una relazione dell'Istituto
Superiore di Sanità (che tra l'altro fa parte di un fascicolo penale aperto
CONTRO la medesima azienda) che sottolinea come per i residenti di
Bruzolo e Villarfocchiardo (gli unici Comuni studiati) per gli
adulti in alcuni scenari di calcolo, e per i bambini senza dubbio, risulti superata la dose tollerabile di assunzione di
diossine e PCB.
A fronte di questo sostenere, come
fanno Acciaieria e Provincia, che non ci siano elementi sufficienti per
sospendere l'Autorizzazione perché mancano prove conclusive di rischi per la
salute, non ci sembra un dubbio scientifico, ma piuttosto voler caparbiamente
ignorare ogni principio di cautela.
Infine ribadiamo riportando dalle
conclusioni del ricorso che "nessuno vuol far chiudere l’Acciaieria e
sarebbe assurdo che lo si volesse. Si vuole semplicemente e fortemente che
venga eliminato ogni possibile pericolo di danno all’ambiente e,
correlativamente, alla salute. L’Autorizzazione Integrata Ambientale, così come
concepita nel provvedimento impugnato, non offre le necessarie garanzie che
ciò avvenga; anzi sembra essere tale da consentire addirittura un
peggioramento. Che poi sia presumibile che l’Acciaieria si attenga ad una linea
più prudente non ha rilevanza alcuna circa la consistenza del provvedimento
oggetto di impugnazione e le relative gravi carenze".
3 Dicembre 2006