25 Genaio 2006 - La commissione petizioni del Parlamento europeo approva il rapporto della delegazione in Valsusa il novembre scorso
La commissione petizioni del Parlamento europeo ha approvato questa mattina il rapporto dei tre delegati, Michael Cashman (PSE-Regno Unito), Carlos Iturgaiz Angulo (PPE-Spagna) e David Hammerstein (Verdi-Spagna), inviati in Val di Susa il 28 e 29 novembre scorsi per incontrare i presentatori di tre petizioni contro il tunnel di base del Moncenisio (parte del progetto Torino-Lione), nonché le autorità locali (comuni, comunità montane delle Val Susa, Provincia di Torino e Regione Piemonte). Nel rapporto, oltre ad invitare la Commissione europea a "non assumere atteggiamenti paternalistici nei confronti dei cittadini autori delle petizioni o dei reclami", si sottolinea che "la trattativa avviata [tra le parti in Italia] non puo' che essere salutata come un progresso rispetto all'anomala situazione, altamente pregiudizievole all'esercizio dei diritti di libera circolazione di persone e di proprietà, in cui la bassa valle Susa ha vissuto prima". Al termine della presentazione del rapporto la Commissione europea ha confermato la nomina degli esperti che dovranno verificare la documentazione presentata dalla LTF (Lyon-Turin Ferroviaire), che incontreranno il prossimo 6 febbraio anche gli esperti dei comitati della Val di Susa e che renderanno pubblici gli esiti della loro verifica il 9 marzo.
Il testo approvato (pdf 170K)
Comunicato stampa
di Vittorio Agnoletto:
«Una grande vittoria del movimento NoTav - dichiara Vittorio Agnoletto,
europarlamentare della Sinistra unitaria europea - Il documento approvato
dal Parlamento Europeo non lascia spazio a dubbi: la Tav non si deve fare,
almeno non ora e non con questo progetto. Non si poteva sperare in una posizione
più esplicita da parte di Bruxelles. Il governo italiano non solo é
avvisato ma é stato posto sotto tutela. Avevamo ragione sia nel metodo,
che nel merito: dall'assenza del rispetto delle regole democratiche nell'assumere
le decisioni, alla mancanza di una valutazione dei rischi. Il governo italiano,
attuale e futuro, è avvisato».
Ora, prosegue il parlamentare europeo, «ci aspettiamo un'autocritica
da tutti coloro che hanno cercato di ridurre il grande movimento contro la
Tav ad uno "scontro nel cortile di casa", da tutti coloro che in
Italia hanno rifiutato fino ad ora quel confronto che oggi l'Europa non solo
chiede, ma impone. Un confronto fondato su studi scientifici, non sulla militarizzazione
della valle e sull'uso della forza pubblica».
Le critiche al governo italiano richiamano, come si legge nel testo della
relazione presentata dalla delegazione UE, l'«occupazione militare del
sito di Venaus», vista come «insulto all'integrità della
stessa delegazione» e alludono ad un'«anomala situazione altamente
pregiudiziale all'esercizio dei diritti di libera circolazione di persone
e proprietà prima, durante e immediatamente dopo la missione di questa
delegazione».
Inoltre viene riconosciuta la legittimità della critica, avanzata dai
valsusini e da centinaia di personalità della cultura, sul mancato
rispetto dei principi democratici nelle decisioni inerenti la realizzazione
della TAV. Per questo l' «l'appello per la democrazia» verrà
discusso nella Commissione Libertà civili del Parlamento. Si invita
inoltre il governo a continuare «il dialogo e la negoziazione con i
rappresentanti di tutti gli enti locali, al fine di pervenire ad un accordo
senza pregiudicare i diritti fondamentali alla salute, all'ambiente e di proprietà
dei cittadini direttamente interessati».
Per quanto riguarda l'Europa, si chiede all'UE di non lavarsene mani. Infatti,
«il governo europeo non può lasciare alle autorità nazionali
l'esclusiva responsabilità delle scelte...poiché queste possono
di per sé ledere irreversibilmente gli interessi di tutela ambientale,
oltre che diritti fondamentali quali la salute...».
«A questo proposito - conclude Agnoletto - ricordo che ad oggi l'UE
non ha riconosciuto la legalità della decisione del governo italiano
di non eseguire il VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) per il tunnel di
Venaus; tanto più che contro l'Italia é già stata avviata
una procedura d'infrazione proprio in merito alla legge che ha cancellato
l'obbligo del VIA sul progetto definitivo. Non a caso il Parlamento Europeo
si chiede se questa situazione non sia sufficiente a inficiare l'iter di approvazione
del progetto».
Tra le conseguenze immediate dell'approvazione della relazione della commissione
d'indagine c'è la decisione di «convocare in Parlamento il commissario
ai Trasporti Jacques Barrot», l'avvio di «un'indagine simile sul
versante francese della Tav» e la scelta della Commissione Europea di
«affiancare ai tecnici delle società private che dovrebbero costruire
la Tav un gruppo di tecnici indicati dai comitati della Val Susa per avere
un ulteriore parere preventivo».