Presidio nel mirino: a Rfi non piace la casetta di legno
di Marco Giavelli da
luna Nuova del 12/3/10 – pag.3
S.Antonino – È già la terza volta che le Ferrovie tentano con le buone di far sgomberare il presidio No Tav della stazione di Sant'Antonino. Ci avevano già provato nelle scorse settimane, ma in modo informale. Lunedì mattina, invece, si sono presentati dei funzionari di Rfì, con tanto di tesserino, che hanno fatto notare agli attivisti No Tav come la rustica casetta costruita su uno dei siti di carotaggio si trovi in una situazione di illegalità e abusivismo. Casetta che dal 18 gennaio occupa una fetta del piazzale ceduto in comodato d'uso gratuito da Rfi al Comune per adibirlo a parcheggio.
«I funzionari delle
Ferrovie hanno spiegato che la parte di parcheggio occupata dal presidio non è
più da considerarsi in comodato d'uso e che la proprietà dell'area è comunque
di Rfi - racconta Maurizio Piccione, uno degli attivisti
del presidio di Sant'Antonino - le signore presenti hanno risposto che sappiamo
di essere in una situazione di illegalità, ma che il presidio è stato
costruito per difendere il territorio da un’opera che non condividiamo e
che pertanto, fino a quando non sarà terminata la campagna dei sondaggi, non
verrà rimosso». E di fronte all'obiezione degli uomini di Rfi, che hanno
chiesto se a loro farebbe piacere che qualcuno venisse a costruire una casetta
nel giardino di casa, le signore non si sono lasciate sfuggire l’assist: «È
proprio quello che stanno facendo con noi. Vogliono venire in casa nostra a
costruire un'opera che non vogliamo perché distrugge la nostra valle».